Il letargo per le tartarughe è molto importante: ha un’azione benefica sulla salute, sul metabolismo e sulla riproduzione.
Le tartarughe per mantenere la loro temperatura corporea dipendono dal calore del sole. Durante la stagione invernale, nei climi temperati, il sole non è più sufficiente a fornire calore per permettere alla tartaruga di svolgere le sue normali attività, per cui questi rettili vanno in letargo (od ibernazione), uno stato di torpore simile al sonno profondo.
Durante il letargo il metabolismo rallenta: scendono la temperatura corporea, la frequenza cardiaca e respiratoria e si riducono l’attività dell’apparato gastro-enterico e del sistema immunitario.
Solo le tartarughe in buona salute possono essere lasciate andare in letargo. Animali malati, debilitati o sottopeso dovrebbero essere mantenuti al caldo anche in inverno, altrimenti il letargo per questi soggetti potrebbe essere fatale. Inoltre non tutte le specie di tartarughe vanno in letargo, ad esempio molte provenienti dal Nord Africa.
Tre-quattro settimane prima del letargo deve cessare l’assunzione di cibo in modo che si verifichi uno svuotamento completo del tratto digerente prima di questo stato di torpore, altrimenti il cibo non venendo più assimilato potrebbe andare incontro a putrefazione portando anche a morte l’animale. L’acqua invece va lasciata a disposizione.
È molto importante la temperatura ambientale durante il letargo: dovrebbe essere di circa 4-5°C. Temperature inferiori ai 2 °C possono già essere pericolose, sotto lo 0°C si può verificare congelamento dei tessuti e morte dell’animale. Al contrario, temperature superiori ai 10°C possono far risvegliare la tartaruga. L’ideale sarebbe disporre di un termometro per poter sempre controllare la temperatura.
La durata del letargo in natura sarebbe molto variabile, in base al clima ed alla latitudine. Per gli animali in cattività si può decidere la durata in base all’età ed allo stato di salute. La durata complessiva del letargo comunque non dovrebbe superare le 20 settimane.
Per ogni mese di ibernazione una tartaruga perde circa l’1% del proprio peso corporeo. E’ fondamentale dunque controllare il peso in modo da poter intervenire tempestivamente in caso di un rapido ed anomalo decremento.
Il letargo può avvenire al chiuso oppure all’aperto.
Per permettere l’ibernazione a tartarughe normalmente tenute al chiuso si possono utilizzare due contenitori, uno dentro l’altro. Quello più interno dovrebbe essere poco più grande della tartaruga e può essere una scatola di cartone o di polistirolo con piccole aperture per il passaggio dell’aria. Questa scatola va riempita con materiale isolante come paglia, foglie secche o pezzi di giornale e poi va inserita in un contenitore più grande. Lo spazio tra i due deve essere riempito con altro materiale isolante. La stanza dove mettere questo rifugio artificiale dovrà avere una temperatura costante per tutto il periodo invernale. Durante il letargo al chiuso è consigliabile ispezionare la tartaruga una volta al mese, facendole fare un bagno in acqua tiepida per permetterle di bere, e pesarla per monitorare il decremento di peso. Se la tartaruga appare sana si rimetterà in ibernazione, altrimenti in caso di segni di malattia sarà opportuno interrompere il letargo.
Le tartarughe allevate all’aperto ridurranno gradualmente in maniera autonoma l’assunzione di cibo con l’avvicinarsi dell’autunno. Quando la temperatura scenderà particolarmente inizieranno a scavare nel terreno per interrarsi. Il vantaggio di questo tipo di letargo è la maggior vicinanza alle condizioni naturali, ma i rischi sono legati ad inverni troppo miti o troppo rigidi, all’attacco di predatori, a eventuali inondazioni ed alla difficoltà di ispezioni regolari.
Una via di mezzo tra il letargo al chiuso e quello all’aperto è il letargo controllato all’aperto. Questo metodo consiste nel lasciare andare le tartarughe spontaneamente in letargo, ma in un apposito rifugio all’aperto costruito con materiali resistenti ed isolanti. Tutti gli ingressi dovranno essere ben chiusi per impedire l’attacco da parte di predatori, mentre si potrà lasciare una tettoia apribile per poter ispezionare degli animali. L’interno dovrà essere imbottito con terriccio e foglie secche, per permettere agli animali di interrarsi.
Prima e dopo il letargo è consigliabile far eseguire un’accurata visita alla propria tartaruga da un veterinario esperto in rettili, per valutare peso e stato di salute.
E per le tartarughe d’acqua???
Per le tartarughe d’acqua il discorso è molto simile a quanto detto finora. Solo soggetti in buono stato di salute e non tutte le specie devono essere fatte ibernare.
Anche per loro il letargo può avvenire all’aperto oppure al chiuso.
All’aperto ad esempio in un laghetto in giardino con una profondità superiore a 60 cm, dove l’acqua non ghiacci. Ogni giorno la superficie del laghetto andrebbe controllata in modo da romperla tempestivamente in caso di congelamento.
Per le tartarughe allevate al chiuso bisognerà ridurre gradualmente la temperatura, le ore di luce ed il cibo fino ad eliminarlo completamente due-quattro settimane prima dell’ibernazione. Poi la tartaruga verrà posta in un contenitore di plastica poco più grande dell’animale con uno strato di acqua. Il contenitore andrà poi posizionato in un locale freddo con una temperatura tra 5 e 10°C per 2-4 mesi. Una volta al mese potrà essere eseguita un’ispezione dell’animale pesandolo, pulendolo dalla patina algale e cambiando l’acqua.