Vanno in giro per i sentieri. Spesso si coricano sulle tombe per oziare senza disturbare il silenzio del luogo. Sono molti i gatti che vivono nel cimitero di Santa Cruz de Mompox, una municipalità colombiana citata anche dallo scrittore Gabriel García Márquez, premio Nobel per la letteratura 1982.
Ma la presenza di questi gatti ha alimentato anche voci e leggende. A pagarne le conseguenze una famiglia che è stata accusata di avere fatto un patto con il diavolo. Questo perché i felini sembrano circolare principalmente dove si trovano le tombe dei loro cari estinti.
Loro, i Serrano, non sembrano però averla presa male. «Non ci importa che dicano che abbiamo un accordo con il diavolo. Al contrario, per noi è una sorta di riconoscimento», dice il chirurgo Victor Serrano a un giornale locale seduto sulla sua sedia a dondolo.
Tutto ha avuto inizio da un lutto che ha colpito la sua famiglia: la morte di Alfredo, suo figlio più giovane, colpito da un infarto all’età di 33 anni. Alfredo in città era noto come il “Gato”, un soprannome ereditato dal nonno paterno che come lui aveva gli occhi verdi. Lo stesso colore degli occhi di una gatta nera che nei giorni successivi al funerale ha iniziato a gironzolare vicino alla sua tomba. Poco dopo la micia ha dato alla luce i suoi piccoli e ha deciso che quel luogo sarebbe diventata casa sua. Giorno dopo giorno sono arrivati anche altri felini, alimentando il mito di “stregoneria” e di “patti con il diavolo”.
«Molte persone da Mompox hanno voluto dare un tocco di mistero a questa storia perché tutto accade in un cimitero – spiega la guida turistica Luis Domínguez -. Ma in realtà è solo il gesto amorevole di due genitori per ricordare il loro figlio».
E i Serrano lo fanno seriamente prendendosi cura di questi gatti neri, bianchi e arancioni: li nutrono e li sterilizzano per evitare che il loro numero cresca troppo. Un amore che va ben oltre le dicerie popolari.
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