Mercoledì, 30 Marzo 2016 11:42
Le associazioni animaliste LNDC, ENPA e IHP dichiarano che Csinszka “non è morta invano” e che porteranno avanti il Progetto Islander “affinché l’Europa, in primo luogo, prenda atto degli studi scientifici che dimostrano la non pericolosità dei cavalli sieropositivi all’AIE”. L’obiettivo è di salvare altri equidi “da una morte immotivata”.
Nella maggior parte dei casi- sostengono le associazioni si tratta di animali, “semplicemente in possesso degli anticorpi a una malattia che può non manifestarsi affatto e che oggi ha un’incidenza irrilevante”. Le alternative alla soppressione sono possibili, “come ormai da anni avviene in Italia, dove questi animali possono condurre una vita lunga e sana seguendo specifiche indicazioni e sotto controllo sanitario”.
Le Associazioni si erano rivolte al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin affinché concedesse una deroga per il trasferimento di Csinszka in Italia, dove sarebbe stata accudita nel Centro autorizzato di IHP Italian Horse Protection. Ai sensi della Direttiva 2009/156/CE “vige un generico divieto di trasporto di equidi sieropositivi o affetti da una delle malattie soggette all’obbligo di denuncia, tra cui l’AIE. Gli Stati membri, tuttavia, possono concedere deroghe per consentire i trasporti verso i macelli o verso gli ippodromi”- ricordano le associazioni.
Sul caso era intervenuta la Direzione Generale della Sanità Animale assumendo iniziative in sede europea.
Le associazioni protezionisti chiedono alle autorità sanitarie italiane di “prendere in considerazione il divieto di importazione dai paesi dell’Est, e in particolare dall’Ungheria, dei cavalli destinati al macello ed effettuare dei controlli più severi sui tanti capi che arrivano nel nostro Paese clandestinamente”.