Si pensa che il miglior amico dell’uomo abbia iniziato l’amicizia con gli esseri umani circa 15.000 anni fa. Come questo rapporto speciale tra i due predatori è un mistero, ma un nuovo studio pubblicato questa settimana dal Royal Society Open Science può dare nuovi spunti per quanto riguarda le origini del #cane domestico. Si è scoperto che i cani hanno iniziato evolvendo la capacità di digerire l’#amido ed in tutte le specie selvatiche di cane, il loro DNA contiene solo due copie del gene coinvolto nella digestione dell’amido, noto come Amy2B. Questo è probabilmente il perché la loro dieta tende ad essere ricca di proteine, integrandola di tanto in tanto con bacche e materiale vegetale, anche se la quantità di vegetazione che in realtà consumano non è ancora completamente noto. Questo è in netto contrasto con cani domestici, con alcune razze trovate ad avere fino a 30 copie di Amy2B, dando loro la possibilità di digerire facilmente l’amido, che è più comune nelle diete del cane domestico. A che punto questi eventi si sono verificati rimane sconosciuta.
L’analisi del DNA in cani di 8000 anni fa
Analizzando il DNA dai resti di quattro cani che vivevano tra 8.000 e 4.000 anni fa in Romania, Turchia e Francia, i ricercatori hanno scoperto che avevano già iniziato la duplicazione del gene Amy2B, e aveva otto copie di esso. È interessante notare che questa duplicazione dei geni coinvolti nella digestione dell’amido è uno sviluppo riscontrato anche negli esseri umani. Durante lo stesso periodo di tempo che questo processo stava accadendo nei cani, gli esseri umani sono stati ingrado di acquisire più copie di questi geni per contribuire ad abbattere una dieta sempre più pesante in amido dovuta all’agricoltura primitiva. Secondo questa scoperta, i ricercatori sostengono che in questo ilasso di tempo i cani vennero addomesticati. Questo indica che si è verificato un simile processo di evoluzione tra le due specie, condividendo l’ambiente occupato, ma anche i nutrienti alimentari presenti in natura. #Cibo