Il metodo con cui si ottiene un campione di urine e la sua conservazione sono aspetti importanti e fondamentali per ottenere un risultato attendibile. L’esame delle urine (EU) è un procedimento analitico che fornisce importanti informazioni per una corretta interpretazione dei problemi nefrologici/urologici ed inoltre può essere d’ausilio in corso di altre patologie quali malattie endocrine, metaboliche, epatopatiche, disordini dell’emostasi, malattie infettive e/o immuno-mediate, intossicazioni ecc..
E’ un esame di semplice esecuzione, relativamente economico e che può essere effettuato direttamente in sede ambulatoriale. E’ per questo motivo che nell’iter diagnostico di molti problemi di medicina clinica, l’esame urine dovrebbe sempre essere eseguito contemporaneamente agli esami del sangue.
Di seguito analizzeremo insieme vari aspetti che influenzano l’ottenimento di un campione di urine idoneo a fornire risultati attendibili.
Metodo di prelievo
I risultati dell’EU sono fortemente influenzati dal tipo di prelievo e dal tempo intercorso tra prelievo e analisi. I campioni possono essere raccolti attenendosi a uno dei seguenti procedimenti operativi:
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Minzione spontanea: le urine raccolte per minzione spontanea si adattano bene per l’esecuzione della maggior parte delle determinazioni urinarie. E’ consigliato utilizzare contenitori sterili forniti dal medico veterinario o acquistati in farmacia, poiché barattoli casalinghi (anche se precedentemente lavati) possono alterare rilievi quali pH, determinazione delle proteine e qualità del sedimento urinario. L’ideale sarebbe, inoltre, scartare la prima e l’ultima parte del getto di urina, ma nonostante questo accorgimento vi sono degli svantaggi. E’ un metodo di campionamento non adatto a esami batteriologici poiché sono presenti contaminanti ambientali, di origine prepuziale, vulvare e cutanea.
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Cateterismo transuretrale: è un metodo che permette di raccogliere il campione di urine attraverso un catetere che passando dall’uretra, giunge nella vescica dell’animale. E’ una modalità sconsigliata per l’ottenimento di risultati attendibili, in quanto si ha una sovrastima del sangue, delle proteine e soprattutto delle cellule uroteliali che esfoliano in gran numero per effetto del raschiamento che il tubicino di plastica provoca. Può inoltre essere causa di infezioni iatrogene delle basse vie urinarie e (soprattutto nei gatti) può essere difficile da eseguire se non con il paziente sedato. Tuttavia può essere l’unica soluzione di campionamento in determinate situazioni cliniche come per soggetti affetti da pollachiuria (emissione di piccole quantità di urina con elevata frequenza).
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Cistocentesi: è la modalità più indicata per l’esecuzione di esami batteriologici ed è eccellente per la determinazione di tutti i valori urinari. Consiste nel prelievo di urina direttamente dalla vescica utilizzando una siringa sterile e una sonda ecografica che guida il medico veterinario nell’operazione.
Conservazione del campione e tempo di esecuzione
L’intervallo di tempo tra la raccolta e il momento dell’esame è essenziale per l’accuratezza dei risultati. Per l’esame di routine le urine dovrebbero essere processate entro 2 ore. In caso contrario dovrebbero essere refrigerate e analizzate comunque entro 12 ore. Nel caso in cui sia indicata, l’urocoltura (esame batteriologico) dovrebbe essere eseguita subito dopo il prelievo; se ciò non fosse possibile, le urine andrebbero refrigerate immediatamente. Il congelamento delle urine permette la conservazione di molte delle caratteristiche chimico-fisiche, ma impedisce l’accurata valutazione microscopica del sedimento (detriti molto piccoli e cellule presenti nelle urine) e della coltura batterica.
Un eccessivo intervallo di tempo tra raccolta e analisi può indurre le seguenti alterazioni:
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Proliferazione di batteri se l’urina è conservata a temperatura ambiente oppure morte di specie batteriche se refrigerata.
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Variazioni del pH
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Formazioni di cristalli
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Lisi delle cellule e dissoluzione dei cilindri (aggregati di varia natura con forma cilindrica)
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