«Io sono un animalista. Con mia sorella gestiamo una cinquantina di animali randagi, tutto a carico nostro. Non siamo convenzionati con nessuno, non abbiamo ricevuto un centesimo pubblico da nessuno. Dalla pensione di mia sorella e dal mio emolumento ricaviamo quello che serve per questi animali che abbiamo raccolto dalla strada. Essere animalista non significa doverlo propagandare o come fa qualcuno farne un mestiere, una lobby, una speculazione». È quanto ha detto il Governatore siciliano Nello Musumeci nel suo intervento all’Assemblea regionale siciliana.
L’intervento è arrivato dopo la strage di cani avvelenati nell’agrigentino, nei giorni scorsi. Proprio ieri la nota stilista di moda Elisabetta Franchi ha fatto pubblicare diverse pagine su quotidiani nazionali per lanciare un appello al Presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci «affinché fermi questa carneficina». «Accanto a questa categoria da condannare c’è fra gli animalisti una realtà che invece con il cuore e con lo spirito si prodiga per lenire e sottrarre gli animali a qualsiasi tipo di sofferenza – ha detto Musumeci nel suo intervento – Quello che è avvenuto nei giorni scorsi nel comune di Sciacca avviene di solito, se pure in una dimensione per fortuna assai diversa e ridotta, ma anche quello è un crimine, in molte parti dell’Isola». E ancora: «Io mi sento di esprimere la solidarietà del Governo nei confronti del sindaco di Sciacca per essere stata destinataria di attacchi ingenerosi, impropri e alcuni anche diffamatori».
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Il problema riguarda tutta l’isola, bisogna chiedersi se la legge va modificata
Musumeci ha quindi spiegato: «Il problema riguarda tutta l’Isola e abbiamo il problema di porci la domanda: è la legge 15 del 2000 che non funziona e va quindi modificata? O non hanno dato risultati i controlli e gli adempimenti che ogni soggetto chiamato in causa avrebbe dovuto compiere? È una domanda che con prudenza il Governo si pone senza avere qui la risposta scontata».
Poi ha aggiunto: «Per tentare di capire quale delle due scuole di pensiero possa da noi essere condivisa, abbiamo previsto un incontro, martedì della prossima settimana, con alcune associazioni ambientaliste e con i dirigenti dei servizi veterinari dell’Assessorato alla Salute, per fare accendere un riflettore su questo tema che a me, e non solo a me, come potete immaginare, sta assai a cuore. Nel frattempo prendo atto che il Presidente dell’Assemblea ha nominato un consulente per questa specifica materia, l’ho appreso dai giornali, e la volontà di istituire una commissione. Bene, quindi assieme al Governo anche il Parlamento si occuperà di questo tema».
Il Governatore ha, quindi, concluso: «Dico sempre che amare un animale da affezione non è un dovere, ma rispettarlo è un dovere da parte di tutti. E il randagismo non è solo un problema di civiltà di una comunità, ma diventa anche un problema di accentuato degrado ambientale quando poi l’approdo del randagismo è quasi sempre quello che un animale finisce la propria stentata vita sotto le ruote di un veicolo e le carcasse rimangono a marcire ai margini delle strade. Non è un’immagine che la Sicilia civile può offrire. Abbiamo il dovere di sensibilizzare tutti, tutti, senza escludere nessuno e questo è un tema che io avevo già inserito nel mio programma elettorale prevedendo anche la istituzione di nove pronto soccorso per i cani randagi, i cani feriti, affinché ogni passeggero occasionale possa soccorrere l’animale nelle ore diurne e notturne e senza preoccuparsi di mettere di tasca un euro, possa accompagnare l’animale al più vicino pronto soccorso nelle nove città capoluogo affinché l’animale possa essere recuperato, stabilizzato, messo in degenza e poi affidato al primo canile disponibile o una famiglia che abbia voglia di adottarlo. Questo è lo spirito del Governo che speriamo possa trovare concreta attuazione».
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