I cani piangono per i nostri stessi motivi? Hanno il dotto lacrimale e piangono lacrime? Ecco alcune informazioni interessanti riguardo al pianto canino.
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Il modo in cui i cani cercano di comunicare con noi umani è davvero affascinante. Essi non possiedono i mezzi o le capacità per produrre un linguaggio articolato, ma riescono ad essere ugualmente esaustivi e, a volte, più onesti di noi. Che si tratti di vocalizzi o di linguaggio del corpo, come il movimento e la posizione della coda, oppure il fissarti dritto negli occhi, i nostri cani quasi sempre ci dicono qualcosa. Sembra facile riconoscere quando un cane è felice; ma riconosciamo anche quando sono tristi o angosciati? I cani piangono?
In apparenza, sembrerebbe una domanda molto semplice, ma vale la pena rifletterci su. In assenza di un cane come traduttore universale, ogni umano interpreta il comportamento canino a modo suo. È corretto equiparare fenomeni come il mugolio, il lamento o l’ululare del cane alle espressioni tipicamente umane come lo strillare o il piangere? Una domanda più precisa potrebbe essere: “I cani possono piangere lacrime come gli esseri umani?”. I cani emettono suoni per dare voce al dispiacere, alla solitudine, o piangono lacrime per esprimere il loro dolore, così come noi?
Iniziamo dalle basi:
- I cani hanno il dotto lacrimale?
- I cani possono piangere lacrime emotive?
- Il mugolio, il lamento o l’ululare del cane sono simili al pianto?
- I cani reagiscono alle nostre lacrime?
I cani hanno il dotto lacrimale?
Assolutamente sì. Chiunque abbia un cane con pelo chiaro o bianco, come il bichon à poil frisé, il maltese o il barboncino, sa per certo che i cani hanno il dotto lacrimale. Questo perché il fenomeno della colorazione della lacrima che si sviluppa con l’età, è inscritto nel corpo. Il fenomeno, meglio conosciuto come epifora, consiste nella produzione eccessiva di lacrime. Che ruolo hanno, invece, il dotto lacrimale e le lacrime meno visibili di tutti gli altri cani?
Quasi tutti gli animali con gli occhi hanno un dotto lacrimale. Gli occhi di un cane producono lacrime che svolgono la stessa funzione delle lacrime umane. Ci sono tre categorie di lacrime; sia gli occhi umani che gli occhi dei cani producono due di queste tipologie di lacrime: quelle basali e quelle riflessive. Le lacrime basali sono prodotte e rilasciate costantemente, ma molto lentamente. Hanno il compito di tenere gli occhi umidi. Le lacrime riflessive offrono protezione oculare, e fluiscono più rapidamente in risposta alla presenza di allergeni e irritanti. Queste lacrime impediscono ai corpi estranei di entrare negli occhi.
I cani possono piangere lacrime emotive?
Abbiamo appena esaminato due dei tre tipi di lacrime, ma qual è il terzo? Negli esseri umani, la terza tipologia è quella delle lacrime emotive, che vengono prodotte più improvvisamente e in maggior quantità rispetto alle lacrime basali o riflessive, e generalmente sorgono nei momenti di grande emozione. I cani possono piangere come noi, in risposta a stimoli emotivi? Si tratta di una distinzione importante, e la nostra curiosità ci porta a distinguere tra necessità biologica, e lacrime per così dire “reali”.
Il pianto di un cane potrebbe mai indicare angoscia, compassione o dolore? La risposta è complessa e insoddisfacente per chiunque voglia vedere la propria esperienza di vita riflessa in un cane. Nella sua prefazione alla seconda edizione delle Lyrical Ballads (1801), William Wordsworth ha notoriamente definito la poesia come il “traboccamento spontaneo di potenti sentimenti”, una definizione sintetica che può essere usata anche per spiegare il motivo per cui gli umani piangono. Il dotto lacrimale di un cane non funziona in questo modo, né per gli stessi motivi. Anche se nei cani non ritroviamo il pianto come esternazione emotiva, questo non significa che essi siano indifferenti o impassibili di fronte a determinati eventi. Semplicemente esprimono il loro stato emotivo in modo diverso.
Il mugolio, il lamento o l’ululare del cane sono simili al pianto?
Nell’immaginario collettivo, il mugolio, il lamento o l’ululare di un cane sono spesso relazionati ai suoi stati emotivi. Un chiaro punto di partenza è l’esperienza e l’espressione del dolore. Secondo il veterinario Eric Barchas, tuttavia, queste espressioni vocali non sono necessariamente o direttamente collegate al dolore. Certo, nel momento esatto del dolore, quando per esempio qualcuno pesta loro una zampa, le reazioni istintive dei cani sono simili alle nostre. Il cucciolo viene preso alla sprovvista e quindi emette un guaito improvviso, che però non continua per tutta la durata del dolore, nemmeno nel caso di un dolore cronico. Un cane abbaia, mugola, si lamenta o ulula per esprimere un bisogno. Queste, quindi, sono espressioni comunicative più che emotive.
I cani si lamentano e mugolano quando vogliono cibo o esercizio fisico; ululano e abbaiano quando sentono o percepiscono una minaccia incombente. Tuttavia c’è ragione di sospettare di questi comportamenti. Dopotutto, il comportamento è qualcosa di appreso da parte del cane. Quando scoprono che produrre alcuni rumori porta al risultato sperato, quel comportamento può diventare ripetitivo e anche manipolatore. Quindi, possiamo dire che mugolii, lamenti e ululati sono simili, ma non equivalenti al pianto umano.
I cani reagiscono alle nostre lacrime?
Anche i neonati e i bambini imparano i comportamenti. Le loro grida, i lamenti e le urla, particolarmente stridenti nei luoghi pubblici, possono essere comportamenti “opportunisti”, un po’ come quelli dei cani, anche se il pianto di un neonato è decisamente più interminabile. Anche se i cani non esprimono dolore, dispiacere, perdita, rabbia o gioia attraverso il loro dotto lacrimale, questo non significa che essi siano esenti da emozioni. Sappiamo che i cani soffrono di ansia da separazione, di paura e di stress. Per esperienza personale, posso dire che i cani reagiscono quando il loro umano è in difficoltà.
Una volta mi sono provocato un paio di lesioni gravi e dolorose, una lacerazione del legamento crociato anteriore e del menisco del ginocchio destro, a seguito di una performance di karaoke particolarmente intensa. Sono riuscito a tornare a casa quella notte e, nel momento stesso in cui ho aperto la portiera della macchina, ho sentito che la mia cagnolina ha fatto un rumore stranissimo. Non era un lamento o un mugolio, ma un suono a metà tra questi due; un suono certamente triste ed empatico. Non avevo mai sentito quel verso prima d’ora, e non l’ho mai più sentito in seguito. Sapevo che lei sapeva che stavo provando un grande dolore fisico.
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