Martedì, 20 Ottobre 2015 13:18
Lo prevede la normativa del settore (Legge 313/2004 e Decreto 4 dicembre 2009) che stabilisce che ogni apiario sia univocamente riconosciuto mediante un cartello identificativo, contenente almeno il codice identificativo univoco per ogni proprietario di apiari, ed il numero progressivo dell’arnia.
La registrazione nella BDA può essere perfezionata presentando domanda presso le organizzazioni di categoria (Centri di Assistenza Agricola e Associazioni Apicoltori) o rivolgendosi al Servizio Veterinario della ASL di competenza territoriale. A ricordare la scadenza e la modalità di registrazione è un comunicato del Servizio Veterinario della Asl di Vercelli, che si occupa di ricevere le domande di iscrizione, attribuire il Codice identificativo e registrare l’attività apistica nella Banca Dati Apistica (BDA) nazionale fornendo tutte le informazioni utili anche per l’aggiornamento costante del patrimonio apistico.
“L’iscrizione alla Banca Dati Apistica – spiega Marco Montafia, Direttore del Servizio Veterinario dell’ASL VC – oltre ad essere una disposizione di legge, è fondamentale per la tutela economico-sanitaria e del consumatore dei prodotti dell’alveare, per la valorizzazione del patrimonio apistico nazionale e per il miglioramento delle conoscenze del settore sotto il profilo produttivo e sanitario come, ad esempio le malattie diffusive delle api”.
L’anagrafe apistica nazionale è stata istituita nel 2009. Con Decreto 11 Agosto 2014 è stato pubblicato il Manuale Operativo per la gestione della anagrafe apistica nazionale. Le principali finalità dell’anagrafe apistica nazionale attengono alla tutela economico-sanitaria del patrimonio apistico, in favore del consumo del miele e degli altri prodotti dell’alveare e per la predisposizione di piani di profilassi e di controllo sanitario.