Cani al guinzaglio anche nei boschi del Parco del Beigua, proprio come fossero a passeggio in città o nei giardini pubblici. Le violazioni sono passibili di sanzioni da mille a dieci mila euro. Il motivo principale della nuova norma è dovuto all’intenzione di proteggere sia il cane, sia la fauna selvatica. I responsabili dell’area patrimonio dell’Unesco, affermano: «Per istinto il cane è portato a inseguire lepri, caprioli e altre specie che può incontrare nel territorio. Se per la bestiola è un divertimento, per l’animale selvatico si tratta di una perdita di energie indispensabili per garantirgli la sopravvivenza, se non addirittura causa di traumi che possono indirettamente arrivare a procurarne la morte. Durante la stagione riproduttiva, il cane lasciato libero di correre nelle praterie montane può accidentalmente distruggere i nidi posti a terra, incidendo sul ciclo riproduttivo di specie di uccelli in alcuni casi tutelati anche dalle direttive comunitarie». Insomma, anche le sperdute vallate e colline del massiccio montuoso situato a cavallo tra la provincia di Savona e di Genova, apparentemente deserte, sono viceversa abitate da «inquilini» che non amano essere disturbati e non hanno alcuna voglia di giocare.