Dal quotidiano La Stampa, veniamo a conoscenza che la Senatrice a vita Elena Cattaneo sarebbe coinvolta in un lampante caso di conflitto d’interessi: Cattaneo legislatore che stanzia fondi per la ricerca, Cattaneo membro di una Commissione che deciderà l’utilizzo dei fondi, e Cattaneo ricercatrice di un Istituto che potrebbe ricevere dei fondi.

Infatti un emendamento alla Legge di stabilità approvata al Senato il 22 dicembre scorso, a firma della stessa Elena Cattaneo, istituisce «presso il ministero della Salute un Fondo denominato “Progetto Genomi Italia”, al quale è assegnata la somma di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017, 2018» e la formazione di una Commissione presso il ministero che dovrà occuparsi della «utilizzazione» e della «gestione» del Fondo. Il 14 marzo il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha nominato tale Commissione in cui è presente nuovamente la Cattaneo che quindi “ha firmato l’emendamento che stanzia i fondi, 45 milioni in tutto; è adesso nominata nella Commissione che deciderà l’utilizzo di quei fondi; e è uno dei sei scienziati in un importante centro di ricerca, l’istituto nazionale di genomica molecolare (Ingm), che ha tutti i titoli per ricevere parte di questi fondi”.

Questo scandalo non ci sorprende, ma allo stesso tempo non siamo disposti a subirlo: spesso il controllore è anche colui che deve essere controllato e chi gestisce i fondi compare tra i beneficiari, come in molti comitati etici che dovrebbero vagliare i progetti di sperimentazione che includono animali e dovrebbero avere come condizione di base la presenza di persone “esterne” all’Istituto ed essere indipendenti. Si tratta di un meccanismo tutt’altro che scontato e, come al solito, a pagare sono gli animali usati a fini sperimentali e l’avanzamento della ricerca.

Continuiamo a nutrire forti dubbi circa il fatto che la Senatrice Cattaneo, la più giovane senatrice a vita, sia la persona più qualificata per esprimersi in tema di etica: lo abbiamo detto e ribadito molte volte, anche dopo la sentimentale quanto fuorviante descrizione della sperimentazione animale illustrata in articoli che hanno riempito le pagine di importanti testate giornalistiche nazionali. La Senatrice si è più volta distinta, negativamente, durante la stesura della Legge che regolamenta l’uso degli animali a fini sperimentali, opponendosi all’implementazione dei metodi alternativi e sostenendo un modello di ricerca superato, inaffidabile e pericoloso per l’uomo; un ruolo politico che sembra voler lasciare il nostro Paese nell’ignoranza delle tecniche più innovative in materia di sperimentazione senza uso di animali e taglia le gambe ai giovani ricercatori che devono recarsi all’estero per avere una formazione competitiva in questi ambiti.

La Senatrice è anche membro dell’Accademia dei Lincei che ha recentemente organizzato un convegno di propaganda pro-sperimentazione animale, senza il rispetto del principio di un equa e corretta informazione.

Le posizioni espresse dalla Cattaneo purtroppo non trovano dibattito o confronto, ma sono una unilaterale e oscurantista descrizione bucolica dell’uso di modelli in vivo: messaggi lontani dalla realtà, che sono la negazione di una ricerca d’avanguardia senza uso di animali o la negazione nella vivisezione, che invece ogni anno miete tante vittime animali.

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