In un articolo pubblicato ieri da Vanity Fair l’ex domatore Bouglione, erede di una delle più importanti famiglie circensi di Francia, denuncia la sofferenza infinita degli animali nei circhi “domati spesso a scudisciate, sottomessi a logiche assolutamente contro natura”. Bouglione prosegue sottolineando la necessità di creare dei centri di recupero specializzati ad accogliere questi animali dopo la dismissione dai circhi, prerequisito fondamentale perché i divieti all’uso di animali, già introdotti da molti Paesi, inclusa l’Italia, possano trovare compiuta attuazione .
A questo proposito, anche grazie a tanti anni di nostre battaglie e su stimolo del Ministro Dario Franceschini, l’Italia ha da pochi mesi adottato una Legge che prevede l’introduzione di un obbligo di superamento dell’utilizzo egli animali nei circhi e negli spettacoli viaggianti (Legge sullo Spettacolo dal Vivo, novembre 2017), come già fatto da 2/3 degli Stati UE e da più di 55 Stati nel mondo.
Si tratta di un bel passo avanti ma affinché questa disposizione dispieghi i suoi positivi effetti sugli animali, occorrerà attendere il decreto attuativo che definirà le modalità e le tempistiche della loro dismissione.
L’urgenza di tale attuazione viene richiamata da più parti, non solo associazioni animaliste, ma anche attori indipendenti e comunità medico-scientifica.
- Tra questi, il CENSIS, il cui il rapporto del 2017, sottolinea la grave crisi occupazionale e economica del circo con animali in Italia raccomandando il sostegno a questo settore per la riconversione verso altre occupazioni, incluso il circo contemporaneo senza animali.
- Anche la FNOVI – Federazione degli Ordini dei Veterinari Italiani – sta sostenendo fortemente questo processo, dichiarando ufficialmente che la detenzione degli animali nei circhi è contraria alla loro etologia e all’etica e raccomandando quindi l’attuazione della dismissione prevista dal Decreto.
La Legge è in vigore, ed è un’importante pietra miliare per il nostro Paese: ora è giunto il momento di lavorare urgentemente e improrogabilmente sul Decreto attuativo, sul quale siamo fiduciosi che il nuovo Governo vorrà concentrarsi, per garantirne la pubblicazione entro la prevista scadenza di fine anno.