Categoria: LAV – Lega Anti Vivisezione

  • End the Cage Age: per un'Europa senza gabbie negli allevamenti

    End the Cage Age: per un'Europa senza gabbie negli allevamenti

    Domani 25 settembre, a Bruxelles, la più grande coalizione europea di ONG mai riunitasi lancia l’iniziativa al Parlamento europeo con una mostra dedicata.

    L’Iniziativa dei Cittadini Europei “End the Cage Age” (Stop all’era delle gabbie) chiede la fine dell’uso di ogni tipo di gabbia per allevare animali a scopo alimentare, ed è sostenuta da una cordata di più di 100 associazioni in 24 paesi.

    In Italia hanno aderito 16 associazioni: Amici della terra Italia, Animal Equality,   Animal Law, Animalisti Italiani, CIWF Italia Onlus, Confconsumatori, ENPA, Il Fatto Alimentare, LAC – Lega per l’abolizione della caccia, LAV, Legambiente, Lega Nazionale per la Difesa del Cane, LEIDAA, Jane Goodall Institute Italia,Partito Animalista, Terra Nuova, Terra! Onlus.

    Le specie che oggi sono ancora legalmente allevate in gabbia nell’Unione Europea sono conigli, galline, quaglie, scrofe e vitelli. Si tratta di oltre 300 milioni di animali ogni anno, costretti a vivere all’interno di un sistema crudele che limita in maniera importante le loro libertà e non permette loro di esprimere gli specifici comportamenti naturali.

    La coalizione dovrà raccogliere, nell’arco di un anno, un milione di firme affinché la Commissione Europea si pronunci su questo argomento, potenzialmente portando un enorme cambiamento nel sistema della produzione di cibo, il più monumentale impatto sul sistema dell’allevamento mai avvenuto finora.

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  • Soccorso animali, Protocollo d'intesa tra Dipartimento di Protezione Civile e Associazioni

    Soccorso animali, Protocollo d'intesa tra Dipartimento di Protezione Civile e Associazioni

    Dopo l’approvazione del “Codice della protezione civile”, il Decreto Legislativo n.1 del 2018, che include tra le finalità e le attività della Protezione civile l’azione di soccorso e l’assistenza agli animali colpiti da calamità naturali e alle famiglie con animali al seguito, oggi il Dipartimento della Protezione Civile ha  firmato un Protocollo d’Intesa con Animalisti Italiani, Enpa, LAV, Lega Nazionale per la Difesa del Cane, Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente e Oipa Italia Onlus.

    Finalmente viene riconosciuto, rafforzato e qualificato quanto già si fa in caso di terremoti, alluvioni, nevicate eccezionali, per superare lo spontaneismo, a volte inconcludente o peggio pericoloso, e rendere sistematico il contributo del volontariato specializzato all’attività di salvataggio, di recupero, di messa in sicurezza e di gestione degli animali familiari che le stesse popolazioni e le Amministrazioni locali sempre più richiedono dopo la legge che ha previsto ufficialmente il soccorso agli animali in caso di eventi calamitosi

  • Prada incontra LAV!

    Prada incontra LAV!

    Oggi, nella giornata della presentazione della nuova collezione alla Milan Fashion Week (Moda Donna Primavera-Estate 2019) e mentre prosegue la campagna globale di sensibilizzazione dell’azienda (avviata con la Fashion Week di New York dalla FFA – la Fur Free Alliance, la coalizione internazionale che riunisce decine di ONG nel mondo – lo scorso 6 settembre), possiamo annunciare che PRADA ha concordato un primo incontro con la LAV.

    A seguito dei contatti intercorsi negli ultimi giorni con i vertici dell’azienda, la LAV, in qualità di “ambasciatrice” della FFA, nei prossimi giorni rappresenterà l’istanza sostenuta da migliaia di persone nel mondo per la definitiva rinuncia all’uso di pellicce animali da parte di Prada.

    Si tratta di un primo incontro interlocutorio, indicativo dell’impegno già annunciato dall’azienda nel comunicato dell’11 settembre, a seguito del quale auspichiamo che Prada possa poi giungere ad una definitiva scelta fur-free e consolidarla con un impegno preciso.

  • Sospesa caccia in Sicilia: amministratori a rischio sanzioni per danno erariale

    Sospesa caccia in Sicilia: amministratori a rischio sanzioni per danno erariale

    Il TAR di Palermo ha sospeso il calendario venatorio regionale perché affetto da numerose illegittimità.

    I rilievi mossi dai Magistrati sono incentrati sulla violazione dei limiti scientifici imposti dal parere emesso dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), totalmente disattesi dagli amministratori senza alcuna motivazione. In assenza del supporto scientifico, il TAR rileva come l’Assessorato Regionale all’Agricoltura abbia quindi concesso la preapertura della stagione venatoria in violazione delle prescrizioni normative. Fatto che ha comportato l’uccisione illegittima di un numero imprecisato di animali che costituiscono “patrimonio indisponibile dello Stato”.

    I Giudici del TAR ritengono perciò pienamente condivisibile l’ipotesi di un danno erariale, la cui responsabilità ricade sugli amministratori che hanno deliberato la caccia senza curarsi del rispetto della legge.

    In Sicilia si potrebbe quindi aprire un caso analogo a quello che avevamo intentato contro la Provincia di Bolzano, conclusosi a giugno scorso con la condanna di due amministratori al pagamento di una somma pari a 1 milione di euro, per avere consentito la caccia in violazione della legge.

  • Veterinario pubblico non può far pagare sopralluogo richiesto da Associazione

    Veterinario pubblico non può far pagare sopralluogo richiesto da Associazione

    A un’associazione, o un suo volontario, che richiede un intervento al Servizio Veterinario pubblico al fine di controllare le condizioni di un animale e la possibile violazioni di normative, non può essere imputato il pagamento del sopralluogo.

    Lo ha stabilito il pronunciamento dell’Ufficio Affari Legali e del Contenzioso dell’USL Umbria 1, contattato dal Direttore Veterinario dell’Unità Operativa, sfinito dalla protesta giuridica che avevamo inviato agli organi politici e tecnici della Regione, e da un colloquio telefonico con me.

    Incredibile ma vero, due mesi fa Graziella Gori, responsabile LAV di Perugia, si era vista recapitare una fattura di 47,94 euro, per aver chiesto di verificare lo stato di alcuni pulcini ceduti in premio durante una sagra locale! 

    L’USL veterinaria invocava l’applicazione di un tariffario degli interventi deciso nel 2006 dalla Giunta regionale e “poi sa, riceviamo tante richieste e….”. Abbiamo obiettato che l’intervento non era stato richiesto né motivi privati né tantomeno di lucro, come avviene quando a chiamarli è un allevamento, per esempio, e non per finalità di salute pubblica. Peraltro, considerando la possibilità per un veterinario USL di irrogare sanzioni, tale richiesta equivarrebbe a un domani nel quale i Carabinieri emettessero lo scontrino a seguito dell’intervento per fermare un ladro… 

    La normativa sul Terzo Settore riconosce “il valore e la funzione sociale dell’associazionismo, dell’attività di volontariato… quali espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo… anche mediante forme di collaborazione con…. Enti pubblici” (cita l’Ufficio Affari Legali dell’USL), “fra le attività di interesse generale sono espressamente contemplati anche gli interventi e prestazioni sanitarie” nonché, ciliegina sulla torta, “le amministrazioni pubbliche assicurano il coinvolgimento attivo degli enti del Terzo Settore”.

    Piccola ma significativa vittoria quindi. Un precedente che si può utilizzare in eventuali altri casi simili che vi chiediamo di segnalarci!

    Gianluca Felicetti
    Presidente LAV

  • Illegittimo vietare di sfamare animali, Sindaco di Cocullo ritiri ordinanza affama gatti

    Illegittimo vietare di sfamare animali, Sindaco di Cocullo ritiri ordinanza affama gatti

    Ancora un’Ordinanza affama gatti. A emetterla è il Sindaco di Cocullo, paese in provincia di L’Aquila, che vieta la somministrazione di alimenti ai gatti, con l’intenzione di arginare il randagismo in paese, in particolare nelle vie del centro storico.

    Ma è proprio così che si combatte il randagismo? O si combatte procedendo alla sterilizzazione delle colonie feline e formando chi se ne prende cura, affinché l’accudimento avvenga nel rispetto degli animali, dei luoghi e delle persone?

    Nessuna legge nazionale o regionale impedisce di somministrare cibo alle colonie feline, da considerarsi, invece, un atto di civiltà. L’Ordinanza di Cocullo, quindi, è del tutto illegittima. Un orientamento integralmente confermato anche nella recente sentenza del TAR Puglia n. 1078 del 2018, che stabilisce che: “deve ritenersi del tutto lecita la somministrazione in favore di cani randagi o animali da affezione vaganti in genere.”.

    Sulla stessa linea una precedente pronuncia del T.A.R. Puglia, che ha annullato un’ordinanza del Sindaco di Brindisi, relativa al divieto di somministrare cibo ad animali randagi: «il divieto può incidere sulle condizioni di sopravvivenza degli animali” (T.A.R. Puglia Lecce, 25 marzo 2009).

    Per questi motivi chiediamo al Sindaco di ritirare immediatamente l’Ordinanza, in caso contrario valuteremo le iniziative legali da intraprendere.

    Ilaria Innocenti
    Responsabile Area Animali familiari

  • Fratelli a quattro zampe: a tu per tu con l'attore Massimo Wertmuller

    Fratelli a quattro zampe: a tu per tu con l'attore Massimo Wertmuller

    Intervista di Maria Falvo

    Massimo Wertmüller, attore e doppiatore di fama con all’attivo tanti ruoli di successo in film, fiction e spettacoli teatrali, ha anche una spiccata sensibilità verso gli animali: quanti di voi lo conoscono in questa veste? Per voi l’intervista che pubblicheremo anche su Impronte di ottobre e questo mese in anteprima sul mensile Quattro Zampe.

    Anche da bambino avevi questa affinità verso gli animali? Di recente sei intervenuto contro l’avvelenamento di cani a Sciacca e sei al fianco di LAV (www.lav.it) per contrastare l’abbandono di animali

    Da piccolo avevo un rapporto abbastanza “disattento” verso gli animali, ma sono cresciuto con una mamma che amava particolarmente i cani.

    Che rapporto hai oggi con gli animali?

    Lo definirei un rapporto di grande “consapevolezza”: adottare dei cani e è stata una scelta voluta e consapevole ed è stata proprio la vita familiare con loro a farmi conoscere e apprezzare la sensibilità e la grandezza deli animali. In loro vedo la scintilla della vita, quella nobiltà d’animo, quella purezza che noi umani perdiamo al momento della nascita… Questa consapevolezza mi fa provare per gli animali immensa ammirazione, rispetto per la vita di tutti: e così, ad esempio, nelle pietanze in tavola non vedo semplicemente il nutrimento ma la vittima. E così questo sentimento di rispetto verso gli animali mi ha fatto scegliere, consapevolmente, di non cibarmi più di animali, una scelta che consiglio perché non abbiamo il diritto di uccidere polli o maiali né di sottometterli alle condizioni tipiche degli allevamenti.

    Vivi con due cani, ci racconti la loro storia?

    Per una scelta che definirei etica ed empatica, Rocco e Pupetta fanno parte della mia famiglia: li ho adottati dagli amici del Canile di Latina, Rocco 8 anni fa e Pupetta circa 6 anni fa. Sono due meticci e, come tutte le razze miste, sono più forti! Andate al canile, adottare dai canili significa salvare delle vite, inoltre non costa nulla ed è una scelta che renderà la vostra vita più ricca e completa.

    Diresti che i tuoi cani sono parte integrante della famiglia?

    Senza alcun dubbio Rocco e Pupetta sono parte della mia famiglia, una parte essenziale della mia famiglia, sono miei fratelli!

    C’è un testo teatrale, una sceneggiatura dove gli animali hanno un ruolo e che ti piacerebbe recitare?

    Penso ai grandi classici, alle storie di Priamo e Achille, a Omero e ai poderosi versi dell’Odissea, con la narrazione del cane Argo che aspetta Ulisse tutta la vita: si tratta di capolavori con una profondità e uno spessore ineguagliabili.  Ulisse torna a casa dopo vent’anni di assenza e si maschera per non farsi riconoscere. Ma non può nascondersi agli occhi del suo cane che, dopo due decenni, ancora lo ricorda. Una scena straziante: Argo riconosce Ulisse, scodinzola ma è troppo vecchio e malato. Muore ma ha almeno potuto rivedere Ulisse, che piange per Argo. E’ per lui l’unica lacrima del forte Ulisse…

    Cosa pensi dell’uso degli animali nei circhi?

    Non approvo l’uso di animali nei circhi o in altri spettacoli, non posso approvare l’uso coercitivo degli animali. Sono un convinto difensore della vita nel suo habitat naturale e la rispetto fino in fondo. Invito il pubblico ad aprire gli occhi, a non essere complice di chi non rispetta gli animali. Sono nostri fratelli.

    © foto Flavio Di Properzio

  • Pellicce: Los Angeles ne vieta il commercio

    Pellicce: Los Angeles ne vieta il commercio

    Ennesimo duro colpo all’industria delle pellicce, ormai sempre più in declino: ieri il City Council di Los Angeles ha votato a favore del divieto al commercio di prodotti di pellicceria. Il bando, che esclude anche la possibilità di produrre pellicce, sarà effettivo a partire dal 2020.

    Los Angeles è ora la città più grande negli Stati Uniti, e nel mondo, in cui non sarà più possibile vendere e acquistare pellicce! “Ruba” così il primato raggiunto lo scorso marzo da San Francisco, e prima ancora da altre due città californiane West Hollywood e Berkeley che già hanno adottato le stesse restrizioni.

    Si tratta di una vittoria storica per gli animali sfruttati nell’industria della pellicceria, frutto anche degli importanti e strategici risultati che abbiamo raggiunto, in sinergia con i partner del network internazionale Fur Free Alliance: convincendo i colossi della moda quali ad esempio Gucci, Armani, Hugo Boss, Versace e operatori del settore come il Gruppo YNAP (ecommerce Yoox.com e Net-A-Porter.com) a dotarsi di policy fur-free, ed agevolando in questo modo anche l’intervento delle Istituzioni (per ora “solo” di alcune tra le più importanti città americane) che stanno consolidando questo cambiamento sociale.

    Intanto in Italia, la nostra proposta di legge (atto C.99 On. Brambilla – FI, C.177 On. Gagnarli – M5S, S.211 Sen. De Petris – LEU), per vietare almeno l’allevamento di animali per la produzione di pellicce, continua a rimanere “congelata” in attesa di essere calendarizzata nei lavori delle commissioni parlamentari.

    Il futuro della moda è fur-free: chiediamo al nostro Parlamento di adeguare al più presto la normativa Italiana al cambiamento già in corso nella società!

  • Pellicce addio? Ancora nessun impegno formale, prosegue la campagna #PRADAFURFREE

    Pellicce addio? Ancora nessun impegno formale, prosegue la campagna #PRADAFURFREE

    Secondo quanto riportato dal magazine WWD  sembra che Prada sia disponibile ad aprire un dialogo con le organizzazioni animaliste e che stia organizzando un incontro per le prossime settimane.

    Un primo, seppur lievissimo, risultato della campagna globale, #PRADAFURFREE, lanciata da Fur Free Alliance, di cui siamo parte, lo scorso 6 settembre.

    Siamo lieti che Prada abbia dichiarato la propria disponibilità a un confronto aperto sull’importanza di rinunciare definitivamente all’uso di pellicce animali. Ma finora non abbiamo avuto alcun contatto diretto che confermi quanto riportato dalla stampa. 

    La campagna #PradaFurFree prosegue e con un maggiore coinvolgimento di tutti i nostri sostenitori in Italia, soprattutto in vista della imminente sfilata a Milano.

    Partecipa all’appello #PRADAFURFREE via social!
    Ricordati di usare sempre un tono civile, nei tuoi messaggi, anche severo, ma educato e convincente, senza ricorrere a offese che potrebbero risultare controproducenti.

  • Orrore in provincia di Verona: processo per maltrattamento di oltre 350 animali

    Orrore in provincia di Verona: processo per maltrattamento di oltre 350 animali

    Domani 18 settembre, entra finalmente nel vivo, con la prima udienza, il procedimento giudiziario che vede protagonista l’allevamento “Amico Cane” di Isola della Scala (Verona), struttura in cui, secondo l’accusa, oltre 300 cani, insieme ad altri animali, sarebbero stati detenuti in condizioni di estrema sofferenza e assoluta mancanza di igiene.

    Imputati, per i reati di cui  agli artt. 81 cpv, 110, 544 ter, 727 c.p., i due gestori e la veterinaria responsabile dell’allevamento “perché in concorso tra loro […] senza necessità, detenevano circa trecento cani, appartenenti a razze diverse e circa trenta animali da cortile, tra cui bovini, pony ed avicoli, in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze sottoponendoli a comportamenti insopportabili per le loro caratteristiche etologiche, nonché cagionando agli stessi lesioni, anche omettendo di prestare loro le opportune cure e la necessaria assistenza veterinaria”.

    Nella citazione in giudizio si parla di cani tenuti in spazi tali da non “consentire un’adeguata possibilità di movimento, […] tenuti costantemente sporchi con all’interno abbondante presenza di feci […] con ciotole rovesciate o contenenti acqua sudicia. […] modalità di detenzione per effetto della quale gli animali manifestavano una condizione di grave sofferenza conseguente a stress cronico ed una serie di anomalie etologiche quali ad esempio il freezing, gli uggiolii continui, la masticazione nevrotica delle ciotole, la coprofagia, l’abbaiare isterico”. A ciò vanno aggiunte le lesioni e le malattie, dermatiti, otiti, parodontiti, ernie, ulcere, lesioni cutanee ed oculari, tumori mammari grave denutrizione, diarrea profusa e parassitosi, patologie in ordine alle quali nessuna cura e nessun accorgimento igienico-sanitario era intrapreso” e le condizioni di particolare sfruttamento cui erano sottoposte le fattrici “con totale disfacimento fisico e mentale”. Un quadro agghiacciante che non ha risparmiato neanche gli animali “da cortile” ospitati in ripari “con copertura in eternit in mancanza di aree pulite ed asciutte per il riposo, con mangiatoie vuote ed abbeveratoi contenenti acqua torbida […]su un corposo strato di rifiuti composto dalle proprie deiezioni misto a deiezioni provenienti dall’allevamento dei cani”.

    Sono immagini di orrore, quelle riportate negli atti, confermate dai racconti di chi in quei capannoni, negli anni, ci è entrato: scene di crudeltà che fanno male al solo ascolto e di cui la mente fatica a liberarsi.

    Alla vigilia del processo, vogliamo raccontare la storia che ha dato origine al sequestro di tutti gli animali ed è proseguita con la successiva mobilitazione, sotto la regia della Sede LAV di Verona, per la presa in cura e l’affido degli oltre 300 animali liberati dall’allevamento ad opera dell’allora Corpo Forestale dello Stato.

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