Viceversa, Coldiretti stima in 700 milioni di euro il valore delle importazioni di prodotti agroalimentari dalla Gran Bretagna all’Italia. Coldiretti non è la sola organizzazione agricola a paventare scenari incerti per l’economia agricola.
Mantenere la stabilità del mercato “è essenziale” anche per il Copa-Cogeca che evidenzia in una nota stampa che “oltre la metà delle esportazioni di derrate alimentari e bevande del Regno Unito è attualmente destinata all’UE” e che “il mercato del regno Unito è altresì un grosso mercato di esportazione per bevande e prodotti alimentari provenienti da altri Stati membri”.
Pekka Pesonen, Segretario generale del Copa e della Cogeca, conclude: “Lavoreremo alacremente per garantire che le comunità agricole dell’Ue e del Regno Unito non debbano pagare lo scotto della politica internazionale e che l’impatto sul commercio venga ridotto al minimo”.
Critico Luigi Scordamaglia, Presidente di Federalimentare: “La Brexit – dichiara– è il risultato di una Europa debole e tentennante, che invece di procedere decisa verso un obiettivo di sempre più stretta integrazione politica e sociale ha fatto un passo avanti e due indietro nella speranza di non scontentare nessuno. L’armonizzazione della regolamentazione del settore agroalimentare è stata alla base della nascita di un mercato unico, ma nell’ultimo periodo anche questa è andata progressivamente sfaldandosi, con norme nazionali e deroghe su deroghe per una Commissione incapace di decidere”- ha aggiunto.
E prosegue Scordamaglia “Nonostante questo clima di incertezza l”export agroalimentare italiano verso il Regno Unito continuerà a crescere e anche la politica agricola europea non potrà che rafforzarsi con l’uscita di un Paese che spesso si è opposto ad un miglioramento degli standard dei prodotti verso i livelli elevati su cui ha sempre puntato l”Italia”. “Gli inglesi non dovrebbero dimenticare di essere importatori netti di commodities agricole, ne importano per un valore di oltre 17 miliardi all”anno – conclude il presidente di Federalimentare – con un vero e proprio deficit strutturale che si aggraverà a causa di una sterlina destinata ad arrivare ai minimi storici”- conclude il numero uno di Federalimentare.