Da qualche settimana è iniziata l’emergenza pollini. Con l’arrivo della primavera e lo sbocciare dei fiori, per i cani sono cominciati i problemi legati a questa allergia. I sintomi sono simili a quelli umani: occhi arrossati, scolo dal naso, difficoltà respiratorie, ma talvolta anche problemi cutanei o gastroenterici. I quattro zampe cominciano a sentirsi male dopo le prime passeggiate nei parchi o nei viali alberati della città e, qualora compaiano sintomi, il consiglio è quello di recarsi dal veterinario per una visita che valuti in maniera approfondita lo stato di salute dell’animale.
«Non è facile contrastare le allergie: gli antistaminici e cortisonici attenuano la sintomatologia ma non la risolvono in maniera definitiva – dice Thomas Bottello, presidente dell’ordine dei veterinari di Torino -. In alternativa è possibile, attraverso test specifici, individuare gli allergeni responsabili e quindi evitare o ridurre il contatto». Nel caso del polline si dovrebbero per esempio evitare le passeggiate nelle aree più a rischio. Ci sono cani che possono essere predisposti all’allergia per fattori ereditari, ed esistono razze più a rischio di altre, come i terrier e gli sharpei. «Di certo i brachicefali – prosegue Bottello – sono gli animali con maggiori difficoltà a combattere questa ipersensibilità per via della loro struttura anatomica».
L’allergia al polline si aggiunge a una serie lunghissima di altre allergie che durano tutto l’anno, e che spaziano dagli acari della polvere alla proteina del pollo. Fino a quella al morso della pulce, molto comune in questa stagione. «Nella battaglia contro i sintomi è necessario percorrere vie diverse a seconda del parere del veterinario – dice Cesare Pierbattisti, medico veterinario – valutando la periodicità stagionale e l’ambiente in cui vive il cane per una giusta diagnosi». Il suggerimento dei veterinari è sempre quello di non trascurare le forme allergiche più gravi, che possono trasformare in un inferno la vita dei quattro zampe. «Quella più pericolosa, perché di natura multifattoriale, è la dermatite atopica – spiega Pierbattisti – che a causa del prurito intenso conduce a gravi lesioni cutanee». È una delle allergie più complicate da debellare.
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