Categoria: Cani

  • Portarsi il cane in casa di riposo? Per la prima volta in Italia si puo’ – greenMe.it

    Portarsi il cane in casa di riposo? Per la prima volta in Italia si puo’ – greenMe.it

    Cane e padroni ancora insieme, anche in casa di riposo. Da oggi è possibile grazie al nuovo Dog Camppresso Residenze Heliopolis di Binasco, alle porte di Milano, che permetterà agli anziani ospiti di risiedere insieme ai loro amici animali.

    Gli appartamenti qui sono infatti dotati inoltre di attrezzature specifiche per il proprio animale domestico, che sia cane e/o gatto, in modo da poter garantire un soggiorno confortevole anche al proprio amico a quattro zampe.

    Oltre alla casa di riposo, il Dog Camp prevede un’area Sgambo, ovvero un’area verde alberata e recintata dove i cani possono correre e divertirsi nella massima sicurezza, e persino ricevere visite (previa autorizzazione) dai cani dei visitatori della residenza.

    Qui c’è anche il Dog Hotel, che è a tutti gli effetti una casa per i cani degli ospiti della casa di riposo. E’ costituto da casette singole con giardino privato, accessibili dal proprietario e dalle persone da lui autorizzate, oltre che dal personale dedicato. La Dog House è anche lo spazio dedicato al deposito dell’attrezzatura cinofila, oltre che al lavaggio e alla pulizia degli animali.

    Insomma, finalmente i cani e i loro padroni, anziani ospiti delle casa di riposo, possono finalmente tornare a vivere insieme, con tutti i benefici per i pazienti derivanti dal contatto con gli animali: miglioramento comportamentale, fisico, cognitivo ed emotivo.

    Roberta Ragni

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  • In spiaggia con i cani, a Porto San Giorgio arriva l’ok degli chalet – Il Resto del Carlino (Blog)

    Le spiagge aperte al fido cane sono sempre più numerose in Italia, in particolari nelle regioni Toscana e Sardegna. Per una località balneare disporne potrebbe costituire motivo di richiamo per i turisti che non si separerebbero mai dal loro animale.

    La direttrice Confcommercio, Maria Teresa Scriboni precisa che sono già dieci gli chalet che hanno dato l’ok al progetto, ingresso in spiaggia per Fido, portato avanti dalla sua associazione, ma che se ne stanno aggiungendo altri: «Per entrare in una spiaggia che comunque non è attrezzata per gli animali – dice la Scriboni – i cani dovranno essere necessariamente di piccola taglia, sostare sotto l’ombrellone, e non fare il bagno».

    Secondo lei, si tratta di un gesto di civiltà e di amore verso gli animali e i loro proprietari, il più delle volte costretti a lasciarli soli nelle stanze d’albergo o nelle case vacanza. «Una città a vocazione turistica non può non interessarsi anche di questa esigenza», dice. L’iniziativa riscuote l’immediato consenso dell’assessore Ciabattoni. «Non ne abbiamo ancora discusso in giunta – queste le sue parole – perciò al momento la mia posizione è personale: sono assolutamente in sintonia con il progetto della Confcommercio. Credo sia un bel segnale, ma che si debba andare anche oltre, individuando una spiaggia aperta ai cani, anche se, data la conformazione del nostro arenile, non è affatto semplice. Io ho il cane e capisco perfettamente queste esigenze che sono di tanti turisti e frequentatori della nostra spiaggia. Pertanto sono d’accordo e verificherò con i colleghi la possibilità di dare una risposta concreta alla richiesta Confcommercio».

  • Come il lupo è diventato cane. I particolari – TargatoCn.it

    Come il lupo è diventato cane. I particolari – TargatoCn.it

    Studi recenti – in particolare quelli di Wolf Herre – vedono il lupo grigio come l’unico antenato diretto dei cani domestici. Studi sul DNA mitocondriale – svolti da Robert Wayne – fanno risalire il differenziamento tra “proto-cane” e lupo a 100.000 anni fa, ma i primi reperti fossili chiaramente distinguibili e che dimostrano un ruolo nella società umana antica del cane, risalgono a 12.000 anni fa da una sepoltura in Israele settentrionale di un uomo con una mano appoggiata al corpo di un cucciolo.

    Dalle prime raffigurazioni rupestri di 11-10.000 anni fa a Cueva Vieja de Alpera (in Spagna), il proto-cane appariva come una creatura di taglia media o piccola, con orecchie non sempre erette e coda spesso arricciata sul dorso (caratteristica assente nel lupo, compromettendone la funzionalità).

    Le contraddizioni tra testimonianze sul DNA (100.000 anni fa) e archeologiche (12.000 anni fa) possono essere spiegate con il fatto che ci siano stati più casi di addomesticamento in diverse località del mondo: questo spiegherebbe anche una così grande variabilità delle razze canine oggi presenti.

    Presumibilmente, la differenziazione tra cane e lupo sarebbe iniziata 11-12.000 anni fa in Asia, Africa ed Europa meridionale a partire da canidi selvatici che si avvicinarono agli insediamenti umani per cibarsi dei nostri resti. Questo accade ancora oggi in alcune località dell’Africa e dell’Asia in cui alcuni cani – cani pariah – si avvicinano ai villaggi umani per cibarsi prima di allontanarsi, pertanto non possono essere definiti domestici.

    Gli uomini dell’epoca e i proto-cani avevano lo stesso tipo di organizzazione sociale, vivevano nello stesso territorio e si nutrivano degli stessi alimenti. In una situazione del genere le specie potevano ignorarsi, farsi la guerra, o trovare una soluzione. I primi esemplari che si avvicinarono agli insediamenti umani dovevano essere meno selvatici, meno aggressivi e meno diffidenti dei lupi: non mostravano particolare interesse per la compagnia dell’uomo, ma neppure lo temevano, si limitavano a mantenere una certa distanza di sicurezza. Con la comparsa dei primi villaggi, gli antenati del cane cominciarono a seguire più da vicino i nostri spostamenti nutrendosi dei nostri scarti. Si verificò una sorta di autoselezione naturale impostata sull’accorciamento della distanza di fuga e la successiva dipendenza dall’uomo può aver influito sulle modificazioni fisiche del proto-cane (in particolare la diminuzione di taglia) per via delle nuove e differenti condizioni alimentari (non dovevano più cacciare). Solo dopo qualche tempo sarà venuto in mente a qualcuno di catturare un cucciolo e provare ad allevarlo e addomesticarlo.

    Ricordiamoci però che i canidi si dividono in animali solitari (le volpi), che vivono in coppia (gli sciacalli) e che vivono in branco (lupi e coyote). Il branco è tale perché ha una struttura ben organizzata e in cui i diversi membri hanno un preciso rapporto tra loro: si conoscono, comunicano e cooperano. I cani non sono animali da branco (sebbene talvolta possano riunirsi in gruppo) e hanno una maggiore propensione a instaurare i rapporti con l’uomo, è più corretto allora parlare di branco misto uomo/cane.

    I destini di cane e uomo sono legati indissolubilmente, ma con una differenza: se l’uomo potrebbe tranquillamente vivere senza il cane, il cane non può sopravvivere senza l’uomo perché le mutazioni sono irreversibili e molti geni dell’antenato selvatico sono andati irrimediabilmente perduti.

    Per qualsiasi curiosità, informazione e suggerimento non esitate a contattare la redazione.

    Un bau a tutti, e alla prossima settimana!

    Daniel Sebastian Ossino

  • Bardineto, cani e padroni a passeggio insieme con “Can… minando” – Il Vostro Giornale

    Saranno presenti per tutto il tempo le guide di AriAperta, l’addestratore cinofilo Simona Verri e il veterinario Gianluca Perrone per consigliare i partecipanti su come instaurare un buon rapporto con il loro cane.

    Si consiglia abbigliamento da trekking, felpa e giacca da pioggia. Per il cane si consiglia, acqua, guinzaglio (o pettorina se tira tanto) e sacchetti per deiezioni. E’ consigliato proteggerlo con antiparassitario. Chi non parteciperà alla camminata può approffittarne per provare il Parco Avventura Bardineland o il battesimo della sella.

    Il ritrovo è alle 16.30 al maneggio Oddone Red Horse. La partenza è alle 17, mentre la cena è alle 19.30 in Cascina. Durante la manifestazione verranno distribuiti gadget a tutti i partecipanti.

    Il costo è di 40 euro per il binomio accompagnatore e cane. Per maggiori informazioni è possibile contattare Simona al 338.9604010 o visitare il sito www.ariaperta.it o scrivere a info@ariperta.it.

  • Marciapiedi invasi dalle cacche dei cani – Trentino Corriere Alpi

    Sarà, i padroni di cane maleducati e svogliati sono aumentati. Ma oltre a questo “fenomeno” c’è un fatto che, sebbene solo parzialmente, scusa chi porta a spasso il proprio Fido e si “dimentica” di pulire. Tutti o quasi i distributori di sacchetti per cani presenti in città sono vuoti. E così chi conta su questo facile aiuto nel caso il cane debba fermarsi per un impellente bisogno, si trova disarmato, e alla fine finisce che fa finta di niente e lascia per strada il risultato.

    Il servizio, battezzato “Luisito ama il pulito”, fa parte della filiera della gestione dei rifiuti, curata da Dolomiti Energia, ed in effetti è molto apprezzato. I padroni di cane possono rimediare gratuitamente quando il loro cane sporca in centro, senza nemmeno dover penare per cercare un distributore, vista la loro capillarità. I distributori verdi ci sono, ma in questo periodo sono vuoti, in pochissimi avanzano dei sacchetti. E chi non è previdente e non ha con sè dei sacchetti, si trova disarmato. Questa non è una scusante, perché se “pescati” da un vigile, la multa è sicura e anche salata: 50 euro; la scusa del distributore non vale. Ma ovviamente la polizia locale non può pattugliare la città ad ogni ora, inseguendo i cani a passeggio. L’incremento di cacche canine in città è sotto gli occhi di tutti, e non è un bel vedere. Sotto gli occhi di tutti, e pertanto è già finito su Facebook, dove, sull’attivo gruppo “Se sei di Rovereto”, già sono numerose le lamentele, sia nei confronti dei padroni di cani maleducati, sia nei confronti di chi gestisce i distributori gratuiti. Va precisato che spesso questi distributori, alla mercè di tutti per strada, spesso vengono svuotati inutilmente di notte da vandali. Ma sarebbe perverso svuotare tutti i distributori semplicemente per dispetto, per quanto oggidì se ne vedano di tutti i colori. Sembra che dietro a questa penuria di sacchetti ci sia un ritardo nella consegna a Dolomiti Energia da parte dei fornitori, che da almeno due settimane non portano nuovi sacchetti all’azienda. I padroni di cane

    devono intanto adattarsi, e fare ciò che dovrebbero fare sempre e comunque: procurarsi dei sacchetti e portarli con sè, in ogni caso, quando portano a passeggio il loro migliore amico. Nel rispetto dell’incolpevole animale, e, soprattutto, delle altre persone.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

  • Vacanze con cane: le migliori spiagge in Europa – marieclaire.it

    Vacanze con cane: le migliori spiagge in Europa – marieclaire.it

    di La Redazione – 23 Giugno 2015 – 18:25

    Estate 2015: al mare con i cani. Prima di tutto piantiamola di chiamarlo Fido: chi ha mai più chiamato Fido il proprio cane? Forse andrebbero chiamati Fido i vari padroni, quelli di cui ci si dovrebbe fidare specie in tempi di social – bombing in cui l’uomo ne esce bestia (e viceversa). Sarà anche per questo swift di categoria che i cani ora si godono servizi davvero ad hoc, come le spiagge attrezzate esclusivamente per loro. Dalla Sardegna alla Grecia Hotels.com ha stilato le spiagge che ospitano i cani – e lo fanno effetto cinque stelle.

    PORTO PALMA – SARDEGNA. L’isola di Caprera racchiude il segreto dell’arcipelago della Maddalena: area geomarina e sabbia caraibica (invece siamo in Italia, olè). Sulla spiaggia di Porto Palma c’è spazio anche per i quattro zampe, 10 metri quadri per ogni bestiola (se vi presentate con un alano fate i conti….). Per i padroni place to be: Excelsior La Maddalena, quattro stelle e vista Mediterraneo.

    NASSO – GRECIA. Cosa desidera di più di una viaggio alle Cicladi un beagle che ha passato l’inverno a Milano? Una delle più belle spiagge d’Europa, Agios Prokopios offre un chilometro di sabbia finissima, peccato che i cani qui abbiano comunque l’obbligo di stare al guinzaglio (e correre liberi no?). Padroni, post visita ai siti archeologici delle Cicladi rilassatevi al Galazia Studios, tre stelle di categoria e moltissime altre in cielo.

    CATALOGNA – SPAGNA. Sapevate che la Spagna, tra le altre aperture mentali, detiene anche il primato di pet-friendly? Ecco perché, previo passaporto veterinario, i cani in Spagna vanno ovunque: dal museo alla spiaggia. Costa Brava anche per lui dunque, ma ricordatevi che la movida e il suo sound non sono particolarmente sani per le mini orecchie del mini cane. “Location” per tutti l’Hotel SB Ciutat de Tarragona, 4 stelle in centro storico.

    ISOLA DI LUSSINO – CROAZIA. Il boom della Croazia non ha intenzione di diminuire neppure nell’estate 2015: ecco perché nell’arcipelago di Quarnaro, mentre i padroni si danno al windsurf, i cani stanno tranquilli in una delle otto spiagge attrezzate per loro, tra docce e ceste, e i più forti nuotatori potranno raggiungere i padroni nelle calette. La sera tutti a riposare e poi cenare sul porticciolo nelle quattro stelle di Apoksiomen Hotel Mali Losinj.

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    scritto da La Redazione
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    tag estate 2015, spiagge, cani, animali

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  • Avete mai sentito dire “lavoro come un gatto”? Ecco tutti i benefici … – L’Huffington Post

    Avete mai sentito dire “lavoro come un gatto”? Ecco tutti i benefici … – L’Huffington Post

    Chi ha un cane conosce a fondo i benefici di questo speciale rapporto che si estende a tutta la famiglia e oggi anche al luogo di lavoro. Insomma, essere un cane è in fondo una attività a 360 gradi a nostro beneficio; i pet chiedono in cambio coccole, cibo adatto a loro e lunghe passeggiate. A questo lavoro è dedicata la celebrazione americana del 26, ma anche molte aziende italiane stanno valutando i benefici di dare la possibilità ai dipendenti di portare in ufficio il proprio cane. Diversi i casi che ho potuto constatare personalmente: agenzie di viaggi, avvocati, l’amministratore delegato di una radio nazionale, case di produzione tv. A parte il piacere di essere accolti da un labrador e due cucciolotti all’ultima riunione, studi hanno dimostrato che gli animali in ufficio migliorano l’umore, abbassano la competitività e l’aggressività e accrescono la produttività insieme alle idee creative.

    I cani sono creature straordinarie che svolgono centinaia di ruoli: aiutano gli anziani a socializzare, fanno compagnia, giocano con i bambini, alcuni di essi svolgono ruoli di ricerca e salvataggio, sono poliziotti, vanno in guerra o tra le valanghe, oppure cercano persone ancora vive sotto le macerie. Più di recente è stato dimostrato che l’olfatto animale può individuare tumori anche in stadio precoce e molti cani hanno compiti di assistenza a ciechi o malati. Non è un caso che nelle case italiane vivano circa 45 milioni di animali domestici (tranquilli, più di 15 milioni sono pesci da acquario ma anche uccellini, tartarughe, conigli) e due terzi delle famiglie americane convivono con un pet. Senza togliere nulla alla bellezza e alla compagnia degli amici gatti, non sono questi ultimi ad essere considerati i “migliori amici dell’uomo”. Quella con il cane è una lunga storia di amicizia e domesticazione che negli ultimi tempi ha incuriosito gli scienziati sul ruolo benefici per la salute dei loro proprietari: molto lunga se pensiamo che in Israele è stato scoperto uno scheletro umano risalente a circa 12mila anni fa che teneva la mano sulla testa di un canide simile ad un lupo. Si può dire quindi che il cane aiuta la nostra salute anche se saremmo scettici a credere quale sia l’apporto di un ammasso di peli che si abbandona a pennichelle sul tappeto in cui sogna di correre, abbaia e russa.

    Ma da proprietaria di lungo corso di ogni genere di quadrupede posso assicurare che un cane ha proprietà calmanti, ansiolitiche, antidepressive ed equilibratrici. Negli ultimi anni ho accolto a casa tre gatti meravigliosi ma due anni fa, con la scomparsa di mia madre, ho aperto la mia casa anche ad un dolcissimo terrier di nome Maggie. Eravamo già innamorati di lei, ma questo sentimento è cresciuto quando è venuta a stare con noi. Di recente in Italia alcune sentenze e la lungimiranza di alcuni direttori sanitari hanno autorizzato l’ingresso dei cani dei pazienti in ospedale. All’Ospedale Pedatrico Meyer di Firenze i cani possono fare visita ai piccoli padroni ricoverati. Quando le persone sono ricoverate per molto tempo, sentono una profonda mancanza del proprio amico a quattro zampe. Quando mia madre si ammalò, trascorse circa un mese in ospedale. Era vietato far entrare i cani anche nella zona esterna ma un giorno aggirammo i controlli, portammo mamma fuori con la sedia a rotelle e le facemmo una sorpresa. Maggie fece una corsa a perdifiato quando sentì la voce della padrona e le planò direttamente tra le braccia. Piangevamo tutti dalla gioia e dalla commozione e sono sicura che nell’ambiente asettico dell’ospedale Maggie sarebbe stata felice di stare ai piedi del letto della sua amata ‘mamy’, cosa che ha fatto sino all’ultimo momento della sua vita quando l’abbiamo portata a casa.

    Maggie ha avuto diversi influssi positivi sulla nostra esistenza, a me ha imposto un po’ di quell’esercizio fisico che mancava nella mia routine. L’arrivo di Maggie ha permesso di superare la mia pigrizia ed ha aperto la via di lunghe passeggiate in riserva che mi permettono di muovermi e soprattutto di fare delle pause dal lavoro. La sera d’estate la passeggiata dopo cena è particolarmente piacevole e ora conosco tantissime persone in più. Il cane è l’elemento socializzante per eccellenza, ottimo per i timidi, per i musoni, per le persone sole, per tutti. Permette di fare due chiacchiere e stabilire nuove amicizie. L’appuntamento al parco è uno svago piacevole e anche noi umani abbiamo bisogno di stare di più in mezzo alla natura per il suo effetto calmante. Mi impongo di non fare telefonate di lavoro durante la passeggiata con Maggie che reclama completamente la mia attenzione. Portare fuori il cane non serve solo a fargli fare pipì ma a stabilire una relazione con lui e farlo giocare, stimolarlo mentalmente e aumentare la sua intelligenza e reattività dopo le lunghe ore trascorse tra le mura domestiche a ronfare. I cani che non giocano sono ansiosi e depressi e si ammalano di più. Come noi, soffrono di stress e la noia ne è un fattore. E allo stesso tempo anche gli umani adulti provano piacere e benefici nell’attività di gioco.

    Ma gli effetti benefici arrivano ad una maggiore aspettativa di vita: lo testimonia uno studio finanziato da National Institute of Health che ha seguito 421 adulti che avevano sofferto di attacchi di cuore. Un anno dopo, gli scienziati hanno scoperto che i proprietari di cani avevano maggiori probabilità di essere ancora in vita rispetto a quelli che non avevano un cane, indipendentemente dalla gravità dell’infarto. Gli animali con cui conviviamo quindi diminuiscono lo stress e aumentano l’autostima, chi ha un cane ha una maggiore capacità di adattarsi alle situazioni di tensione e questo rapporto riduce il rischio cardiovascolare. Alcuni studi poi si spingono ad asserire che l’effetto benefico interessa anche livelli inferiori di colesterolo e trigliceridi, probabilmente grazie all’effetto della maggiore attività fisica correlata alla longevità.

    Un’altra ricerca, sempre dell’NIH ha osservato che i proprietari di cani sono più in forma: la ricerca eseguita su oltre 2.000 adulti ha determinato che i proprietari di cani che regolarmente camminato loro cani erano più attivi fisicamente e avevano minori probabilità di essere obesi rispetto a quelli che non possiedono un amico a 4 zampe. Un altro studio ha seguito più di 2.500 adulti di età compresa tra 71 e 82 anni per 3 anni. Coloro che camminavano regolarmente con i propri cani avevano un ritmo più veloce e percorrevano tragitti più lunghi alla settimana rispetto agli altri. I cani sono anche ottimi compagni di giochi per i bambini: sono una fonte di conforto e li aiutano a sviluppare l’empatia. Ma anche a sviluppare un senso di responsabilità nei confronti di un essere vivente. A casa nostra tutti ci occupiamo dei ‘pelosi’ e anche mia figlia è stata abituata sin da piccola a prendersene cura dando loro da mangiare.

    Coinvolgere bambini e ragazzi a curare il cane di casa li gratifica e li aiuta a non considerarli solo un peluche con cui giocare. Il cane che ho avuto da bambina e che mi ha fatto compagnia dai 10 ai 21 anni veniva curato e portato fuori solo da me, eravamo inseparabili e per me era motivo di orgoglio avere quella che consideravo una responsabilità da grandi. Terapeuti e ricercatori hanno riferito che i bambini con autismo, a volte, sono in grado di interagire meglio con gli animali domestici, e questo ha effetti benefici anche nei rapporti con le persone. E nei bambini Fido ha un effetto preventivo sulle allergie, specialmente se la convivenza ha inizio già da 1 o 2 anni del bambino. Alla fine di questa lunga lista di benefici un cane (ma anche un gatto) hanno la grande capacità di amare, farsi amare, creare un legame, fare compagnia, consolare e dare calore in maniera incondizionata. Un rapporto molto diverso da quello con altri esseri umani, che deve prevedere comunque un profondo rispetto sia per i bisogni che per l’identità di questi esseri straordinari.

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    Cani e gatti che sorridono
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  • Firma No mangia cani. E se India firma No mangia vacche? Farsi i … – Blitz quotidiano

    Ci fa schifo e ci fa senso l’idea e quindi chi mangia il cane deve essere un barbaro che va fermato. Quindi una firma, firma qua. Come si firma contro la pena di morte, l’infibulazione, la tortura…Anzi no, siamo onesti oltre che civili: se dalle nostre parti raccogli firme contro l’infibulazione, la tortura, la pena di morte, raccogli molta meno mobilitazione e inchiostro e orrore e sdegno rispetto al cane bollito, arrosto o in salmì. Quindi una firma, firma qua e il governo cinese, l’Onu, qualche autorità internazionale prenda nota, tenga conto e blocchi l’ignobile pasto.

    Bene, e se un milione di indiani (o anche dieci facendo le proporzioni) firmassero una petizione contro i mangiatori di vacche? Cioè noi? Se dieci milioni di indiani cui fa schifo e senso l’idea di mangiarsi un bovino chiedessero al governo italiano, all’Onu, a qualche autorità internazionale di fermare lo strazio della costoletta, lo scempio della cotoletta, l’orrore della bistecca, il volta stomaco della fettina, la crudeltà della polpetta, la spietatezza dell’involtino?

    Ma restiamo dalle nostre parti, nelle terre civili dove non si mangiano canidi (felini domestici ogni tanto sì ma non si dice). E se gli irlandesi e gli inglesi che considerano, insieme agli abitanti di alcuni Stati del west americano il cavallo un animale da compagnia, un compagno di vita, firmassero petizione contro le macellerie equine di cui è pieno il Sud Italia?

    E se alle firme degli indiani contro i mangia vacche si unissero le firme di molte popolazioni africane che i cani anche loro li mangiano? E insieme le firme di quegli altri mangiatori di cani che popolano quasi tutto il su est asiatico?

    E poi chi stabilisce che mangiare un pollo o un agnello è civile e mangiarsi un cane è incivile? Lo stabilisce l’abitudine, la consuetudine, la cultura alimentare. E’ costume, sono uso e costumi. Non valori assoluti, naturali. Di assoluto, naturale e quindi secondo natura mentre l’altro è innaturale e diabolico/malefico nelle abitudini e tradizioni alimentari di un popolo o di un altro non vi è proprio nulla. Ognuno mangia ciò che può è ciò che è stato educato a mangiare, quando c’è. Oggi dalle nostre parti (parti di cibo abbondante) va molto un’idea del cibo come peccato e corruzione, come devianza dalla retta via naturale…L’avessimo raccontata così ai nostri nonni ci si sarebbero mangiati…Infatti quest’idea non è valore né cultura, è solo il riflesso di un’abbondanza mai vista di cibo.

    Conta poi la sensibilità, la fraternità, la familiarità con gli animali con i quali letteralmente conviviamo nella stessa casa. Decine di milioni di cani e gatti, partenti, amici, non più animali. E si infila, si intrufola dentro questo grande voler bene ciascuno al “suo” animale la propaganda e suggestione animalista che è altra e diversa cosa. L’animalismo alimentare dei vegani, l’animalismo moralista per cui non si deve mangiare nulla di vivente, la superstizione del terzo millennio per cui se non mangi nulla di vivente non ti ammali e non muori o almeno muori più tardi, l’animalismo psicotico e violento di chi non ha dubbi tra la vita di cento criceti e la salute di un umano, di chi secco risponde prima la salute di un criceto e poi vengono le vite di cento umani.

    C’è anche questo, c’è tutto questo in quella raccolta di firme No mangia cani. ed è in fondo ovvio che sia così, ciascuna abitudine e tradizione ama vestirsi da cultura e ciascuna cultura agghindata per l’occasione ama considerare gli altri selvaggi da educare o barbari da redimere. Va così, però sarebbe meglio, saggio, utile e perfino colto che ognuno, almeno a tavola, si facesse i ca…ni suoi.

  • Festival di Yulin: perchè bisogna fermare il massacro dei cani – Panorama

    Festival di Yulin: perchè bisogna fermare il massacro dei cani – Panorama

    Il mondo degli animalisti, inclusa la Cina, si è sollevato indignato di fronte all’ennesimo festival di Yulin dove il piatto principale è a base di carne di cane (e di gatto).

    Ma a nulla sono valse le proteste: si è infatto svolto oggi regolarmente a Yulin, nel sud della Cina.
    Nel corso del festival circa diecimila cani vengono abbattuti e la loro carne viene servita nei ristoranti locali. La carne di cane è considerata una prelibatezza in alcune zone della Cina meridionale, della Corea e delle Filippine. Il festival di Yulin, che si trova nella Regione Autonoma del Guanxi, vicino al confine col Vietnam, è frequentato da migliaia di persone che non hanno rinunciato alla loro carne preferita.
    Petizioni per l’abolizione del festival sono state lanciate dai gruppi animalisti internazionali e firmate da milioni di persone, tra cui molti cinesi. Le autorità  del Guanxi hanno sottolineato che il festival non è organizzato né sponsorizzato dal governo locale, che anzi ha imposto ai ristoratori una serie di restrizioni. È stato vietato di uccidere gli animali in zone pubbliche, di esibirne le carcasse e di servire carne di cane all’aperto.

    Perché è necessario fermare questo massacro

    Intanto il massacro dei cani ha inizio tempo prima del festival: molti vengono prelevati per strada o rapiti dalle abitazioni. Bloccati, buttati dentro un sacco e poi rinchiusi in gabbie piene di altri cani che riescono a respirare a fatica. Prima del festival i cani subiscono ogni sorta di tortura dovuta alle condizione assurde in cui vengono tenuti. E già questo basterebbe a fermarli, anche senza sapere la fine che poi faranno.

    Ogni anno, in occasione del solstizio d’estate, almeno 10mila cani e gatti vengono uccisi tra atroci sofferenze: a volte vengono uccisi e macellati ancora vivi. 

    Ma il discorso non è “solo” questo.

    In molti sui social si ergono a difesa del fatto che anche noi mangiamo carne di animali: polli, maiali, pecore e mucche.
    Ma è bene ricordare che non esistono allevamenti di cani su larga scala, come riporta l’indagine condotta da Animals Asia.

    Questo conferma che la carne di cane arrivi in maggior parte da cani randagi o rapiti dai legittimi padroni. Allevamenti su larga scala sono stati esclusi per i costi insostenibili: le vaccinazioni e gli standard igienici richiesti, azzererebbero il profitto. Non essendoci dunque allevamenti controllati, il rischio di contrarre la rabbia è molto alto. La Cina infatti è il secondo paese al mondo con il più alto numero di persone infettate da questo virus e la provincia di Guangxi (dove si tiene il festival di Yulin) ha il tasso più elevato del paese. Non è il mangiare la carne che porta alla trasmissione della malattia, piuttosto il contagio avviene attraverso coloro che rubano i cani, li trasportano e li macellano.
    Oltre al fatto che consumare carne conservata in luoghi non igienicamente controllati o, addisrittura, di animali avvelenati, è altamente rischioso.

    Il dissenso nel mondo

    Non è solo il mondo occidentale che s’indigna di fronte a questo massacro: ma anche la stessa Cina, dove ci sono circa 130milioni di cani che vivono come animali domestici nei centri urbani. A Pechino e Shanghai ma anche nelle metropoli del sud come Guangzhou e Shenzhen migliaia di persone di tutte le età hanno un cane. 
    Ma anche nelle zone rurali ben il 93% sostiene di avere dei cani come animali domestici.

    Questo commercio, inoltre, moltiplica la criminalità: tantissimi i casi di aggressioni da parte dei ladri di cani. Questa tradizione barbara viene infatti alimentata da motivi economici: attira delinquenti da ogni parte della Cina (il furto di tre cani di circa 15 kg può fruttare al ladro anche 1000 renminbi, circa 150 euro).

    Tre quindi i motivi per cui festival di questo genere non dovrebbero esistere: il primo, ovviamente, è per salvare gli animali; il secondo quello per evitare il diffondersi delle malattie; il terzo per evitare il dilagare della criminalità legata a questo commercio.

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