Nel villaggio della Nuova Zelanda si voterà per decidere sei gatti potranno camminare per le loro strade. A rischio è la biodiversità.

Omaui, piccolo villaggio del sud della Nuova Zelanda

Tempi duri per i gatti di Omaui. Il piccolo paese neozelandese – abitato da soli 35 abitanti – ha deciso di mettere al bando i felini che alle nostre latitudini non mancano nelle case come nelle strade. Coccoloni o indifferenti, giocherelloni o differenti, a Omaui il gatto non è ben accetto. O almeno non lo è più. Con una motivazione chiara e definita.

Gatti indesiderati in nome della biodiversità

L’intento degli abitanti del villaggio del Paese dell’Oceania è quello di salvaguardare la biodiversità, bellissima e variegata, che lì vi cresce, selvaggia e incontaminata.
Uccelli e piccoli mammiferi, rettili ed anfibi, sono più di centocinquanta le specie che ogni anno sono prede e vittime dei piccoli predatori con le zampette pelose; alcuni di questi sono anche a rischio estinzione, ed è proprio in virtù di ciò che si sta decidendo di non permettere ai gatti di girare per le strade del villaggio. Non un’idea figlia di un pensiero personale, di chi odia i gatti per principio o partito preso: sono le istituzioni regionali che si stanno muovendo, con un “piano” che verrà vagliato in autunno.

I pochi gatti – non più di dieci – che girovagano per le vie di Omaui non saranno (naturalmente) uccisi, ma si aspetterà che muoiano spontaneamente, senza poi rimpiazzarli con nuovi felini. Nel frattempo i padroni dei felini a quattro zampe dovranno tenerli il più possibile in casa, sotto la propria sorveglianza, ed evitare quindi che attacchino gli animaletti e gli uccellini.
La curiosa proposta andrà votata in ottobre, e in caso di successo i trasgressori saranno multati, fino al sequestro del proprio gatto.

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Gatti indesiderati: pareri discordanti

La particolare situazione ha ovviamente sollevato due cori tra loro opposti. Per un verso chi in un paradiso come quello di Omaui vuole assolutamente tutelare la biodiversità – su tutti le organizzazioni di salvaguardia degli uccelli – e pur riconoscendo la tenerezza e la dolcezza dei gatti, la loro indole li porta ad essere cacciatori. Una questione di natura, in pratica. Per altro verso, invece, c’è chi ammette la “funzione difensiva” del gatto, soprattutto da roditori e insetti pericolosi.
Senza dimenticare la compagnia che un gatto può fare al suo padrone. Sicuramente di una “qualità” diversa rispetto agli altri animali che dovrebbero rimpiazzare nel tempo. Perché anche qui si tratta di indole, di natura, di carattere.
Dalle testimonianze raccolte degli abitanti di Omaui, la spaccatura è al momento netta tra sostenitori e accusatori dei gatti.
Il referendum sociale che avrà luogo il prossimo mese diventerà uno snodo fondamentale per la fauna di Omaui.
A noi qui in Italia può essere qualcosa di assolutamente lontano e quasi inconcepibile, eppure la situazione richiede un’attenzione tutt’altro che superficiale.
Preservare la biodiversità è un diritto e un dovere. Ma anche imporre l’assenza di una specie animale non pericoloso su un territorio è eticamente controverso.
Tempi duri per i gatti. Tempi duri per i gatti di Omaui.

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