Tutti noi, o molti di noi, vorrebbero un cane perfetto. Che ti viene vicino quando sei triste, che ti saluta con gioia al rientro dal lavoro, che rimane ore sotto il tavolo mentre noi siamo al pc, che al bar rimane tranquillo ai nostri piedi mentre ci portano l’happy hour.
Prendere un cane penso sia un po’ come scegliere di avere un figlio. Di base, lo sappiamo, è un desiderio egoistico. Ci piace l’idea di quell’esserino da tenere tra le braccia, da crescere, poi pensiamo a come sarà da grande, facciamo progetti, immaginiamo il futuro.
E quando il figlio non corrisponde all’immagine nella nostra testa, ne rimaniamo delusi. Cade l’aspettativa. E da lì possiamo scegliere se lamentarci e dare la colpa al figlio o guardare dentro di noi e guardare dove questa esperienza ci porterà.
Ma se non vogliamo scocciature nella vita, tutto questo ci peserà parecchio.
Qualcosa di simile avviene per il cane. Spesso scegliamo il cane con lo stesso desiderio egoistico. Possiamo decidere di farlo consapevolmente, e che qualunque cosa accadrà noi saremo lì per lui. Per il cane che è.
Quanti di voi alle prime lezioni di un percorso di educazione si sono meravigliati del proprio cane esclamando: “Ah… ma allora non è stupido!”.
Perché il problema spesso è che siamo noi a non essere in grado di metterli nelle condizioni migliori per poter apprendere.
Quanti di voi si sono meravigliati nel vedere il proprio cane apprendere in dieci minuti un esercizio che poco prima vi sembrava impossibile!?
Questa è la differenza tra essere convinti di sapere chi è il vostro cane, prima ancora di avergli dato la possibilità di dirvelo, e saperlo realmente.
E noi? siamo umani (proprietari) perfetti?
Alice Zelaschi
349/4279439
Educatore Cinofilo, FICSS
www.4zampearcobaleno.com
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