Roma, 17 febbraio 2017 – “Vuoi un fratellino o una sorellina?” Chi di noi non ha tra i primi ricordi dell’infanzia questa domanda? Spesso la risposta è inesorabile: “No, un cane o un gatto!”.
Secondo una ricerca dell’Università di Cambridge pubblicata sul Journal of Applied Developmental Psychology i giovanissimi sembrerebbero trarre più soddisfazione dal rapporto con gli animali domestici che da quello con i loro pari. Lo studio dei ricercatori di Cambridge aggiunge un tassello agli studi che evidenziano la grande influenza degli animali domestici sullo sviluppo dei più piccoli. Una presenza, spiegano gli scienziati, che potrebbe avere un impatto positivo sulle competenze ‘sociali’ dei bambini e sul loro benessere emotivo.
Per la ricerca sono stati presi in esame dei dodicenni di 77 famiglie che avevano almeno un animale domestico e più di un figlio. Dai risultati, ottenuti applicando alla relazione fra ragazzi e animali una misura utilizzata per valutare la qualità delle relazioni umane (il Network of Relationships Inventory o Nri), è emerso che i bambini mostravano relazioni ‘forti’ con i loro animali domestici rispetto ai rapporti con i loro fratelli o sorelle, con un livello di ‘conflitto’ basso e una maggiore soddisfazione percepita per coloro che avevano dei cani.
“Anche se gli animali domestici non possono comprendere in pieno o rispondere verbalmente, il livello di apertura dei ragazzi nei loro confronti non era minore di quello mostrato con i propri fratelli o sorelle”, spiega il ricercatore Matt Cassells. Anzi, aggiunge, “il fatto che gli animali non possono capire o rispondere potrebbe essere un vantaggio perché questo significa che sono del tutto ‘privi di giudizi’“.
Alcune ricerche precedenti, notano i ricercatori, avevano mostrato che erano i maschi ad avere relazioni più forti con gli animali domestici, rispetto alle femmine. Invece questo studio delinea l’opposto: il livello di “soddisfazione” nel rapporto con gli amici quattrozampe si equivale per ragazzi e ragazze. Ma queste ultime hanno mostrato più “apertura”, “compagnia” e “conflitto” nei confronti del loro cane o gatto di casa. Un segno, rimarca Cassells, che le femmine interagiscono con gli animali di casa con “più sfumature”. Insomma, aggiunge Nancy Gee, coautrice dello studio, “aumentano le prove che gli animali domestici hanno effetti positivi sulla salute dell’uomo e sulla coesione della comunità“. Il supporto ricevuto dagli adolescenti “può tradursi in un aiuto al benessere psicologico nella vita, anche in futuro”. C’è comunque “ancora tanto da imparare” sull’impatto a lungo termine degli animali domestici sullo sviluppo dei bambini.