Oggi il cane è uno degli animali domestici più viziati e amati dall’uomo ma in passato non sempre ha goduto di questa sorte favorevole. Costretto in catene, viveva al freddo, fuori dalle abitazioni. Forse, anche per questo, noi umani fatichiamo a comprendere con esattezza la vera “percezione” che il nostro amico ha della temperatura. La prima domanda che ci poniamo è: Il cane soffre il freddo? I cani possono soffrire il freddo. Le basse temperature, gli sbalzi termici e le correnti d’aria possono influire sul loro stato di salute. Alcuni soggetti sono più a rischio: i cuccioli, i giovani sotto i 6 mesi, gli anziani, i soggetti malnutriti, i cani con patologie cardiache e respiratorie. Anche i pazienti con patologie ormonali hanno maggiore difficoltà a regolare la loro temperatura corporea. È intuibile che i cani a pelo raso – es: Dalmata o Boxer – saranno più esposti al freddo rispetto a quelli con pelo folto e lungo. In questi ultimi, il mantello fungerà da “isolante”.

Pensiamo solo al sottopelo morbido, lanoso e fitto proprio delle razze nordiche – Siberian Husky, Alaskan Malamute – un mantello che li rende idonei alle basse temperature dei paesi del Nord. Oltre al freddo bisogna, però, tenere conto dell’umidità e del vento; infatti la dispersione di calore è maggiore in presenza di vento oppure se il cane è bagnato. Fino a che temperatura possono dormire all’aperto i nostri amici pelosi? Agli animali deve essere sempre offerto un riparo in ogni stagione, indipendentemente dalla temperatura. Durante l’inverno, anche se si tratta di razze a pelo lungo, i cani devono essere “attrezzati” in maniera opportuna con un riparo idoneo a proteggerli dal freddo, dal vento e dalla pioggia. Ci sono in commercio delle splendide cucce (in legno, in resina, ecc.). L’importante è che il pavimento sia isolato dal terreno o sollevato da terra e che siano impermeabilizzate. Molte sono progettate con sistemi di riscaldamento che, posti nello spessore della pavimentazione, consentono ai nostri amici di poter sopportare gli inverni anche nelle nostre regioni. Al loro interno potrebbero esserci paglia o coperte, che però andrebbero frequentemente rimosse e mantenute pulite.

È da sottolineare che, se un cane vive all’aperto, d’inverno aumenteranno i suoi fabbisogni nutrizionali. Consumerà di più proprio per mantenere la termoregolazione. Sarà perciò necessario modificare il regime alimentare, aumentando anche sensibilmente l’apporto energetico. Il rischio principale dell’inverno si chiama ipotermia. Come si manifesta? Ipotermia significa che la temperatura corporea scende sotto i limiti di normalità. I segni clinici e i sintomi variano a seconda della gravità: tremori, lentezza dei movimenti, sonnolenza, torpore, diminuzione della frequenza respiratoria e cardiaca, fino al coma. I cani esposti a lungo a basse temperature, soprattutto in presenza di vento, sono a rischio; al di sotto di 0°C diventa rischioso anche lasciarli in macchina. Se si vede l’animale tremare e acciambellarsi per evitare la dispersione del calore, se lo si sente uggiolare, se cogliamo segni di ansia e i movimenti ci sembrano più lenti, se il cane cerca luoghi per proteggersi dal freddo, corriamo subito ai ripari e forniamogli tepore.Quali sono le altre patologie legate alle basse temperature?Bronchiti e polmoniti, patologie dell’apparato respiratorio, sono legate alle basse temperature. Possono determinarsi anche patologie a carico dell’apparato gastroenterico. Spesso i cani si divertono a mangiare la neve e questo facilita l’insorgenza di violente gastriti. Gli animali con problemi articolari o artrosi hanno maggiore difficoltà nel periodo invernale. È necessario asciugare i cani al termine delle passeggiate sotto la pioggia per evitare ripercussioni sul loro stato di salute. Ricordiamo che i cani di taglia piccola o con le zampe corte si bagnano addome e torace più facilmente per il contatto con neve o pozzanghere. I proprietari devono prendersi cura del mantello del proprio animale, soprattutto nel periodo invernale. Nei cani a pelo lungo la neve può formare dei piccoli blocchi di ghiaccio sotto le ascelle e tra le dita, rendendo anche difficile il movimento. Non trascuriamoli! Ricordiamoci, inoltre, che in questo periodo dell’anno vengono comunemente utilizzati prodotti molto tossici, ad esempio l’antigelo. Sono estremamente velenosi e purtroppo, se non tenuti in luoghi sicuri, vengono ingeriti con una certa frequenza a causa del loro sapore dolciastro, risultando spesso letali. Molti proprietari di animali, per fronteggiare gelo, neve e pioggia, ricorrono a piumini e a cappotti anti-freddo.

Servono davvero o soddisfano solo il nostro desiderio di avere un animale alla moda? La risposta corretta è che i “cappotti” potrebbero servire ai cuccioli, ai soggetti anziani e ai cani a pelo raso ma che spesso sono utilizzati a sproposito per soddisfare i desideri del proprietario. Non necessariamente questo desiderio riflette vanità o volontà di perseguire la moda, più spesso riflette una reale preoccupazione del proprietario per la salute del proprio animale oppure la volontà di “antropomorfizzare” il proprio animale (si percepisce il cane non come animale ma come essere umano). Questo è un eccesso che, a mio parere, a volte mina la dignità dei nostri amici per cui è giusto prendere in considerazione cappotti o impermeabili nei soggetti che sono più a rischio per età, tipologia di mantello o in presenza di un precario stato di salute. Va comunque detto che è indubbiamente più comodo mettere l’impermeabile a un cane a pelo lungo prima di una passeggiata sotto la pioggia che dover passare poi il pomeriggio ad asciugarlo, e anche questo è un compromesso più che accettabile. Teniamo conto anche che esiste un business notevole che ruota attorno al “pet” e che è in grado di fare pressioni sui proprietari toccando “corde” molto intime.

Il consiglio è quello di guardare il proprio animale con affetto e rispetto, per capire quali sono le sue esigenze (trema durante la passeggiata? Mette il cappotto volentieri?) e quindi confrontarsi con il proprio medico veterinario di fiducia. Con l’arrivo dell’inverno, diminuisce anche la luce solare che influenza il buon umore di umani e pelosi. Aumentano in questa stagione i casi di depressione dei cani? Effettivamente si inizia a parlare anche di questo. Credo che sia necessaria molta cautela per evitare di proiettare sugli animali le nostre problematiche. Forse, davvero vi è eccesso di “antropomorfizzazione”. Indubbiamente nell’uomo è una situazione ben conosciuta e noi sappiamo che gli animali sono estremamente sensibili ai cambiamenti di umore dei proprietari così come ai cambiamenti di abitudini (es.: la durata delle passeggiate che è maggiore in primavera). Da tempo si conosce, nel cane, un’alopecia stagionale ricorrente e si ritiene che il fotoperiodo breve ne sia la causa scatenante. Questa particolare alopecia si manifesta prevalentemente da novembre a marzo, nelle regioni a nord dell’emisfero, e si presenta con perdita di pelo sui fianchi. Questo dimostra che il cambiamento di stagione ha delle ripercussioni sull’organismo ma direi che la relazione tra stagione e sfera comportamentale è ancora tutta da approfondire.

Tratto dal numero 36 di Zoomark News

Redazione B.

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