In due abbiamo letto “mice” e pensato “gatto”: a partire da questo peccato originale si è persino dipanato un discorso quasi intelligente, addirittura commemorativo dell’avventura della gatta Félicette, la francesina che (per davvero) nel 1963 si fece ben 13 minuti di volo suborbitale.
Giusto per mettere bene a nudo le colpe, mentre prendeva corpo e concretezza la realtà distopica qui (in redazione) si rifletteva sull’opportunità di dedicare un articolone di approfondimento sulla condizione dei gatti in assenza di gravità, con tutte quelle unghiette affilate che fanno il loro lavoro sulle tute miliardarie per le attività extraveicolari degli astronauti.
E il titolo, L’ultimo volo del Modello 4, dal quale non siamo riusciti a staccarci per l’idea invadente e persistente – come quelle canzoncine che ti entrano in testa e di cui non riesci a liberarti – del Modello Due (Second Variety) di Philip K. Dick. Così finì che i topi rimasero gatti.
Ok, e adesso Attivissimo & Amici Tutti Cari, sparate pure sul pianista.
Scusate, @Focus_it, spiegate voi al vostro Davide Lizzani che “mice” in inglese non vuol dire “gatti”? Grazie. pic.twitter.com/6f7Eq4MYc6
— Paolo Attivissimo (@disinformatico) July 4, 2018