Il primo stato Nerone, un cagnolone che aspettava paziente che il suo padroncino finisse le cure in ospedale. E quando usciva dall’ambulatorio erano abbracci a non finire, leccatine, giri di coda.
Poi Tosca una setter gordon di 8 anni protagonista del progetto «Preludio a quattro zampe» impegnata a lenire stress ai pazienti di Psichiatria. Impossibile non fotografarli.
Infine sono arrivati i gatti «attori» a quattro zampe, immortalati da medici, infermieri, personale dell’ospedale. Da qui l’idea di fare una mostra fotografica amatoriale nella reception del Massaia. Si intitola «Fotografi per caso».
Sono bastati un tavolino e qualche espositore, le foto stampate dal computer, un quaderno già quasi tutto scritto su cui lasciare una firma, un pensiero, una riflessione. E sono fioccati i sorrisi per quei cani e gatti immortalati nelle pose più strane.
Di giorno in giorno la mostra si è arricchita di nuovi «ritratti». Ci sono gli animali dei dipendenti dell’ospedale ma anche quelli dei pazienti. Antonio racconta:
«Prima di andare a trovare mia moglie, mi fermo e guardo la sezione dei gatti pescatori così salgo col sorriso anziché col magone». I mici sono Nino e Gino, uno arrotolato nel retino, l’altro che guarda i pesci nella fontana.
Piace tanto la sezione dei mici «diversamente abili»: il testimonial è Pierino che pur avendo un occhio solo è riuscito a conquistare un ramo in alto e di lì guarda il mondo. La didascalia recita: «Per arrampicarsi non servono occhi».
«Tranquillo mi occupo io di te» c’è scritto sotto la foto di Trottola e Pippo: un gatto nero accucciato su un cagnone che sta facendo la flebo.
Ci sono i gatti giornalisti che si stiracchiano sulle pagine dei quotidiani; il guardiano Rus (rosso di nome e di fatto) attorcigliato alla grata che vigila sul davanzale; i naturalisti che sonnecchiano nelle tende. Libera è sul tetto che filosofeggia alla luna; Tea fa la critica d’arte davanti ad un quadro.
Athos, seduto sullo sgabello del pianoforte, ha ispirato la dicitura «Paganini non ripete». Fanno ridere i gatti «operatori ecologici»: Scimmietta dorme con la scopa tra le zampe, un altro soffia alle foglie, un altro sonnecchia nella paletta.
E oltre a cani e gatti ci sono un «aristogallo», un gallo tutto impettito e una cocorita che sembra dondolarsi sull’amaca
Quello che accomuna tutti è l’amore che annulla le differenze. Come quello che passa attraverso le sbarre. Bianco come il cane Amelia che mette il muso tra le sbarre del cancello per dare una leccatina a Biancoconiglio (coniglio). Gino e Ughetta si vogliono un sacco di bene anche se sono una tartaruga e un gatto.
Da adottare
Una parte della mostra è dedicata ai cani da adottare del canile e dei rifugi di Quarto, Nizza, Refrancore.
La mostra è stata organizzata dall’Asl di Asti, dal servizio veterinario, dai volontari, e ha il «beneplacito» della Regione.È un inno alla vita, alla speranza, per i pazienti e i parenti. È il primo passo verso la guarigione: «Scendo spesso a vedere le foto. Mi sono affezionata tanto a un cane. Sono sicura che mi aspetterà. Quando esco vado a prenderlo», dice Paola.