LIVORNO. Il suo cane fa i bisogni a terra, lei se ne va con indifferenza e il cellulare sempre all’orecchio. Poi ricopre di insulti chi la invita a raccogliere i regalini del meticcio di piccola taglia. Succede in piazza Modigliani, davanti ai Pancaldi, ma la vicenda non si chiude qui: la reazione fuori misura della proprietaria del cane si trasforma infatti in una denuncia penale.A rivolgersi alla questura è Paola Nucci, titolare dell’osteria “Dietro l’Angolo”: l’aiuola nella quale l’animale lascia il segno è proprio adiacente al suo locale ed è lei, insieme ai titolari di altre attività, a doversi prendere cura di quell’area a verde. «Ho visto quello che accadeva – racconta – , ho aspettato che questa signora apparentemente distinta, sui 50 anni, raccogliesse gli escrementi spontaneamente. Invece niente. Perciò, quando si stava per allontanare, l’ho invitata a tornare indietro, con cortesia e chiedendo per favore che pulisse i bisogni del cane ».leggi anche:
«Riceviamo esposti da ogni parco»LIVORNO. «Praticamente abbiamo un esposto per ogni parco cittadino». E’ consapevole del problema cani e padroni che non rispettano le regole, Michela Pedini responsabile Sicurezza e Mobilità della…La reazione della donna – secondo il racconto della ristoratrice – non è delle migliori, come si legge appunto nella denuncia. Offese e urla travolgono la Paola Nucci, il cui locale si trova da tre anni al fianco dell’hotel Palazzo. «Le ho risposto che avrei chiamato il 113, come poi ho fatto, e questa signora mi ha urlato la classica frase “lei non so chi sono io” – riavvolge il film visto il giorno prima Nucci – A quel punto mi sono proprio decisa a chiamare le forze dell’ordine: non sopporto questi soprusi, soprattutto perché anche io ho un cane e rispetto le regole».La commerciante prende il numero di targa della proprietaria del cane, che intanto monta in macchina e se ne va. Tutti i dettagli finiscono alla polizia che a breve risalirà alle generalità anagrafiche della denunciata. Che dovrà fornire la sua versione dei fatti. «Non vedo l’ora di sapere il suo nome e cognome, anche perché dopo quella frase mitica, sono proprio curiosa di arrivare all’identità di questa signora».Nel verbale redatto agli agenti si legge “che l’auto era un’utilitaria nera a 4 porte ma non dire esattamente il modello”. E poi ancora, emerge un chiaro identikit: “La signora era alta 1.70 centimetri, abbastanza magra, aveva i capelli lunghi lisci neri raccolti in una coda, aveva occhiali scuri, quindi non so dire di che colore fossero i suoi occhi”.Nucci, a sua volta, è proprietaria di Mia, un meticcio salvato da un canile anni fa. «Quello spazio di fatto è di proprietà dell’hotel Palazzo, ma il mio ristorante e le altre attività che si affacciano sull’aiuola, hanno in uso quell’area e ne curano sia il giardino che la pulizia. Di certo – la sua polemica si allarga – non è il solo cane che ci lascia i bisogni, o sarebbe meglio dire, non è la sola padrone incivile a non raccogliere le deiezioni che siamo, poi, noi costretti a ripulire».La ristoratrice racconta anche che nella fontana di piazza Modigliani capita di vedere cani che si fanno il bagno. «Paradossale, eppure è così». Lei fa parte di quel folto gruppo di proprietari di cani che non tollera i colleghi incivili. «In questo modo la convivenza con chi non ha il cane diventa insostenibile, solo per colpa di chi non ha senso civico, di chi è arrogante e incivile a tal punto che pensa di poter fare quello che vuole, ovunque. Purtroppo a Livorno di gente così ce n’è: sono contenta quando vedo i vigili al lavoro che fanno multe e sanzionano». La riflessione si allarga: «Capisco che quando hai un animale, è come se fosse un figlio, ma non si può imporre questa logica anche al prossimo». Della serie, le regole ci sono e vanno rispettate. «Io al mio locale accetto i cani, tanto che metto a disposizione anche una ciotola dell’acqua».E aggiunge: «Io abito sul viale Italia e nei pratini delle baracchine, all’altezza del Terrazza, è un campo minato dai bisogni di cani». La mattina presto e la sera tardi sono i momenti in cui l’inciviltà è massima e incontrollata.
