Scicli – Gatto e uomo: un binomio inscindibile, sin dall’alba dei tempi. Ma perché? Come mai i felini esercitano così tanto fascino su di noi? Che cosa rende questo animale domestico così particolare, affascinante e misterioso? Si calcola che in Italia, secondo le stime, ci siano nelle nostre case 7,4 milioni di gatti. Idolatrato dagli egizi, perseguitato dai cristiani durante il Medioevo, oggi il gatto rappresenta uno degli animali prediletti per le pet-therapy e le art-therapy. Una donna, in particolare, si occupa di diffondere la cultura del gatto in Italia e all’estero. È la più grande organizzatrice di mostre feline nel nostro Paese e, pur essendo veneta, ha un particolarissimo rapporto con la nostra Provincia, soprattutto con la città di Scicli. Stiamo parlando di Costanza Daragiati Farinelli, ideatrice e organizzatrice di una mostra che si sta svolgendo proprio in questi giorni a Verona, sua città natale, dal titolo: “Il gatto e l’uomo”. Una mostra unica nel suo genere perché non parliamo più di esposizioni di razze feline, ma di un vero e proprio excursus storico con tanto di immagini, quadri, materiale d’epoca e perfino francobolli. E sarà una mostra itinerante che, probabilmente, potrebbe arrivare anche da noi, essendo il nostro territorio prediletto dall’ideatrice.
Signora Daragiati, che cos’è esattamente “Il gatto e l’uomo”?
Si tratta di una mostra che descrive il percorso che il gatto ha compiuto nei confronti dell’uomo, dalla preistoria ai nostri giorni. Il gatto fa parte della nostra cultura, vive nelle nostre case e diventa un membro della famiglia. Mi sono sempre interessata di animali, in particolare di gatti e ritengo che conoscere le tantissime razze sia cultura, ma ancora più importante è conoscere la sua storia. Ho pensato che fosse giusto presentare al pubblico il gatto in tutti i suoi aspetti: per questo ho ideato una mostra con un ciclo di conferenze che parlano del gatto nell’occulto e nella superstizione, del gatto nella storia, delle selezioni dei gatti di razza e per finire della pet-therapy e della art-therapy. Sono presenti immagini, giornali d’epoca, cartoline e perfino francobolli, oltre a tutta la documentazione storica e ai quadri d’autore.
A quando risalgono le prime testimonianze storiche del gatto?
Sono stati ritrovati manufatti preistorici che risalgono anche a 4 o 5 milioni di anni fa. È noto, poi, il legame che gli egizi avevano con questo animale, considerandolo un dio. Nel medioevo, purtroppo, il gatto e’ stato vittima di superstizioni. Oggi, il gatto e’ uno degli animali che si presta meglio per la pet-therapy. Una conferenza, infatti, verrà dedicata proprio a questo argomento: i benefici che questo animale porta, psicologicamente, anche a livello inconscio, sono incredibili. L’art-therapy, invece, è uno speciale intervento che viene effettuato sui pazienti psichiatrici. Si è scoperto, infatti, che i malati con problemi psichici hanno incredibili benefici quando viene chiesto loro di disegnare un gatto. La differenza sostanziale fra un gatto e un cane è che quest’ultimo è un ottimo animale da compagnia e un grandissimo lavoratore, basti pensare ai cani per ciechi, ma non apporta psicologicamente gli stessi benefici di un gatto.
In questo momento la mostra si svolge a Verona, ma si parla di mostra itinerante. Che cosa vuol dire?
Verona e’ la mia città natale e per questo la mostra è partita da qui. È iniziata il primo novembre e terminerà il 29. Si sta svolgendo a piazza Bra, precisamente a Palazzo della Gran Guardia, di fronte all’Arena. Ma il progetto è molto più ampio e verrà portata in varie città d’Italia, come Venezia, Roma e in Sicilia. Probabilmente, visto che mi considero di Scicli, verrà scelta la provincia di Ragusa come tappa siciliana. Arriveremo entro il 2016.
Com’è nato questo rapporto particolare con Scicli?
Ero stata invitata a partecipare ad un congresso a Taormina. Come succede spesso in questi casi, abbiamo fatto un piccolo tour della Sicilia. Io c’ero già stata ma avevo visitato posti più turistici. Ho visitato Scicli e Modica e mi sono innamorata. Nel 2011 ho deciso di prendere casa e sono rimasta indecisa per molto tempo se comprare a Modica o a Scicli. Ho optato per Scicli perché è più vicina al mare e io soffro molto il freddo. Ci ritorno almeno una volta al mese ormai da quattro anni.
Com’è nata, invece, la sua passione per questo animale?
Tutto è nato quanto ho assistito ad una esposizione felina a Londra. C’erano, quella volta, 3mila razze. Allora ho pensato che sarebbe stato bello portare una cosa del genere in Italia. E a Verona, nel lontano 1978, ho fatto la mia prima mostra. Dal 1978 ad oggi ho organizzato almeno 4-5 mostre all’anno. Da allora la conoscenza e il rispetto per questo animale sono cresciuti sempre di più. Il gatto, infatti, non è solo l’animale che mangia il topo. Il gatto e’ come un figlio.
Irene Savasta