Nei giorni passati mi è stato chiesto di provare a rispondere a una domanda tanto dolorosa per chi ama i propri animali domestici: come posso fare a superare la perdita del mio cane? Cercherò in maniera semplice, ma non del tutto esaustiva siccome ognuno vive il dolore a suo modo, a rispondere a questa difficile e dolorosa domanda.

Molto spesso l’animale è considerato un amico, un compagno, un membro della famiglia, e la sua morte è intensamente dolorosa, soprattutto se rappresentava la principale fonte di compagnia. Ė stato recentemente indicato da uno studio americano che la perdita del proprio animale domestico è una causa di depressione.

Nella società attuale la perdita di un animale può essere vista non come un vero e proprio lutto, ma può essere sminuita o banalizzata. In realtà, la perdita di un animale domestico è carico di significati e aspetti specifici che caratterizza il legame tra persona e animale. Gli animali sono dipendenti (anche solo per il cibo) dall’essere umano, e proprio per questo motivo la sua presenza è pressoché costante sia sul piano pratico che su quello affettivo.

Il legame emotivo che si crea con gli animali è particolarmente intenso, poiché l’animale ha spesso una vita totalmente immersa nel mondo del suo padrone.

Il dolore è in genere maggiore per le persone sole, che non hanno nessuno con cui condividere i propri sentimenti e per le quali l’animale era la fonte principale o unica di affetto, amicizia, compagnia. Non si perde solo un animale amato, una fonte di compagnia e di amore incondizionato, ma anche una parte importante della nostra stessa esistenza.

Ecco perchè non c’è nulla di sciocco o troppo sentimentale nel piangere e soffrire per la morte di un animale domestico.

Cosa si può provare?

Il tempo e i modi di sperimentare il lutto variano naturalmente da persona a persona. Come per altre situazioni di perdita, si possono provare differenti emozioni nel processo di elaborazione del lutto: il rifiuto e la negazione iniziale rendono difficile accettare che l’animale non c’ è più e bisogna fare i conti con i ritorni a casa, quindi con l’assenza.

La tristezza è una conseguenza naturale del dolore, come la rabbia e il senso di colpa, che si possono verificare se ci si sente responsabili della morte del proprio animale o abbiamo dovuto prendere decisioni difficili, in merito alla malattia o alla morte stessa.

Come poter affrontare la perdita?

Il primo passo è quello di essere onesti con se stessi e riconoscere i propri sentimenti, considerarli legittimi e meritevoli di sostegno, senza sentirsi imbarazzati o inadeguati. Bloccare il dolore, il pianto, i sentimenti di rabbia o di colpa non li fanno andare via. Esprimere ciò che sentiamo, anche se difficile, è fondamentale. Ci aiuta a superare la perdita e andare avanti. È necessario provarlo il dolore per poterlo superare. La negazione non fa altro che ritardare il processo di elaborazione e lascia conflitti sospesi, che possono manifestarsi più in là nel tempo. Parlare dei sentimenti che si provano con un’altra persona è uno dei modi migliori per metterli in prospettiva e trovare il modo di affrontarli.

Parlare di come ci sentiamo con qualcuno (amico, familiare, psicologo) che possa capirci ed ascoltarci senza giudicarci.

Ci sono molti modi per esprimerli e onorare la memoria di un animale domestico: scrivere o creare un album con le sue foto, fare volontariato o una donazione a un’associazione benefica che si occupa di animali, creare un rito che permetta di ricordare l’animale in maniera simbolica per dare un significato e un momento di contenimento alle emozioni del lutto, avere un luogo dove poterlo ricordare sentendo la sua presenza.

Il percorso psicologico del lutto si pone come luogo di ascolto e accoglienza in cui contenere e rendere comunicabile il dolore, e successivamente aiutare la persona ad elaborare la perdita e il senso che ha nella nostra vita.

Dal lutto non si guarisce (anche perchè non è una malattia, anche se può diventarlo), ma può solo affievolirsi e avvicinarsi all’accettazione. Quando il pianto lascia il posto ai pensieri, quando si ha un moto di serenità riguardando vecchie foto o pensando all’ animale perduto, si arriva al punto di ricordare senza soffrire.

Ricordo a tutte le lettrici e i lettori che è possibile farmi domande e interagire con la rubrica. Inoltre, per ulteriori informazioni, approfondimenti e curiosità, potete seguire la mia pagina Facebook mettendo “mi piace” alla pagina D.ssa Ernestina Fiore Psicologa Psicoterapeuta o visitando il sito www.ernestinafiorepsicologocuneo.it, dove potete trovare anche tutti i precedenti articoli della rubrica e vedere di che cosa mi occupo

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