Avete mai visto un gatto parlante? Secondo una ricerca i gatti parlano, anche in dialetto. Ovviamente hanno un linguaggio “tutto loro”, che in parte può essere paragonato alle parole che si scambiano le persone. Per molto tempo si e’ ritenuto che la competenza linguistica fosse una caratteristica specifica e distintiva dell’essere umano. Secondo recenti ricerche in campo etologico e biologico, sembra che i gatti parlanti non siano una leggenda, ma una realtà da studiare.
La capacità di comunicazione del gatto è veramente complessa. Oggi si aggiungono le conferme della scienza, che ogni giorno scopre nuove incredibili caratteristiche dei gatti.
Gatti: capacità linguistiche e uso del dialetto
L’ultima stupefacente scoperta riguarda proprio la capacità linguistica del gatto, una capacità superiore a quella di tutti gli altri esseri viventi dopo l’uomo. Ma c’è di più. Non solo sembra che i gatti siano in grado di parlare, ma addirittura che si esprimano in dialetto.
Nei gatti si sviluppa per primo un linguaggio «infantile», quello che la madre utilizza con i suoi cuccioli, relativo ai bisogni primari quali la nutrizione, la protezione e l’insegnamento alla caccia. Questa è la forma di comunicazione che verra’ utilizzata anche per relazionarsi con l’uomo, vale a dire a colui che li nutre e li coccola. Si verifica cioè una specie di «transfert», l’uomo diventa la sua mamma. Con la crescita il linguaggio del micio si trasforma, si aggiungono le «parole» necessarie per esprimere bisogni diversi: istinti sessuali, atteggiamenti aggressivi per la difesa del territorio e esigenze di comunicazione con gli altri simili adulti. Ecco che quel «linguaggio infantile» si trasforma nel «vocabolario del gatto adulto», mai utilizzato con i gattini.
Ma non e’ tutto…
- Le ricerche di Paul Leyhausen, il maggiore esperto mondiale di gatti, hanno certificato che due gatti che si conoscono bene e sono in confidenza utilizzano un «dialetto diadico», cioè emettono dei suoni particolari che utilizzano solo quando sono tra di loro e non in presenza di un terzo.
- Inoltre secondo Leyhausen «alcuni gatti, in frasi dialettali, emettono richiami per mezz’ora di fila, o anche piu’, senza interruzione, e sono dotati di una capacita’ di modulazione della voce tale che non si ripetono quasi mai».
- Infine, ma questo forse gia’ lo sapevamo, i mici sono in grado di emettere un suono che non appartiene a nessun’altro animale: le fusa. Mentre i parenti di grossa taglia (leoni e tigri) possono farle solo durante l’espirazione, i piccoli felini le emettono sia quando ispirano che quando espirano. Il ricercatore scientifico Rolf Degen ha dimostrato il senso biologico delle fusa: «E’ impossibile che l’evoluzione si sia permessa il lusso di un suono inutile. Alcuni studiosi vedono nelle fusa una sorta di “musicoterapia”, che permette di accelerare la saldatura delle ossa fratturate e lo scioglimento delle tensioni muscolari». Al punto che un sistema analogo, basato cioe’ sulle vibrazioni, e’ usato anche nella medicina sportiva umana per curare contrazioni, tensioni muscolari e crampi.
Insomma un gatto in casa significa: compagnia, salute e relax!
A proposito di “gatti e parole“, guarda cosa combina il nostro amico Felix in questa vignetta:
Gatto Felix: “Prime parole”
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