Mercoledì, 12 Ottobre 2016 09:24
Il Piano regionale triennale di eradicazione della nutria (Myocastor coypus) sarà in vigore sino al 2019, stabilisce che ad occuparsi del controllo/eradicazione del roditore sia una rete di soggetti, pubblici e privati, coordinata dalla Regione. Ne fanno parte, in qualità di soggetti pubblici, le Province, la Città metropolitana di Venezia, Comuni, Consorzi di bonifica, Enti Parco e delle Riserve regionali e gli Entri gestori dei siti di Rete Natura 2000. Ma anche i proprietari dei fondi, i cacciatori, le guardie venatorie, le guardie giurate, gli operatori della vigilanza idraulica, possono intervenire, opportunamente formati e coordinati – come volontari autorizzati – nel controllo alle nutrie.
“Con l’entrata in vigore del Piano regionale di eradicazione, formulato nel rispetto del parere dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale – commenta l’Assessore veneto all’Agricoltura, Giuseppe Pan – la Regione dà piena applicazione alla legge 15 approvata a maggio dal Consiglio regionale. Il piano fornisce indicazioni operative a tutta la “filiera” degli Enti pubblici deputati al contrasto della nutria, superando ogni possibile incertezza o ambiguità, e copre, con uno stanziamento di 250 mila euro per il 2016, le spese a carico dagli enti pubblici chiamati ad attuare i piani di controllo su base provinciale o territoriale, dall’acquisto delle gabbie, all’attività di formazione degli operatori, all’acquisto dei kit per la soppressione eutanasica degli animali catturati”.
Attuando la legge regionale 15/2016, il Piano dettaglia le modalità di contenimento, “in ogni periodo dell’anno, su tutto il territorio regionale, anche in luoghi, periodi e orari vietati all’esercizio venatorio, con i seguenti metodi di controllo selettivo previo parere dell’ISPRA”. Il Piano dettaglia inoltre come dovranno essere organizzati i corsi di formazione per gli agenti, le guardia e gli operatori incaricati della caccia, le norme comportamentali di sicurezza, chi dovrà occuparsi dello smaltimento delle carcasse (i Comuni), le modalità di caccia applicabili nei parchi e nelle aree protette (sono consentite le gabbie e trappole ma non le doppiette), i metodi di di cattura e di soppressione, con relativi limiti previsti per le aree protette e le zone umide (dove sarà consentito solo l’uso di pallini atossici).
Gli operatori abilitati al controllo, durante tali operazioni, dovranno indossare un apposito gilet di riconoscimento ad alta visibilità.
La Regione – avverte l’Assessore Pan –sarà inoltre impegnata a monitorare, anno per anno, l’efficacia del piano, valutando in modo sistematico i risultati delle operazioni di contenimento ed eradicazione delle nutrie.
Il Piano vieta l’uso di veleni e di metodi non selettivi, che potrebbero colpire altre specie, ma non pone alcun limite al ‘prelievo’ dei capi, visto l’obiettivo ultimo dell’eradicazione della specie in questione, come ribadito dall’ISPRA e, di recente, anche dall’Unione Europea che ha incluso la nutria tre le specie esotiche invasive e quindi oggetto di monitoraggio e controllo. La nutria è stata importata nel 1929 dal Sud America. Nel tempo si è moltiplicata in modo incontrollato per assenza di antagonisti. (fonte)
Piano regionale triennale di eradicazione della nutria (Myocastor coypus).
Misure per il contenimento finalizzato alla eradicazione della nutria (Myocastor Coypus)