Egregio direttore,
innanzitutto desidero ringraziare la Gazzetta per l’ampio spazio riservato alla problematica dei gatti scomparsi e per l’impegno profuso alla ricerca delle possibili cause. Cause non facili da definire perché per quanto simili nella triste conclusione le situazioni sono singolarmente a sé stanti. Purtroppo allo stato attuale si possono solo formulare ipotesi. Soprattutto in relazione ai nuclei di gatti appartenenti a colonie feline il quadro risulta molto preoccupante, ma pure in relazione ai singoli casi per il numero così elevato di scomparse. Inconfutabile il fatto che I gatti cui è concessa la libertà di uscita siano soggetti a rischi di varia natura e non solo per atti deliquenziali o perché la curiosità insita in questi animali è causa di loro danno compreso il salire nei motori degli automezzi ed essere involontariamente trasportati anche molto lontano dall’ambiente conosciuto (emblematico il caso del gatto che ha fatto il tragitto Parma – Livorno e fortunatamente ritorno a Parma nel vano motore di un autocarro) ma anche per l’abitudine purtroppo consolidata di molte persone di appropriarsi di gatti considerati abbandonati perché vaganti. Senza voler creare panico va comunque considerata l’ipotesi dell’utilizzo di gatti per allenare disgraziati cani utilizzati per combattimenti clandestini che non è detto non siano presenti anche sul nostro territorio. Pochi ma semplici I consigli: provvedere alla chippatura dei propri gatti, farli uscire il meno possibile da casa, prestare molta attenzione a quanto avviene sul territorio sia da parte dei singoli cittadini, sia da parte delle Forze dell’ordine. Analogamente rivolgo l’invito sia a quanti hanno smarrito il proprio gatto sia a chi ha raccolto qualche esemplare senza accertarsi della probabile esistenza di un proprietario a segnalare con foto e indicazione della località al seguente indirizzo: [email protected]
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