Martedì, 01 Settembre 2015 08:14
All’apertura della stagione venatoria la tubercolosi negli animali selvatici rimane un tema d’attualità: i Paesi limitrofi continuano a segnalare casi di malattia. Anche se in Svizzera e nel Principato del Liechtenstein attualmente non vi sono casi di tubercolosi negli animali selvatici, i cacciatori e i guardiacaccia devono restare vigili e notificare a un veterinario ufficiale ogni alterazione sospetta di tubercolosi.Le popolazioni di cervi e di cinghiali parzialmente infette delle regioni limitrofe aumentano tuttavia il rischio di contagio per i nostri animali da reddito e selvatici. Questo rischio non è affatto trascurabile tanto più che la tubercolosi non si trasmette solo dagli animali selvatici agli animali da reddito e viceversa, bensì anche all’essere umano. La collaborazione tra i servizi veterinari, le amministrazioni della caccia e i cacciatori è pertanto indispensabile per evitare che la tubercolosi si diffonda nel nostro Paese. Il riconoscimento precoce e la sorveglianza degli animali selvatici svolgono un ruolo primordiale in questo contesto.
Nell’ambito del programma di riconoscimento precoce avviato nel 2014 sono già stati esaminati circa 100 animali selvatici: finora tutti i campioni sono risultati negativi. I prelievi sono stati effettuati nella regione della Svizzera orientale / del Principato del Liechtenstein, dato che questa zona è attualmente la più esposta. Nonostante questi risultati rassicuranti, il rischio di un’introduzione della tubercolosi in Svizzera resta elevato e quindi il programma di riconoscimento precoce continuerà anche nel 2015. Inoltre, secondo l’ordinanza sulle epizoozie ogni alterazione sospetta rilevata al momento del controllo di una carcassa di un animale selvatico deve essere immediatamente notificata a un veterinario ufficiale.
Controllo degli effettivi di cervi e di cinghiali
Il controllo degli effettivi è indispensabile. A tale scopo, occorrono misure efficaci intese a prevenire la diffusione della tubercolosi: ad esempio, è importante evitare alte densità di popolazioni di cervi e di cinghiali o concentrazioni elevate di questi animali, favorite in particolare dai luoghi di foraggiamento.
Un manuale pratico
In collaborazione con l’Ufficio federale dell’ambiente, il Centro per la medicina dei pesci e degli animali selvatici (FIWI) e la Facoltà Vetsuisse dell’Università di Berna, l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) ha pubblicato un manuale che spiega, tra l’altro, come riconoscere la tubercolosi sulle carcasse di animali selvatici. Questo manuale è sostenuto da CacciaSvizzera.
Selvaggina idonea al consumo
La carne di selvaggina è idonea al consumo e può essere immessa sul mercato se il cacciatore non ha rilevato alterazioni visibili al momento dell’esame regolare della carcassa e degli organi interni. In caso contrario, le carcasse e gli organi devono essere presentati a un veterinario ufficiale.