E, come da prassi, erano scattate le necessarie verifiche da parte del Servizio Veterinario dell’Asl: cinque di quei certificati (su 22) sono risultati irregolari perché privi di identificazione del cane e del proprietario, privi di data di rilascio, con timbro e firma del veterinario illeggibili e, in un caso, senza firma e timbro del veterinario e con dichiarazioni riportate esclusivamente in lingua serba.

Erano stati 22, in tutto, i certificati esibiti per giustificare le mutilazioni, otto rilasciati in paesi dell’Est Europa (Serbia, Ungheria, Croazia, Albania, Grecia) e gli altri da varie regioni d’Italia, mentre le razze coinvolte erano soprattutto American Staffordshire Terrier e Cane Corso, ma anche due Dobermann e un Dogo Argentino. L’Asl ha informato dell’esito dei controlli anche le associazioni Fnovi, Anmvi ed Enci, il Servizio Veterinario Regionale e il Ministero della Salute.

Da parte sua la sezione ferrarese dell’Enci ribadisce quanto già spiegato all’indomani della manifestazione: in presenza di documentazione veterinaria non ha potuto far altro che prendere atto del certificato e ammettere gli animali al concorso. A questo proposito, spiega l’Asl, «si è inoltre provveduto ad adottare una linea guida interna all’Unità operativa veterinaria finalizzata sia all’espressione di pareri e prescrizioni per la manifestazioni cinofile del territorio, sia a consentire un’efficace vigilanza su alcuni requisiti dei certificati veterinari che potrebbero essere esibiti alla manifestazioni cinofile stesse».

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