È ora di dare una «stretta a un business milionario illegale che contamina le specie e danneggia gravemente la nostra biodiversità. Rafforzeremo a tutti i livelli, anche in sede europea, il nostro impegno contro il commercio delle specie ibride, stringendo le maglie che oggi consentono di aggirare la legge italiana», annuncia il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti. Ma il giorno dopo la clamorosa inchiesta condotta dai carabinieri forestali, e culminata con l’ordine di sequestro per 229 esemplari apparentemente di tipo Cecoslovacco, in realtà ibridi tra lupo e cane di seconda o terza generazione, il mondo della cinofilia si spacca. E la storia di questi ibridi diventa un giallo.
Il titolare dell’allevamento «incriminato», Passo del Lupo, si ribella via Internet. «Si fa presente – scrive, rivolto soprattutto agli acquirenti dei suoi cani, sbalorditi da quel che leggono – che non c’è alcuna “sentenza definitiva” e tutto è ancora da vedere e da dimostrare. Ma la cosa fondamentale da sottolineare con forza è che gli esami genetici ufficiali non supportano questo tipo di misura cautelativa per cui tutto è ancora apertissimo. Su cosa ci si sta basando quindi? Evidentemente su affermazioni di privati, su dati presunti raccolti sull’web, su voci di forum e post apparsi sui social network per ovvi motivi economici personali».
L’ordinanza del gip Paola Losavio, del tribunale di Modena, al contrario non lascia spazio a dubbi. «A seguito di accertamenti del Servizio Cites del Corpo Forestale dello Stato (confluito nei carabinieri a partire dal 1 gennaio, ndr) è emersa la prassi illecita di alcuni allevatori di cani lupo cecoslovacchi di incrociarli con esemplari di lupo puro provenienti dal Nord Europa, e dal Nord America, e di tenere occultata tale prassi».
Tutta l’inchiesta, a ben vedere, ruota attorno ad Alaska, una femmina di cane lupo cecoslovacco. Secondo quanto hanno ricostruito gli investigatori, in realtà trattasi di Ave Lupo, nata in Repubblica Ceca nel 2003, e importata clandestinamente in Italia un paio di anni dopo. Ave Lupo sarebbe figlia di Lupina (lupo selvatico puro canadese) e un cane di nome Armin. Effettivamente, come lamenta l’avvocato Francesco Miraglia, che difende gli allevatori di Passo del Lupo, l’ordinanza cita il sito internet wolfdog.org come una delle fonti di prova. Ma c’è anche una relazione del Servizio ispettivo ambientale della Repubblica Ceca che conferma una registrazione di Ave Lupo nella Czech Canine Society (registro ausiliario P, per i cani privi di pedigree), che Ave Lupo «era l’incrocio tra una madre lupo canadese e il padre pastore tedesco meticcio».
Inizialmente, dunque, Ave Lupo era stato ammesso al registro cinofilo della Czech Canine Society . «Poi la gestione era cambiata e la nuova gestione aveva rifiutato di accettare i suddetti cani per ulteriori accoppiamenti». È a questo punto che Ave Lupo scompare dai radar in Repubblica Ceca e Alaska appare in Italia. Stesso codice di microchip, stessa data di nascita, nome diverso. Ma alla luce delle lunghe indagini svolte – scrive ancora il gip Losavio, accogliendo la ricostruzione del pubblico ministero – la magistratura ora afferma che «Alaska corrisponde effettivamente all’esemplare Ave Lupo Mutara, e che è stata iscritta nel registro RSR dell’Enci con l’inganno, omettendo di comunicare le sue reali origini».
Di qui nasce la lunga filiera dell’ibridazione illegale (e pericolosissima) che ha portato a sequestrare ben 229 cani e cuccioli in giro per l’Italia. Animali terribilmente somiglianti all’avo lupo, perciò particolarmente ambiti dagli appassionati, al punto che alcuni esemplari sono stati pagati fino a 5000 euro.
Alaska, alias Ave Lupo, nel frattempo è scomparso. Gli investigatori non l’hanno trovato nelle perquisizioni. Hanno potuto prelevare campioni di Dna da molti suoi discendenti. E in laboratorio è emerso ai test genetici che hanno tracce del lupo canadese. La prova di una ibridazione nuova, recente, illegale. E folle: sono stati venduti ibridi che hanno sangue lupino nelle vene, dal carattere instabile, potenzialmente pericolosissimi per i padroni, i loro amici, altri cani che incontrassero sul cammino.
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