La Lega anti vivisezione (LAV) torna a chiedere un Fisco più sensibile alle esigenze dei milioni di italiani che hanno animali domestici. Vivere con un animale domestico non deve più essere considerato un lusso: sarà questo il tema delle giornate nazionali LAV del 10 e 11 marzo, con replica il fine settimana successivo, per un Fisco non più nemico dei quattrozampe, per i diritti degli animali e delle loro famiglie.
Animali domestici in calo.
In base all’ultima indagine Eurispes 2018, il 32,4% degli italiani vive con almeno un animale domestico, ma la percentuale è in diminuzione di oltre il 10% rispetto al 2016. Secondo le stime LAV, inoltre, in Italia si è passati da 36.214 cani adottati nel 2015 a 33.166 cani nel 2016, con una flessione pari all’8,4% in un solo anno. E’ un dato di fatto: a causa del periodo di crisi il potere di acquisto degli italiani è diminuito, e anche accudire un animale è diventato più difficile.
“Servono passi concreti”
Come agevolare e rendere più facile la vita con cani e gatti? LAV sarà in piazza con una petizione per chiedere alcuni passi concreti per gli animali e in sostegno di tutti i cittadini che ne hanno accolto uno o più nella propria famiglia: un gesto d’amore e di responsabilità che fa bene agli animali, alle persone, alla collettività. L’associazione animalista chiede un Fisco “meno nemico” dei quattrozampe. Richieste concrete, molto concrete:
La cancellazione dell’aliquota Iva su prestazioni veterinarie per animali adottati e la riduzione di quella su prestazioni veterinarie e cibo per animali non tenuti a scopo di lucro. Oggi invece si applica un’aliquota IVA del 22%, la stessa di alcuni beni di lusso, cifra ai massimi storici in Italia, come quella di Ferrari e Champagne.
L’abbattimento dei costi sproporzionati dei farmaci veterinari, con il riconoscimento del farmaco generico anche in veterinaria e dell’uso del farmaco-equivalente. Il prezzo del farmaco veterinario – spesso ingiustificatamente alto rispetto gli equivalenti ad uso umano – e quello delle prestazioni veterinarie, possono rappresentare degli ostacoli alle terapie, fino a pregiudicare, in alcuni casi, il diritto dell’animale a essere curato e il dovere di chi lo detiene a prestargli la dovuta assistenza. Oltre che per i cittadini, questi costi rappresentano un problema per il Servizio Veterinario pubblico, per i Comuni e per le Onlus e hanno come effetto l’aumento della spesa pubblica, un peggioramento complessivo della tutela degli animali, e potenziali ricadute negative in termini igienico-sanitari per l’intera collettività.
L’aumento della quota di detrazione fiscale delle spese veterinarie e dei farmaci veterinari dalla dichiarazione dei redditi, rendendola totale per chi adotta un cane o un gatto. Oggi infatti queste spese sono detraibili entro il limite esiguo di 387,34 euro, con uno sconto massimo irrisorio di 49,06 euro, applicabile solo a chi spende più di 129,11 euro.
Il problema randagismo
C’è un ulteriore tema che viene trattato con poca attenzione dai media. L’adozione di un cane o un gatto abbandonato, oltre a essere un gesto d’amore, è anche un fondamentale strumento di contrasto al randagismo, che assicura allo steso tempo il rispetto per gli animali e un risparmio considerevole per tutta la collettività. Eppure, in questo contesto, il valore etico e sociale dell’adozione, e la capacità di coloro che già vivono con un animale di prendersene cura in maniera adeguata, sono messi duramente alla prova. “Le nostre proposte mirano a superare l’attuale stato di cose, per conseguire sia un miglioramento della qualità di vita degli animali, che un incremento delle adozioni, rendendo maggiormente sostenibile la spesa sostenuta dai cittadini, sia come privati che come sistema pubblico”, dichiara Ilaria Innocenti, responsabile LAV Area Animali familiari.
“Riconoscere gli animali nella Costituzione”
La LAV torna a chiedere il riconoscimento degli animali nella nostra Costituzione, “in quanto essere senzienti capaci di provare piacere e dolore”. Lo prevede l’articolo 13 del Trattato di Lisbona ma, a differenza di molti Paesi Europei che si sono già adeguati a questo dettato, in Italia gli animali sono considerati ancora oggi “cose” dal Codice Civile. Sin dalla presentazione di una sua proposta di Legge nel 2008, LAV si batte per il riconoscimento degli animali come “esseri senzienti” e per il loro inserimento nello stato di famiglia: oggi l’Associazione torna a sollecitare in tal senso Governo e Parlamento, poiché solo rafforzando lo status e i diritti degli animali a livello istituzionale potrà essere garantita loro un’adeguata tutela, aprendo inoltre la strada al riconoscimento delle esigenze anche affettive degli animali e degli adottanti, con molti effetti pratici, come ad esempio nei casi di separazione o divorzio e nei casi di risarcimento del danno per la morte dell’animale.