Domani, a partire dalle 10, alcuni diabetici proprietari di cani, o comunque interessati all’iniziativa, si daranno appuntamento nel Parco Valle del Menago per una giornata di incontro sul tema. I volontari del «Progetto Serena» – dedicato a Serena Zampieri, figlia di Roberto Stefano, preparatore dei cani in questione, che è scomparsa nel 2009 – presenteranno ai malati provenienti da varie regioni, dal Trentino alla Valle d’Aosta oltre che dal centro Italia, l’impiego di cani come allerta contro le crisi diabetiche. Una pratica che ha avuto origine nei Paesi anglosassoni dove però la preparazione di un cane può costare al paziente parecchie migliaia di euro. Il «Progetto Serena», invece, punta tutto sul volontariato ed è a costo zero, fatte salve le spese di viaggio per chi arriva da lontano. L’iniziativa è partita in via sperimentale già da un paio di anni e attualmente sono sei i cani che hanno quasi completato l’addestramento. I promotori hanno trovato l’appoggio del gruppo cinofili del Basso veronese e sono patrocinati dall’Associazione diabetici di Verona e dall’Associazione giovani diabetici.«Un cane addestrato è in grado di riconoscere l’odore di alcune particelle che un diabetico rilascia all’inizio di una crisi», spiega il preparatore Roberto Stefano Zampieri, «noi li addestriamo a reagire partendo da campioni di saliva del padrone su una garza. Vanno bene un po’ tutti i cani, meglio se giovani, la razza non è così importante. I nostri animali migliori sono due meticci: uno è stato adottato in un canile, mentre l’altro è un trovatello recuperato in mezzo alla campagna». Domani ci saranno testimonianze di pazienti che racconteranno i vantaggi di avere un cane che avverte il padrone e i familiari, evitando che cadano in crisi profonde. Verranno poi analizzati gli animali dei partecipanti per capire se sono o meno adatti. Poi, chi vorrà aderire comincerà un percorso preparatorio che durerà da uno a due anni.
Roberto Massagrande