Non gli hanno dato un nome, ma pare sia una femmina di mix di pastore tedesco, di quelli con la faccia triste e provata. Gira nella zona di Chiaia servendosi di autobus, sale e scende dal 140 e dal C31. La scoperta è stata fatta da qualche abitante della zona, ed ha subito colpito finendo virale sui social. Difficile trovare cani vaganti a Napoli, da quando la Asl, negli anni passati, mise in atto un piano di sterilizzazioni a 360 gradi. Poi con i cordoni tirati della borsa sotto Caldoro, e da quel periodo in poi, qualche randagio è riapparso, ma la situazione, almeno in città continua a essere sotto controllo.

Da un  primo controllo è risultato che il lupoide è microchippato e a quanto pare il proprietario sarebbe in Sardegna. La cagnolina è anche sterilizzata, come si vede dal contrassegno usato ancora da qualche ambulatorio di Asl o privato, un tatuaggio verde sull’addome (ormai è in disuso). A chi appartiene questo nuovo ospite di Chiaia-Posillipo? Napoletani che lo lasciano vagare – come tanti, sbagliando, fanno (e poi non si lamentino che i cani non tornano più, vengono investiti o, peggio per tutti noi, se sono interi, se c’è randagismo creato dai cuccioli che nascono da questi vagabondi involontari).

Della cagnolona passeggera di bus si sono invaghiti anche gli utenti di un profilo di Fb, Sos amici aiutiamoci tra noi, che ha subito fatto girare un appello per l’adozione. Una cosa è da chiarire: i cani non usano i bus per spostarsi, perché hanno ottime gambe, a differenza di noi. Il suo salire e scendere dal mezzo pubblico può essere, come sanno i veterinari che studiano il comportamento, un movimento stereotipato che si ripete in un animale in preda all’ansia e alla noia. Per capirci, quello che le tigri dello zoo di Napoli hanno fatto per anni sotto gli occhi di spettatori che fraintendevano. Esattamente come in questo caso. Questo per dire che un’adozione il cane di Posillipo la merita, come tutti, e immediata.

Ma è bene anche farsi aiutare, se non si capisce niente di cani, da qualche esperto vero che ne interpreti il comportamento, adattandolo

alle esigenze di chi adotta. Altrimenti la povera cagnolona è destinata a salire e scendere dai bus a vita, perché anche dopo una nuova adozione corre il rischio di subire un nuovo abbandono. Neppure il microchip è servito come deterrente a chi l’ha lasciata per strada, quindi qualche problema da capire c’è. O forse è scappata, ma non pensiamo dalla Sardegna, a meno che oltre ai bus, la lupetta sia anche una frequentatrice di navi e traghetti.

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