I Millennials, la generazione di giovani nati tra il 1980 e il 2000, sono oggetto di costanti studi sociologici e tra le tante curiosità che li riguardano, ne emerge una che ha a che fare con gli animali. Pare infatti che i Millennials siano particolarmente favorevoli all’introduzione di cani e altri animali domestici in ufficio. I Millennials vedono il pet come un membro, se non addirittura un sostituto, della famiglia, quindi vorrebbero poterlo accudire anche durante le ore di lavoro.
Da qualche anno alcune aziende, soprattutto negli Stati Uniti, hanno iniziato a promuovere la presenza di cani negli uffici per ottenere benefici immediati in ambito lavorativo.
Si è infatti constatato che la presenza di Fido in ufficio aumenta in maniera esponenziale la produttività e migliora notevolmente la collaborazione fra colleghi: i cani si sono dimostrati un infallibile rimedio antistress. Avere un animale sul posto di lavoro fa si che un dipendente sia più concentrato, più a suo agio e più disponibile a fare straordinari.
Stando ai dati riportati da Stifel Equity Research, entro tre anni i Millennials supereranno i Baby Boomers, cioè le persone nate tra il 1945 ed il 1964 in Nordamerica, per quanto riguarda il numero di animali domestici accuditi: ciò implicherà una maggiore disponibilità delle aziende all’ingresso di cani e gatti in ufficio.
Secondo la Society for Human Resource Management, nel 2015, l’8% dei posti di lavoro americani ha deciso di garantire la possibilità di portare il proprio cane al lavoro: questo fenomeno è cresciuto del 5% rispetto al 2013.
La testata statunitense CNBC ha condotto un’indagine tra le maggiori società statunitensi che consentono l’ingresso dei cani nelle loro sedi. Aziende come Amazon, Autodesk, Etsy, Google, Petco e molte altre sono concordi nell’ammettere che i Millennials lavorano meglio in compagnia di un quattro zampe assicurando così un alto livello di produttività.
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