Categoria: LAV – Lega Anti Vivisezione

  • Palio Castel Madama:ennesimo cavallo ferito. Dubbi sulla sua sorte

    Domenica scorsa a dieci giorni dal Palio di Siena, un altro cavallo è rimasto vittima della follia umana: Pokemon del Rione Empolitano stava correndo durante il Palio di Castel Madama quando improvvisamente è caduto. La corsa è proseguita incurante del cavallo rimasto a terra in mezzo alla pista, con altri tre cavalli in corsa di cui uno senza fantino.

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    “Non smetteremo mai di condannare le manifestazioni che coinvolgono animali in feste, sagre e palii, in nome di non meglio specificate ‘tradizioni storico-culturali’ che non sono altro che una mera giustificazione per altri interessi. I circuiti su cui corrono i cavalli nei palii sono pericolosi nonostante l’adozione dei sistemi di sicurezza previsti dall’Ordinanza del Ministero della Salute, in vigore dal 2009. Il rischio di cadute, azzoppamenti e morte per i fantini e i cavalli resta sempre alto. I cavalli vengono lanciati in una corsa sfrenata, frustati, su percorsi spericolati e al limite della loro resistenza fisica”.

    Il Palio di Castel Madama potrebbe rappresentare una valida occasione di condivisione di valori cittadini se solo riuscisse a liberarsi dall’utilizzo degli animali.
    Il crescente numero di persone sensibili alla sofferenza degli animali esige un cambiamento nelle modalità di svolgimento dei festeggiamenti, così come è accaduto in altri Comuni italiani, quali ad esempio Pontevico (BS), Lodi e Barlassina (MB).

    “Un incidente prevedibile ed evitabile non è più un incidente ma una condanna a morte – dichiara la LAV di Roma – Chiediamo al Sindaco del Comune di Castel Madama e al Servizio veterinario di Tivoli di conoscere lo stato di salute del cavallo Pokemon e dove si trova”

  • Orsi: chiamata alla armi del Presidente Rossi. Far West contro biodiversità

    Dichiarazione della LAV:

    “La campagna anti orso del Presidente della Provincia di Trento Ugo Rossi, con la sua “chiamata alle armi” contro gli orsi – prima immessi sul territorio e ora definiti pericolosi -, fino a chiedere l’autorizzazione a ricorrere a spray urticanti, sono la conferma plateale che la gestione della fauna, e nello specifico della fauna particolarmente protetta, non può essere delegata a politiche improvvisate e da far west, contrarie alla tutela della biodiversità, dell’ambiente e all’interesse di tutti i cittadini.”

    “La LAV è certa che il Ministro dell’Ambiente non concederà alcuna deroga, né alla normativa per prevedere catture e abbattimenti di orsi, né al Pacobace (Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso). L’apertura di un tavolo di lavoro sul tema che permetta di ridiscutere normative e procedure d’intervento sarebbe ‘un tavolo con sole due gambe’ se limitato al solo Ministero dell’Ambiente e alla Provincia di Trento: chiediamo che Associazioni qualificate come la LAV, riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente, siano democraticamente chiamate a far parte di questo tavolo di lavoro per arrivare a una soluzione condivisa”.

    “La letteratura scientifica sulla materia è corposa, e chiarisce che l’orso in caso di incontro con l’uomo si sente minacciato, tanto più se in presenza di cucciolate come accaduto a Daniza, narcotizzata e così uccisa. Il Presidente Rossi e il Ministro dell’Ambiente si assumano le loro responsabilità per le immissioni sul territorio di questi plantigradi, per la mancanza di una capillare campagna di informazione alla popolazione circa le regole di buona convivenza, per l’assenza di una gestione politica e ambientale rigorosa che ci vede inquilini dello stesso ambiente: gli orsi non sono pedine usa e getta.”

  • Mucca "a terra": seconda condanna in cassazione nel giro di un mese

    Nel corso dell’udienza svoltasi ieri, la Corte di Cassazione ha confermato la condanna per il reato di maltrattamento all’allevatore-trasportatore che nel 2008, fuori dal macello Inalca di Ospedaletto Lodigiano, massacrò una mucca ferita e non deambulante, percuotendola e trascinandola per farla scendere dal camion.

    “Si tratta del secondo caso in un solo mese in cui la Corte di Cassazione conferma una condanna per i maltrattamenti inflitti ad animali durante il trasporto verso il macello: una pronuncia destinata a fare giurisprudenza. Esprimiamo soddisfazione per la decisione dei Supremi Giudici, nella parte in cui conferma l’orientamento già emerso nell’analogo caso della mucca Doris. Con questa nuova pronuncia, infatti, la Cassazione ha ribadito, senza alcun dubbio, che trascinare una mucca “da latte”, o qualsiasi altro animale, seppure destinato alla macellazione, costituisce un reato e che simili prassi devono essere perseguite come dei veri e propri delitti”.

    L’allevatore-trasportatore era già stato rinviato a giudizio per i reati di abbandono e maltrattamento, aggravato dalla morte della mucca. Infatti, dapprima assolto dal Tribunale di Lodi, nel 2014 fu condannato dalla Corte d’Appello di Milano che, pur dichiarando prescritto il reato di abbandono, condannò l’imputato per il reato di maltrattamento, alla pena di mesi 6 di reclusione e a 6.000,00 euro di multa, e a mesi 6 di sospensione dell’attività di trasporto degli animali, ex art. 544 sexies c.p. La mucca fu trovata dal veterinario in una pozza di sangue, ridotta in fin di vita dal suo aguzzino per la difficoltà di farla scendere dal camion, e quindi sottoposta ad eutanasia per mettere fine alla sua agonia.

    Ieri la Cassazione, nel confermare la condanna per maltrattamento, ha rinviato alla Corte di Appello di Milano la verifica della sussistenza dell’aggravante della morte: “siamo fiduciosi che questa nuova pronuncia non potrà che confermare la gravità del reato”.

    L’altro analogo caso giudiziario è quello della mucca Doris, non più in grado di camminare, rispetto al quale, solo pochi giorni fa (fine giugno), la Corte di Cassazione ha confermato, per la prima volta, l’applicazione del delitto di maltrattamento di un animale trasportato verso il mattatoio, con la condanna di sei imputati.

  • L’abbandono è un reato.La prevenzione da parte di tutti è possibile

    Per cercare di arginare il reato di abbandono di animali, invitiamo i cittadini e istituzioni ad adottare indispensabili azioni di prevenzione, come le adozioni “consapevoli” dai canili, la sterilizzazione (per evitare riproduzioni fuori controllo), il cane libero accudito: un’alternativa alla vita da reclusi, anche per i randagi che non trovano una famiglia disposta ad accoglierli in casa. Si tratta di una soluzione prevista da alcune leggi regionali di attuazione della Legge Quadro n.281/91 e dalla Circolare n.5 del 14 maggio 2001 del Ministero della Sanità, che può essere istituita dal Sindaco, primo responsabile del benessere di tutti gli animali presenti sul territorio comunale (art.3 Dpr 31 marzo ’79). 

    La scelta di vivere con un animale non sempre è ponderata con responsabilità, e il cane, o il gatto (ma anche altri animali) una volta rivelatisi “impegnativi” o costosi, vengono abbandonati.

    Si stima che ogni anno in Italia siano abbandonati una media di 80.000 gatti e 50.000 cani, più dell’80% dei quali rischia di morire in incidenti, di stenti o a causa di maltrattamenti. Spesso gli animali disorientati e impauriti vagano in strada, con un grave rischio per se stessi e per gli automobilisti. 

    Per contrastare questa piaga, vi proponiamo alcune misure tese a riformare la Legge 281/91 (Tutela animali d’affezione e prevenzione del randagismo) attraverso, ad esempio, il libero accesso di cani e gatti nei luoghi pubblici e nelle strutture turistiche, detrazioni fiscali su cibo e spese veterinarie per chi adotta un cane o un gatto, l’inserimento di cani e gatti nel certificato di “stato di famiglia”.

    COMUNICATO INTEGRALE

    VACANZA A 4 ZAMPE