“Un anno fa ero venuto qui con la lista delle cose da fare. Ora il 90% di quelle cose le abbiamo fatte o le stiamo completando”: così Matteo Renzi ai quelli di Wall Street. Ne è uscito soddisfattissimo: “Li abbiamo sorpresi”.
Ha fatto già il 90% delle riforme. Georges Soros lo loda, l’Italia se continua così è più avanti della Germania.
Ora, io preferisco scrivere poco sull’Italia. E se vi devo confessare perché, è che è pericoloso. Un giornalista che dica la verità sulla vera “riforma” che non si fa, viene stritolato. Siamo forse l’unico stato veramente totalitario rimasto: nel senso che i parassiti pubblici hanno preso tutto il potere – tutto, voglio dire: dal custode del Colosseo scioperante al presidente della Repubblica, passando per la magistratura, senza dimenticare i criminal-tranvieri romani dell’ATAC – e dunque non c’è difesa possibile.
Naturalmente ogni tanto le notizie su questa oppressione disumana saltano fuori. Ma preferisco riprenderle dai giornali. Questa la sapete già:
“Invita gli amici alla vendemmia, prende una multa da 19.500 euro per lavoro nero” (La Stampa, 28 settembre). “Battista Battaglino, 63 anni, pensionato, mercoledì ha invitato alcuni amici nella sua casa, in località Granera. (…) Stavamo raccogliendo l’uva, ridendo….Ad un certo punto siamo stati letteralmente circondati da carabinieri e funzionari dell’ispettorato del lavoro. Ci hanno chiesto i documenti e hanno redatto un verbale di denuncia di lavoro nero». La multa per Battista Battaglino è di 19.500 euro, 3900 per ognuno dei 4 amici e del pensionato.”.
“Circondati da carabinieri e funzionari dell’Ispettorato del lavoro”.
Da Wikipedia, cercate “KGB” o meglio ancora la sua entità precedente, “NKVD” “Narodnyj komissariat vnutrennich del ( Commissariato del popolo per gli affari interni), insonne gestore delle purghe staliniane e del Gulag. Il corpo aveva un suo inno trionfale. Titolo: “Giorno e notte noi stiamo in guardia”
(Dnem i Noch’yu — My na Strazhe ). Le parole della prima strofa:
“La repubblica ci ha detto – Non chiudete gli occhi d’aquila – Noi siamo gli uomini che combattono del NKVD – Ricordiamo il comando del Patria – difendiamo il nostro paese dal potere oscuro del nemico – Giorno e notte , ci sono in guardia – Giorno e notte , siamo in battaglia “.
Ritornello:
“Il nemico è furbo- noi siamo più furbi
– il nemico è forte – noi siamo più forti
Tutto il popolo sovietico ci aiuta –
a troncare gli artigli del nemico
– a strappargli le zanne”.
http://www.cyberussr.com/rus/sg-zhit’.html
Un’altra strofa “Hei, nemici, non potete nascondere – i vostri volti maligni in nuove maschere – non si può sfuggire alla morsa d’acciaio del nostro Ezhov! (1) Rettili striscianti non possono strisciare di soppiatto al cuore della patria – l’instancabile Commissario del popolo – scopre tutto con sguardo occhiuto”.
Non crediate che sia andato a cercare l’inno del Kgb per criticare o, peggio, denunciare. No, ho cercato ispirazione per elevare un inno ai nostri funzionari:
Che splendidi eroi, i nostri Ispettori del Lavoro! Giorno e notte sono in guardia! Sorprendono il maligno nemico interno, il rettile che striscia sul cuore della patria…Non si risparmiano sacrifici, si sporcano le scarpe nuove andando fra le zolle della vigna, e circondano il pensionato con i quattro amici. Quei sabotatori non hanno potuto nascondere i volti maligni sotto le nuove maschere.
“La multa per Battaglino è di 19.500 euro”
Probabilmente gli hanno portato via la pensione di un intero anno, se non di più. Perché c’è questo di bello nella nostra Patria totalitaria: le multe non sono proporzionate al reddito dei cittadini (le vittime), bensì sugli stipendi dei persecutori pubblici: 19500 è un mese per un senatore, più o meno un salario mensile di un grand commis, un paio di mesi di un commesso parlamentare principiante. Loro guadagnano tanto, non possono nemmeno immaginare che le loro vittime – i maligni che si nascondono sotto sempre nuove maschere – guadagnino dieci, venti volte meno di lorsignori. S’immaginano che nascondano i loro enormi profitti. Evasori.
“Morte agli Evasori!”, è il grido del Parassita Pubblico Collettivo.
Anche in Urss c’era un ente che si diede il nome di “SMERŠ”. Da Wiki:( acronimo di SMERt’ Špionam, “morte agli spioni “): era il dipartimento dicontrospionaggio dell’Armata Rossa istituito nel 1943. Il nome è foneticamente simile alle parole russe “смерч” (smerč) per tornado e “смерть” (smert’) per morte”.
Lo scopo dei tutori dell’ordine sovietico era, come sappiamo, di stroncare ogni attività economica privata: per questo le multe enormi e le punizioni draconiane (non di rado l’esecuzione col colpo alla nuca per aver nascosto all’ammasso un chilo di grano) del tutto senza proporzione con l’esilità dell’attività economica dei “rettili” . Mi son domandato cosa spinga i nostri ispettori, giudici e vari parassitovski pubblici a stroncare l’attività economica degli italiani, specie dei modesti; indurre al suicidio piccoli pizzaioli scoperti a farsi aiutare dalla moglie a bottega, rovinare artigiani colpevoli di insegnare la calzoleria ai figli, e padroncini di vigneti da autoconsumo: non viviamo forse nel “Liberismo”? La proprietà privata non è rispettata? Certo che lo è: Matteo Renzo ha sorpreso quelli di Wall Street spiegandogli come l’Italia sia divenuta amichevole per gli investitori. Esteri, specialmente. Grazie ai giudici che mettono in galera i capi delle nostre imprese ex IRI, per poi rilasciarli una volta svendute queste allo straniero per un boccon di pane.
E allora, perché i funzionari della Parassitovska nostrana, nel regno della Libertà, si comportano ancora come i loro colleghi sotto il comando di Beria ed Ezov? Ai tempi del collettivismo forzato?
Su questo provo darmi due risposte. Una: anche gli insonni eroi dello SMERSH, della GPU, del NKVD, vivevano in un mondo a parte; la gente comune poteva morire di fame durante la grande carestia degli anni Trenta, ma ai torturatori e Commissari, nerbo della Patria, non mancava nulla: caviale, storione, LuckyStrike nei negozi per funzionari, persino acqua di Colonia francese in dotazione
(l’odore del sangue, alla lunga, nausea). Di qui la professionale indifferenza per il male che facevano: era loro diritto, anzi loro dovere (più benefit).
La seconda risposta, che non esclude la prima: l’enorme e crescente fabbisogno della Parassitovka.
Ma preferisco incollarvi un articolo di pochissimi giorni fa, mettendo le mani avanti: non l’ho scritto io.
“I funzionari infedeli bruciano 3,7 miliardi in sei mesi…nei primi sei mesi dell’anno, il danno provocato alle casse dello Stato dai funzionari pubblici infedeli è stato di 3 miliardi e 57 milioni di euro, contro i 2 miliardi 672 milioni di tutto il 2014 (…) Dalla corruzione ai corsi di formazione finanziati con soldi pubblici e mai svolti, passando dai manager della sanità che gonfiano gli appalti, alle affittopoli nelle palazzine dello Stato. (…) Il buco maggiore deriva dalla gestione del patrimonio pubblico: il danno ammonta a 944,3 milioni di euro. Dalla spesa sanitaria mancano all’appello 478,7 milioni di euro. Si apparecchia la tavola anche sui fondi a bilancio dello Stato e dell’Unione Europea, con un ammanco di 257 milioni di euro, mentre chiudono la lista il settore degli appalti (944,3 milioni), il pubblico impiego(79,2 milioni) e le consulenze esterne (2,2)”.
“A Bolzano è stata la mancata riscossione da parte del comune di canoni di occupazione del suolo pubblico per 350 mila euro, quasi nulla in confronto al direttore dell’Agenzia Territoriale di Asti accusato di aver sperperato 9 milionidi euro. Sempre nel settore immobiliare a Roma è ancora in corso l’indagine sugli affitti a sette euro nelle case di proprietà del Comune.
“A Potenza è l’acquisto di attrezzature sanitarie per 300 mila euro da parte di una Asl del territorio che non sono mai entrate in funzione.
In Campania sono i “depuratori delle acque reflue gestiti dalla “Hydrogest Campania Spa” e alla inefficienza del complessivo sistema di depurazione. Un esborso di denaro pubblico di 235 milioni di euro, su cui i militari della Gdf hanno contestato 53 milioni di danni alle casse dello Stato”; “A Catanzaroper anni un dipendente pubblico ha percepito indebitamente stipendio e pensione, provocando un danno alla casse dello Stato per circa 700 mila euro”; “a Bari due dirigenti della società di ferrovie sud est hanno speso 912 mila euro per l’acquisto di 25 carrozze passeggeri per poi rivenderle a una società polacca per sette milioni, salvo poi riprendersele per 22 milioni e 500 mila euro, provocando un danno stimato in circa 11 milioni di euro”.
Come avete potuto vedere da voi stessi, questi ci costano 3,7 miliardi in sei mesi; 7 miliardi l’anno. Un tesoretto. I soldi che Matteo Renzi cerca per “togliere la tassa sulla prima casa” (gioite!). Invece no, vanno a questi qui, i parassitovski inadempienti.
E la loro inefficienza e strapotere e impunità incompetente aumentando, ci costano nel 2015 più di quanto ci sono costati nel 2014…dove per 12 mesi hanno rubato, malversato e sprecato solo 2miliardi e 672 milioni. Nell’ultimo anno e mezzo hanno dilapidato (intascato o anche solo sprecato) 5,7 miliardi di euro. Pochi dubbi che, grazie alle riforme di Renzi, nel 2016 il fabbisogno della Grande Inadempiente crescerà ancora; arriverà a 8 miliardi? Nove, 10?
Hai voglia quanti piccoli pensionati depredare della pensione annua al completo, quanti pizzaroli indurre al suicidio con multe che non possono pagare; quante partite Iva perseguitare …bisognerebbe frenare l’insaziabile fame di denari pubblici. E’ la “riforma” che attendiamo. O meglio, che attendete voi. Io non c’entro.
Io, sono ben consapevole che la colpa è tutta di Battaglino (il pensionato del Cuneese) e dei suoi amici, questi rettili che strisciano nell’ombra. Come ha chiarito la Stampa, che è la nostra Pravda:
“Nel 2008, proprio per regolarizzare il lavoro stagionale legato alla vendemmia, hanno ad esempio inventato i voucher. Sono ticket da dieci euro che si comprano negli uffici postali e perfino dai tabaccai. Il lavoratore occasione trattiene per sé un netto di 7,5 euro: il resto finisce all’Inps e all’Inail. I voucher sono molto utilizzati, oltre che nei vigneti, per i piccoli lavoretti di casa. Giardinieri, baby sitter, e cosi via. Insomma la legge da la possibilità, a chi non può assumere, di chiedere prestazioni occasionali mettendosi in regola in modo molto semplice. E quindi ben vengano le multe per chi sgarra.”.
Eh sì, i furbastri avevano evaso un 40 euro in contributi all’Inps. Multati di 15.900 euro, 3500 a testa. Non si può sfuggire alla morsa d’acciaio dei nostri Padroni! Ben vengano le multe per chi sgarra!
Il giornalista de La Stampa (ne faccio il nome: trattasi di Michele Brambilla) ha tuttavia l’ardire di continuare: “Tutto questo precisato, vien da chiedersi se i controllori abbiano sempre ben presente, oltre che la legge dello Stato, anche quella del buon senso. (…) La vicenda del signor Battaglino – cosi si chiama il pensionato multato per gli amici in vigna – non è come detto un caso isolato. Ci sono casi di artigiani e commercianti multati per aver tenuto in laboratorio, o in negozio, i propri figli minorenni: erano lì per aiutare, ma soprattutto per imparare un mestiere che da tempo immemorabile veniva tramandato di generazione in generazione.
“Gli artigiani possono assumere i figli con contratti di apprendistato vantaggiosissimi: ma solo dai 16 anni in su. In bottega niente minori, ma anche niente genitori anziani. «Mio padre, che ha fondato questa azienda, non può entrare a dare consigli a chi lavora, e tantomeno ai miei figli adolescenti», mi racconta Teresa Coradazzi, che fa prosciutti a San Daniele del Friuli: «Ma se un bambino non può farsi insegnare da un nonno come si “sugna” un prosciutto, come lo si sala, come lo si annusa, si spegne sul nascere una passione. L’Italia nel dopoguerra si è rialzata perché la famiglia è diventata impresa. Le mogli e i figli erano indispensabili, l’unico ad avere uno stipendio era il capofamiglia. Altri tempi? Sì, ma così si sono create tante eccellenze italiane. Una volta l’impresa familiare era un vanto nazionale, oggi il lavoro in famiglia è perseguito per legge». Lavoro vero che diventa lavoro nero. Qualche mese fa, a Napoli, un uomo di 43 anni si è ucciso perché multato di duemila euro per la presenza della moglie nella sua pizzeria. Non era in regola. Erano in regola coloro che lo hanno multato: con la legge. Ma forse non con la virtù della prudenza. E forse neanche con la coscienza”.
Ebbene, compagni dell’Ispettorato! Eroici funzionari della Parassitova al completo! Io vi segnalo il suddetto Brambilla – da cui prendo le distanze nel modo più energico – come un revisionista annidato nella Patria, un sabotatore che nasconde la faccia maligna sotto una maschera di rispetto per la vostra insindacabile, insaziabile, devastante autorità.
Io non c’entro. Io credo alle parole alate del compagno Renzi, nostra guida, piccolo padre. Io canto a squarciagola la canzone che il compagno Aleksandrov compose nel 1936 per celebrare i successi dell’indimenticato Stalin: “Velikij Vozhd’ i Uchitel’”, Il grande capo e Maestro.
“La vita diventa ogni giorno migliore, compagni. La vita è diventata migliore. E quando la vita è più felice, il lavoro è più efficace. Risuonano canti sulla terra sovietica: unito nell’amicizia il paese cresce e canta insieme…Tutto è gioia per le menti e per le mani…La vecchiaia è più calda e la gioventù avventurosa. Guarda, Voroshilov, siamo tutti pronti: non un pollice cederemo al nemico…Tutto l’immenso paese vuol gridare a Stalin: Grazie, Amato! Perché (ritornello) “La vita è diventata meglio, compagni! Migliora ogni giorno!”.
Grazie alle riforme di Renzi che ne ha già realizzate il 90%. Morte ai Gufi!
Smerts Spiona!
Fonte: Blondet & Friends
—————————————————————————————————————–
Note
- Nikolai Ivanovic Ezov fu il capo del NKVD nel 1936-39, gli anni delle grandi purghe staliniane, in cui fece arrestare 1,5 milioni di persone, di cui 800 mila finirono fucilate o finite con il regolamentare colpo alla nuca. Bisessuale, è sospettato di aver ucciso la giovane moglie. Nel 1939, fu arrestato per ordine di Stalin e accusato di Spionaggio e intesa coi servizi polacchi e tedeschi, e fucilato nel ’40. Gli successe Lavrenti Beria.