Portare un gatto a passeggio, o in escursioni anche più impegnative, è possibile? Certo che sì, anche se dipende sia da noi che dal gatto…
La prima volta che ho visto un gatto in giro al guinzaglio mi ha stupito come se avessi visto un cane camminare su due zampe. Poi ho scoperto che portarsi appresso il gatto non è nulla di straordinario, ma anzi un’attività piacevole e molto sana per gatto e padrone. In effetti a pensarci è logico: il gatto spesso si preferisce al cane perché non deve per forza essere scortato fuori ad ogni pipì, uragani e tormente incluse, ma nulla vieta di insegnare al nostro micio a passeggiare con noi quando e se la situazione lo consente, e se piace a entrambi.
Le regole che ho seguito io alla fine sono state abbastanza semplici, tradotte e adattate dalle tante esperienze che è possibile raccogliere online, delle quali questa è la mia preferita. Una volta che ci avrete preso la mano, anche andare a campeggiare all’aperto con l’amico peloso sarà un piacere per entrambi.
Come ho già avuto modo di dire, il principale problema del nostro gatto siamo noi, perché semplicemente capire un gatto e farsi capire non è così facile come potrebbe sembrare. Il secondo problema di un gatto medio di città è l’obesità e la sedentarietà: ma tutte e tre le cose si possono sistemare con una bella escursione, che può rafforzare il rapporto tra noi e loro, e allo stesso tempo rasserenarlo, divertirlo e tenerlo in forma. Soprattutto allontanarlo dalla noia, la peggiore nemica di ogni essere vivente.
Che fare? Iniziare, se c’è, dal cortile di casa o dal terrazzo. È chiaro che più il gatto è giovane più facile sarà il compito, ma c’è anche da dire che ci sono gatti refrattari alla cosa e tendenzialmente molto facili a spaventarsi. Se avete un gatto di un certo tipo, saprete già che – purtroppo – non tutti i gatti sono adatti a uscire di casa, specie se anziani e malandati. Il gatto da passeggiata deve essere un gatto che si sente a suo agio all’aria aperta, e possibilmente in buone condizioni fisiche. Altro inghippo – ma fondamentale da superare – è il guinzaglio, che sarà semplice da infilare se abbiamo a che fare con un cucciolo, meno facile se si tratta di un adulto, anche se comunque possibile. La cosa è ovviamente indispensabile, non solo per evitare che il gatto si perda, ma anche per evitare che finisca sotto una macchina fuggendo ad esempio da un cane.
Cani e altri possibili predatori devono essere lontani dal luogo che sceglieremo per fare i primi passi fuori casa. Lo so non è facile, specie se si sta in città, ma è possibile, magari aiutandosi con un orario notturno. Importante anche iniziare quando il clima è mite, ma la giornata – o la serata – non è troppo calda per fare due passi.
E’ importante capire cosa vuole il gatto: al contrario dei cani, non sempre i gatti amano fare lunghe escursioni, e magari per loro il verde e l’aria fresca da osservare placidamente sotto un albero sono più che sufficienti. Altri gatti, potrebbero invece sorprenderci per la loro intraprendenza, imparando presto ad arrampicarsi e persino a tuffarsi.