L’enorme tartaruga verde è in trance. Solleva ritmicamente la coda e depone, una dopo l’altra le uova. Alla fine saranno un centinaio: bianche, grosse più o meno come una pallina da golf e ricoperte da una specie di gel trasparente protettivo. Il rettile, stremato, fa una pausa e poi incomincia a muovere le quattro pinne e gettare sabbia per coprire il nido. La tartaruga non sa di avere un pubblico silenzioso a seguire le sue gesta. Siamo una decina, vestiti di nero, con la guida che illumina la scena della deposizione con una torcia a raggi infrarossi per non disturbare l’animale. L’emozione è forte e palpabile.
Tutti sono consapevoli di aver avuto una grande fortuna ad assistere all’evento a fine stagione. Gli esemplari di Chelonia Mydas infatti arrivano a intermittenza sulle spiagge del Parco Nazionale del Tortuguero, sulla costa caraibica del Costa Rica, più o meno dal 20 luglio al 10 ottobre, fanno il nido e poi riprendono il mare. Le uova si schiuderanno dopo circa due mesi e mezzo, ma solo uno su mille dei tartarughini, dicono le statistiche, diventerà una tartaruga adulta.
I predatori arrivano da terra, dal cielo e li attendono in mare: distruggono le uova, attaccano gli esserini quando escono dal guscio. La mattina abbiamo visto decine di gusci svuotati e di minuscoli carapaci rinsecchiti. Una strage a cielo aperto. La normale selezione della specie. L’uomo, almeno in questo caso e in questa fase iniziale della vita, non fa danni. Al contrario, i ranger del Parco nazionale del Tortuguero, le guide, i 700 abitanti del piccolo villaggio del Tortuguero, i tour operator, cercano di preservare il più possibile il loro “tesoro”: gli animali e l’habitat del Parco. In nome della biodiversità e del turismo. Dell’ecoturismo per essere precisi.
ECOTURISMO. Ovvero il turismo ecologico, basato sul rispetto dell’ambiente, che pare essere nato in questo piccolo Stato del Centroamerica, che ne è diventato l’emblema e che è in costante crescita. Chi ama la natura infatti, un viaggio in Costa Rica lo deve mettere a budget. Soprattutto chi ama osservare gli animali e in particolare gli uccelli (901 sono le specie stimate presenti).
Il Paese, confinante con Nicaragua a Nord e Panama, a Sud, ha poco più di 51mila chilometri quadrati di superficie, in pratica è pari a un sesto dell’Italia, ma concentra il 5 per cento della biodiversità terrestre mondiale e il 3,5 per cento di quella marina. I parchi nazionali sono 26 (nel nostro Paese sono solo 24 ndr), le riserve biologiche 8, le zone protette 26 zone, le riserve minori 9 i rifugi 7. In sintesi circa il 26 per cento del territorio è tutelato dallo Stato.
Parchi da vivere, da scoprire e dove divertirsi sorvolando la foresta pluviale scivolando imbragati a una zip line. Un’avventura nella natura insomma. Il Costa Rica infatti è il Paese pioniere di questa attività con oltre 120 zip lines dislocate in località uniche per bellezza e ricchezza di flora e fauna. E vanta inoltre centinaia di chilometri di sentieri. Parte nelle foreste, ma soprattutto nelle aree vulcaniche come la Cordigliera Vulcanica Centrale formata da quattro vulcani principali Poás; Irazú; Barva; Turrialba oppure la Cordigliera del Guanacaste composta da una fila di coni vulcanici anche superiori ai 2mila metri.
LA DURATA DEL TOUR. Dai dieci giorni alle due settimane è il periodo di soggiorno ideale per avere almeno un’idea del Paese, trovare il tempo di rilassarsi e non girare come una trottola dal Nord al Sud e da Ovest a Est passando da un oceano all’altro: 212 chilometri di costa Caraibica intorno alla città di Limon (nell’area si trova il Parco Nazionale del Tortuguero), 1228 chilometri di spiagge sul Pacifico. E anche per abituarsi al clima caldo umido (di base c’è il 100 per cento di umidità) e alle piogge più o meno costanti, da poche decine di minuti a diverse ore a seconda del periodo dell’anno e della zona visitata.
Una volta atterrati all’aeroporto internazionale di San Josè, la capitale, il suggerimento è quello di riprendersi dal volo, pernottare due notti in zona, ma non restare nella Valle Centrale dove vivono 3 dei 4,5 milioni di abitanti (un milione circa sono i nicaraguensi): troppo caotica e priva di punti di interesse in chiave naturalistica.
Per una prima visita del Paese l’itinerario può comprendere un “assaggio” di costa caraibica e due aree vulcaniche non troppo distanti dalla capitale: la Cordigliera Vulcanica Centrale con il vulcano Poás con visita a una piantagione di caffè; la zona del Vulcano Arenal con le terme e uno dei parchi più estesi per immergersi nella foresta tropicale e sorvolarla grazie alle adrenaliniche zip line.
LA COSTA CARAIBICA. Per arrivare al Parco Nazionale del Tortuguero, da San Josè, ci vogliono circa quattro ore d’auto e una cinquantina di minuti in barca. Mano a mano che ci si avvicina colpisce l’estensione delle piantagioni di banane coltivate i prevalenza in quest’area. Le banane sono il secondo prodotto agricolo del Costa Rica dopo l’ananas fresco e davanti al caffè. Gli ettari coltivati, tutti in mano a multinazionali, sono oltre 43 mila pari a circa l’8 per cento del territorio. Lungo la strada si vedono gli alberi dalle grandi foglie e i caschi racchiusi in sacchetti di plastica blu per favorire la maturazione e anche a protezione dei parassiti. Nel 2015 il raccolto è stato di 1 milione e 825 mila tonnellate di banane destinate in toto ai mercati esteri. Ragion per cui trovare banane in tavola negli alberghi è assai difficile…
Luogo d’interesse numero uno è il Parco Nazionale del Tortuguero, istituito nel 1975 e con una estensione di circa 45 mila ettari è raggiungibile solo via barca o via aerea (due le compagnie che atterranno con piccoli aerei con motore a elica da una decina di posti su un lembo di pista ricavato dalla foresta e parallelo alla spiaggia). I mesi miglioro per evitare forti acquazzoni sono settembre e ottobre anche se è da tener presente che qui piove sempre e l’umidità è sempre del 100 per cento. Nel parco la foresta tropicale è quasi interamente costituita da terreno alluvionale, in parte sommerso, interrotto da piccole colline di origine vulcanica. In totale i chilometri di canali navigabili sono un centinaio. Le visite guidate avvengono naturalmente in barca e l’esperienza è unica e totalizzante: una full immersion di Pura Vida, come dicono i ticos (così sono chiamati i costaricensi).
Qui si possono trovare oltre 200 specie di piante mentre, per quanto riguarda il mondo animale, l’elenco comprende circa 111 specie di rettili (tra cui quattro tartarughe marine, in particolare la tartaruga verde che qui nidifica da metà luglio ai primi dieci giorni di ottobre) e 57 specie di anfibi. I mammiferi sono una sessantina tra cui giaguari e ocelot molto difficili da avvistare naturalmente. Fanno spesso capolino tra gli alberi invece tre delle quattro specie di scimmie presenti in Costa Rica: la Alouatta o scimmia urlatrice, la Cebus capucinus o capuccino, la Ateles o ragno. E gli uccelli? Il Parco del Tortuguero è il paradiso dei birdwatcher che qui possono osservare oltre 300 specie.
Una volta visitato il parco è opportuna una sosta al villaggio di Tortuguero, dove abitano circa 700 persone e dove si possono prenotare gite, escursioni a piedi o in barca, acquistare souvenir, bere una birra o assaggiare la cucina locale. Chi ha qualche giorno a disposizione, una volta lasciata l’area, può mettere nel programma una sosta al capoluogo, la città di Limon e soprattutto puntare verso la parte sul della costa Caraibica dove rilassarsi e abbronzarsi a Puerto Vuejo de Talamanca o a Punta Uva.
IL PARCO DEL VULCANO ARENAL. Una meta imperdibile per chi visita il Costa Rica. Si trova a una novantina di chilometri dalla capitale e il vulcano, uno dei più attivi del Paese, è veramente bello e imponente quando la sua vetta (a quota 1670 metri) non è nascosta dalle nubi. Tempo permettendo, è possibile camminare fino in cima naturalmente accompagnati da una guida esperta Il sentiero è facile, la salita dolce e costante, il paesaggio maestoso, la vegetazione fitta fitta. Le indicazioni dicono che la durata è di circa un’ora e mezza. Nell’area chi ama il trekking troverà percorsi di tutti i tipi.
Così come chi ama l’avventura e le esperienza adrenaliniche. A questo proposito una tappa obbligatoria è quella alla Reserva Arenal, un’area privata, dove sperimentare le zip lines. In pratica prima si sale per una ventina di minuti a bordo di una teleferica ammirando (sempre tempo permettendo) la vista del lago, della foresta e del vulcano e quindi si comincia a sfrecciare a tutta velocità sulle sette zip line installate. Un’esperienza alla portata di tutti che non necessita particolare allenamento o abilità. Basta infatti vincere la paura di volare, imbragati ad un cavo d’acciaio, sopra la foresta tropicale (!!). Le guide sono simpatiche e gentili, pericolo zero, adrenalina allo stato puro. Insomma: da fare.
Per chi ha tempo vi sono poi percorsi guidati nella foresta, ponti tibetani sospesi, etc. Una giornata qui vola via veloce veloce.
E dopo? Relax a gogo nelle terme. Tutti i principali alberghi sfruttano le acque calde dell’area, ma l’indirizzo numero uno è quello delle Terme Tabacon: un parco tropicale dove scorre un fiume d’acqua calda naturale sezionato in decine di laghetti, cascate e cascatelle rigeneranti e rilassanti. Chi ha la possibilità può soggiornare nell’Hotel interno, una struttura a cinque stelle (e così avere accesso ad una zona riservata delle Terme), ma vale la pena anche passare solo due o tre ore nel complesso e magari pranzare o cenare approfittando del ricco buffet proposto.
LA PAZ WATERFALL GARDEN E COLTIVAZIONI DI CAFFÉ. A un’ora e venti minuti circa dalla capitale San Josè si trova il La Paz Waterfall Garden, un’area di una settantina di acri che offre diverse attrazioni: la foresta con un facile sentiero che conduce a due maestose cascate e diverse aree dove osservare animali e uccelli del Costa Rica catturati illegalmente oppure trovati feriti dai ranger o salvati da persone che li detenevano in casa. Vi sono rettili, rane, insetti, farfalle (26 specie di colibrì in libertà), scimmie, felini come puma, giaguari e ocelot.
Nelle vicinanze del Centro è possibile visitare una delle aziende più note per la coltivazione del caffè di montagna di qualità: la Doka Estate. Il tour che spiega tutto il procedimento per ricavare il caffè che beviamo partendo dal seme di questa pianta dura circa due ore con tanto di degustazione e visita al più antico mulino del Costa Rica.
Con il bel tempo è consigliabile allungare l’itinerario e puntare al Parco nazionale del vulcano Poás, uno dei siti più visitati. Il parco si estende per ben 5600 ettari e naturalmente occorre più di un giorno per farsene un’idea completa. Ma bastano poche ore di cammino per raggiungere il cratere (il più attivo al mondo) se la pioggia non lo impedisce. E siccome è una costante le probabilità di fare trekking nell’area non sono altissime. Noi infatti non ci siamo riusciti. Motivo in più per tornare in Costa Rica. Alla scoperta degli altri Parchi.
INFO: Instituto Costarricense de Turismo; SINAC, Sistema Nazionale delle Aree di Conservazione del Costa Rica. Per entrare in Cista Rica non occorre un visto, la lungua parlata è lo spagnolo e tutti accettano i dollari americani; la temperatura oscilla tra i 20 e i 26 gradi tutto l’anno, il clima è umido. La stagione delle piogge va da maggio a novembre.
Vai alla gallery fotografica