La casa di moda francese ha rassicurato l’attrice sostenendo che i coccodrilli non saranno torturati ma uccisi nella maniera “giusta”.
I coccodrilli (Crocodilia) fecero la loro comparsa sul pianeta quasi cento milioni di anni fa, quando i rettili dominavano il globo terracqueo e i mammiferi erano piccoli e rari. Allora queste creature perfette forgiate dall’evoluzione e rimaste quasi immutate nel corso del tempo non avrebbero certo potuto immaginare che i loro discendenti sarebbero diventati delle borse.
Borse di lusso con prezzi elevatissimi, dai 6mila ai 120mila dollari, considerate uno status symbol dalle donne più potenti del mondo. Parliamo della Birkin Croco bag, la versione in coccodrillo della celebre borsa prodotta dal marchio francese Hermès e intitolata all’attrice e cantante inglese Jane Birkin (per ottenere una sola borsa Birkin devono essere uccisi tre rettili).
Lo scorso luglio la Birkin aveva però invitato Hermès a rimuovere il suo nome dalla borsa “fino a che non verranno adottate pratiche più consone e in linea con le normative internazionali”.
I turbamenti dell’attrice erano iniziati dopo che aveva assistito ad un video particolarmente crudo realizzato dalla Peta, organizzazione che lotta per i diritti animali, che mostrava le torture cui erano sottoposti i coccodrilli prima di essere uccisi.
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Nel filmato si vede un allevatore alle prese con un cucciolo di coccodrillo (vengono usati i piccoli, la pelle degli adulti non va bene), l’uomo scuoia l’animale ancora vivo, incidendogli la nuca e la schiena. Il documento realizzato dalla Peta ha provato le sevizie ai rettili svolte sia in un allevamento in Zimbabwe che nell’allevamento texano Lone Ranger.
La celebre casa di moda parigina, dopo aver dichiarato di “rispettare e condividere le emozioni della signora Birkin”, ha definito le crudeltà dell’allevamento texano una “isolata irregolarità”, garantendo di aver ammonito i gestori ed esortati a seguire la giusta procedura di uccisione dei rettili.
Nonostante la Birkin non abbia rilasciato dichiarazioni sembra sia soddisfatta del chiarimento fornito dall’azienda e abbia revocato la richiesta di “sbattezzare” la borsa.
Certo la possibilità di uccidere un rettile in maniera “giusta” per realizzare una borsa richiede un evidente sforzo di fantasia, ma Hermès ha rassicurato gli animalisti spiegando che “tutte le nostre attività sono sempre state guidate da un profondo amore nei confronti della natura”. Morta.