Anche gli animali sono spesso vittime di incidenti stradali violenti, di omissione di soccorso da parte di chi ha causato l’incidente o di interventi lenti o tardivi… come in questo caso recente e drammatico qui raccontato da una nostra sostenitrice che pochi giorni fa è stata testimone impotente di questa triste storia.
Grazie alle nuove norme del Codice della Strada, il soccorso agli animali è legge: per i trasgressori sono previste sanzioni amministrative. Eppure sono ancora tante le storie di animali che senza un immediato soccorso, in alcuni casi ancora troppo difficile da ottenere, subiscono l’agonia e la morte.
Resta l’amarezza per non essere riusciti a salvare questo cucciolo di cinghiale – portato via sì dalla strada, ma guarda caso solo una volta morto… – e la confortante sensibilità di alcuni automobilisti nel cercare disperatamente di prestare aiuto a questo piccolo, difendendolo anche dal mirino dei cacciatori che erano pronti a “finirlo”.
Sabato 8 agosto, ore 9,32 via di Settevene – località Mazzano Romano.
Un cucciolo di cinghiale di circa 8 mesi cerca di trascinarsi sulla corsia. Un’automobile si ferma. Sono cacciatori che hanno visto una vettura investire il cinghiale e scappare. Ci fermiamo per tentare il soccorso e per provare a spostare l’animale ai bordi della strada.
I cacciatori si propongono di ucciderlo, anche se non è stagione di caccia, perché l’animale sta soffrendo.
Ci opponiamo. E comincia il giro delle telefonate.
Chiamiamo la Guardia Forestale di zona che conosciamo, è in ferie ma mi dà un riferimento telefonico dell’ufficio. Non funzionante. Allora, si propone di chiamare lei stessa il collega di zona, il quale riferisce di non poter intervenire perché non ha a disposizione un trasportino adatto. Ci suggerisce di caricare il cinghiale sulla nostra auto e di portarglielo, per tentare un intervento.
Nel frattempo per strada, oltre a noi, si sono fermate circa 20 persone – l’autobus del trasporto locale per un guasto ai freni, altre persone perché il cinghiale, moribondo, si trascina in mezzo alla strada e blocca la corsia.
Che fare? Dobbiamo caricare il cinghiale con la schiena spezzata? Chi di noi è in grado? E’ un animale selvatico, ferito, terrorizzato.
Chiamiamo il 1515, Corpo Forestale dello Stato. Inizialmente ci rimandano alla Polizia Provinciale. Non riusciamo a contattare nessuno. Passano per caso i Carabinieri di un’altra zona e chiediamo loro se possono fare qualcosa. Non possono ucciderlo. E non possono farlo neanche i cacciatori, perché la caccia fuori stagione è illegale. I carabinieri se ne vanno.
Chiamiamo il 118 per avere il riferimento del veterinario di emergenza USL. Ci passano i carabinieri di Nepi che ci forniscono i recapiti telefonici di un veterinario USL. Chiamiamo il veterinario il quale ci dice di non poter intervenire, perché se uccidesse il cinghiale poi dovrebbe portarlo al macello. E dovrebbe pagare 1.800 euro.
L’animale sta agonizzando. Con altre persone, tutte accorse volontariamente e alcuni cacciatori, mettiamo delle corde intorno al cinghiale e lo spostiamo dalla strada.
Richiamiamo il 1515. Ci dicono che loro li animali li tutelano e li proteggono ma non recuperano animali feriti.
Chiamiamo alcuni veterinari di zona privati che conosciamo. Non possono intervenire perché se sopprimessero il cinghiale non potrebbero lasciarlo in strada, per motivi igienico-sanitari.
Ci richiama il 1515. pare che stia per arrivare il Guardia Parco della valle del Treja.
Arriverà alle 10,30 circa. Il cinghiale, dopo gli spasmi di agonia è morto. Sotto il sole, circondato da tanta gente, ma senza alcun soccorso.
Ci allontaniamo, stremati, per andare a prendere da bere. Torniamo dopo poco. Il cinghiale è sparito.
Barbara