Secondo l’Associazione Americana per la Prevenzione dell’Obesità negli animali domestici (APOP), nel 2014, il 58% dei gatti e il 53% dei cani negli Stati Uniti erano sovrappeso od obesi(1). In Europa e in Italia, la situazione, stando a quando emerge da un sondaggio condotto dalla Pet Obesity Task Force italiana per Hill’s Pet Nutrition, su un campione di 4.300 europei tra cui 1.300 italiani, pare ancora peggiore perché sembra che le percentuali stimate del sovrappeso arrivino al 95% tra i gatti e al 63% tra i cani (quelle dichiarate ufficialmente sono del 46% e 36% rispettivamente). In Italia, specialmente, il 26% dei cani e il 28% dei gatti ricevono dai proprietari ogni giorno avanzi del proprio pasto (crackers, grissini, biscotti, pasta, pane ecc), oltre a leccornie varie. Questi drammatici dati (recuperati e resi pubblici da uno studio finanziato da una divisione del gruppo Colgate Palmolive, da oltre 2 miliardi di dollari, che produce cibo per animali, inserita nelle liste Oipa e Vivo tra le aziende che testano sugli animali(2), e che ha, giusto nell’occasione della diffusione di questi dati, presentato un piano dietetico ‘ad hoc’ per gli animali sovrappeso), che sembrano gli unici dati ufficiali nel nostro paese, rispecchiano l’andamento epidemico per l’obesità dei compagni umani degli animali domestici. Sovrappeso ed obesità rappresentano un grosso problema di salute per i nostri poveri amici nello stesso identico modo in cui lo sono per gli esseri umani. L’attenzione generale viene posta all’eccesso di cibo cui vengono sottoposti gli animali e alla mancanza di attività fisica che la vita in appartamento li costringe a svolgere (avete mai sentito che la stessa motivazione sia chiamata in causa per gli esseri umani?). Importanti sono anche i comportamenti del proprietario che, come fanno spesso le nonne e le mamme (ma anche i papà) coi loro figli, associano l’offerta di cibo con l’amore e la negazione del cibo con la crudeltà verso i loro cuccioli. Negli USA, nel 2013, però, è successo proprio l’opposto: il proprietario di un gatto dal peso di 11 Kg è stato infatti condannato per crudeltà verso il suo animale. La Ottawa Humane Society ha infatti stabilito che il gatto, Napoleone, non riusciva a stare in piedi, a pulirsi e nemmeno a liberarsi dai propri escrementi. L’animale era talmente mal messo che nessuna cura è stata possibile ed è stato ‘soppresso’ per evitargli ulteriori, obbligate, sofferenze. Il proprietario, molte volte avvisato dal veterinario, ha sempre rifiutato di attenersi alle prescrizioni del sanitario. Questo, per la legge Americana, è un reato (3). Qual è il mio punto di vista personale che offro ai miei lettori su questo argomento? Avevamo in gestione una categoria di esseri viventi. Li abbiamo sempre considerati i nostri migliori amici. E come li trattiamo? Li umanizziamo dando loro ciò che noi mangiamo (pane, pasta e fette biscottate), li facciamo diventare obesi e dunque a rischio incipiente di ammalarsi di osteoartrite, insulino-resistenza, diabete 2, ipertensione arteriosa, patologie cardio-polmonari, danni ai legamenti degli arti, nefropatia, cancro(4), riuscendo magistralmente a ridurre la loro vita di 2,5 anni mediamente(4). Se poi non riusciamo a sterminarli durante l’inverno con la dieta, allora li mettiamo sulle autostrade quando andiamo in vacanza l’estate. Restano poche parole per definire i danni che stiamo producendo a questi poveri animali. Perché farli ammalare del nostro stesso morbo? Perché nutrirli di cose che non fanno parte del loro schema dietetico? Possibile che nessuno si chieda perché gli animali domestici ed i loro “proprietari” diventino obesi insieme? Perché nessuno propone l’unico legame possibile alla loro comune storia di malattia, ovvero le stesse abitudini alimentari centrate sul consumo di cereali? E pensare che c’è qualcuno, tra i nostri ‘Illuminati’ pediatri, che propone di aiutare i bambini italiani obesi a perdere peso invitando i loro genitori a comprare un cucciolo di cane…. ci sarebbe da VIETARLO, non certo consigliarlo. Cani e gatti non sono, per loro stessa natura, in sovrappeso, né tantomeno obesi. Non riusciremo mai a trovare un felino o un cane sovrappeso libero in natura (come anche l’uomo quando lo era, tra l’altro), anzi sarebbe impossibile trovarne uno con un solo etto di massa grassa in eccesso rispetto al proprio progetto genetico. In entrambe le situazioni, per l’uomo ancestrale e per gli animali selvatici, le ragioni sono sia che in natura gli esseri viventi si autoregolano dal punto di vista alimentare e sia che il cibo che la natura offre è perfetto per le loro specie. Oltre al distorto significato che il proprietario dell’animale domestico ripone sul cibo che offre, come già detto, l’altra causa della situazione attuale è proprio, secondo me, l’inappropriata, rispetto alla loro stessa natura, qualità del cibo che questi animali (uomo compreso) mangiano.
1. Association for Pet Obesity Prevention
2. http://www.greenme.it/spazi-verdi/animal-instinct/437-cibo-animali-testato-cibo-cruelty-free
3. http://www.ctvnews.ca/canada/ottawa-owner-of-11-kilogram-cat-faces-neglect-charges-1.1309384
4. Association for Pet Obesity Prevention, Obesity Facts & Risks