La displasia dell’anca nel cane è una patologia molto diffusa e si manifesta con aspetti clinici variabili.

Questa patologia non è solo determinata da malformazioni congenite della testa del femore o della cavità dell’acetabolo dell’anca, ma anche, e soprattutto, dalla lassità articolare delle strutture legamentose preposte alla contenzione dell’articolazione: la capsula articolare ed il legamento della testa del femore. Spesso la deformazione dei capi articolari dell’articolazione dell’anca è secondaria a ripetute lussazioni e sub-lussazioni della testa femorale che possono determinare un completo rimodellamento di quest’ultima e del collo del femore.

La displasia dell’anca con il tempo porta ad artrosi dell’articolazione, cioè a lesioni strutturali degenerative non infiammatorie della cartilagine articolare, dell’osso adiacente e della capsula articolare.

Il moderno approccio all’artrosi causata dalla displasia dell’anca è multimodale: spesso si ricorre a terapia farmacologica antinfiammatoria associata, a seconda dei casi, a laserterapia, fisioterapia o, in caso di mancato miglioramento, alla chirurgia. Alcuni soggetti non possono però essere sottoposti ad anestesia e ad interventi chirurgici perché pazienti critici o anziani.

La Clinica Borgarello, attenta alle nuove necessità dei propri pazienti, ha incoraggiato la Dott.ssa Ferrari ad intraprendere un percorso di Medicina Omeopatica Veterinaria, focalizzando l’attenzione sul trattamento dell’artrosi.

La terapia omeopatica è particolarmente utile nei pazienti per i quali sia controindicato l’utilizzo di antinfiammatori convenzionali, con disordini della coagulazione o che non possono assumere farmaci antinfiammatori di sintesi.

I farmaci antinfiammatori non steroidei ( FANS ) possono infatti essere molto efficaci per il loro effetto analgesico e consentono di anticipare l’inizio della riabilitazione delle lesioni muscolo-scheletriche, ma sono frequentemente accompagnati da numerosi effetti collaterali che non devono essere trascurati nella gestione sanitaria del paziente.

Nonostante i FANS siano comunemente utilizzati nel trattamento delle lesioni acute dei tessuti molli, ad oggi la loro efficacia è controversa: secondo alcuni Autori i benefici a breve termine dei FANS sono controbilanciati da una compromissione a lungo termine della struttura e delle funzioni dei tessuti lesi.

Questi studi hanno mostrato che la somministrazione di FANS non selettivi o selettivi per COX-2 possono danneggiare o ritardare la guarigione delle lesioni ossee e ridurre l’integrità meccanica dell’osso guarito.

Anche per i farmaci corticosteroidei (cortisone) sono riportati in letteratura numerosi esempi di effetti collaterali secondari soprattutto al loro uso protratto.

homeopathy

L’obiettivo dell’Omeopatia non è solo quello di trattare il sintomo o la patologia, ma di curare l’animale nella sua complessità, composta dalle interazioni tra la malattia, il rapporto con il proprietario e l’ambiente in cui vive.

La terapia omeopatica agisce per ricostituire la situazione fisiologica normale dell’articolazione malata mediante la stimolazione dei processi anabolici e la contemporanea inibizione dei processi catabolici, in grado di promuovere e accelerare i processi riparativi e di guarigione.

La terapia omeopatica prevede l’uso di medicinali antinfiammatori che agiscono con meccanismi d’azione differente e rivoluzionari rispetto agli antinfiammatori convenzionali.

Il medicinale omeopatico antinfiammatorio agisce modulando il processo infiammatorio per mezzo della down-regulation delle citochine pro infiammatorie e della up-regulation delle citochine antinfiammatorie, riducendo i segni dell’infiammazione e accelerando la guarigione delle lesioni.

Non si osservano effetti secondari di natura sistemica, come ad esempio a livello dell’apparato gastrointestinale, cosa che nel trattamento prolungato con farmaci antinfiammatori si possono riscontrare.

La terapia omeopatica, quando corretta, è efficace a qualunque età, ma non è assolutamente possibile ricorrere al “fai da te”; la terapia deve infatti essere studiata appositamente per il paziente in questione.

Una cura omeopatica corretta in un paziente con buona capacità reattiva ed in assenza di concomitanti patologie generali gravissime, può ottenere in poco tempo un buon recupero funzionale del soggetto, indipendentemente dal grado di displasia, taglia ed età, rispettandone l’integrità ed evitandogli sofferenze.

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