L’osteoartrosi è una patologia che colpisce spesso gli animali anziani ma che nel gatto è molto sottovalutata. Le articolazioni più colpite da artrosi nel gatto anziano sono anca, gomito, ginocchio, tarso e alcuni tratti della colonna vertebrale, in particolare quello tra la settima-decima vertebra toracica e il tratto lombosacrale.
Il proprietario di un gatto colpito da osteoartrosi può osservare alterazioni comportamentali dovute ai problemi deambulatori causati da questa patologia ed è molto importante in questi casi che riporti questi cambiamenti al veterinario.
Quali sono le cause?
Possiamo classificare l’osteoartrosi in primaria e secondaria. L’artrosi primaria nella maggior parte dei casi è di tipo idiopatico, ovvero senza un fattore scatenante evidenziabile. Tra le forme primarie esistono anche delle patologie genetiche causa di osteoartrosi come l’osteocondrodisplasia del gatto di razza Scottish Fold, caratterizzata da deformità ossee , e la patologia da accumulo di mucopolissaccaridi ,tipica del gatto Siamese e di alcune razze a pelo corto, che porta a deformità dei corpi vertebrali, degenerazione delle faccette articolari delle vertebra, displasia dell’anca e nel tempo ad artrosi.
Le forme secondarie possono avere cause diverse come patologie congenite, infettive, infiammatorie, nutrizionali, immunomediate, traumi e ,tra le più importanti ma poco tenuta in considerazione nel gatto, la displasia dell’anca.
Qual’è la terapia?
Il nostro obiettivo è quello di migliorare la qualità di vita dei gatti colpiti rallentando la progressione dell’artrosi ed eliminando il dolore dovuto ad essa.
Quali sono quindi le opzioni terapeutiche che possiamo intraprendere?
Nel cane si utilizza spesso un protocollo terapeutico basato sull’utilizzo si antinfiammatori non steroidei (FANS) . Anche nel gatto è possibile utilizzare questi farmaci ma, a differenza del cane, bisogna fare più attenzione ed utilizzare solo farmaci registrati per questa specie ai dosaggi minimi efficaci, alternando periodi di somministrazione di FANS a periodi di sospensione.
Infatti il gatto ha una ridotta capacità di metabolizzazione dei FANS a livello epatico e quindi va più facilmente incontro a tossicità. La terapia con FANS dovrà essere portata avanti per tutta la vita del gatto, eventualmente modificando più volte i dosaggi e i cicli di somministrazione finché non si raggiungerà un risultato ottimale.
Un’altra possibilità è quella di utilizzare antinfiammatori steroidei (corticosteroidi) anche se nel gatto l’utilizzo di questi farmaci per l’artrosi è molto controverso poiché si è visto che l’utilizzo a dosaggi elevati o per lunghi periodi di tempo può causare una degenerazione della cartilagine articolare. Tuttavia sono stati ottenuti buoni risultati con diminuzione della sintomatologia utilizzando corticosteroidi a bassi dosaggi per brevi periodi.
Negli ultimi anni sono stati introdotti in commercio alcuni integratori alimentari contenenti condroprotettori, ovvero sostanze che favoriscono la protezione e la rigenerazione delle cartilagini articolari, formulati appositamente per il gatto che possono essere associati ai farmaci tradizionali e non hanno controindicazioni.
Esistono altre due opzioni da poter intraprendere per la terapia dell’artrosi nei gatti anziani. La prima è la fisioterapia, che però nel gatto è poco utilizzata.
La seconda opzione è l’utilizzo della laser terapia, che ha dato ottimi risultati e non ha controindicazioni.
Presso la Clinica Veterinaria Borgarello abbiamo studiato e attuato una serie di protocolli per l’utilizzo della laser terapia nei gatti affetti da artrosi.
Per ottenere dei risultati migliori è molto importante attuare delle variazioni gestionali per migliorare la vita del gatto affetto da artrosi e in generale dei gatti anziani. I nostri veterinari potranno consigliarti quali modifiche intraprendere per rendere l’ambiente più adatto al vostro gatto anziano.