La discriminazione nei confronti dei Pit Bull è ancora molto diffusa. Si tratta di uno stereotipo negativo, fondato sulla falsa convinzione che questi cani siano feroci e pronti alla lotta. Chi ama questa razza combatte ogni giorno contro questo pregiudizio, e un proprietario di Pit Bull è arrivato a scrivere una lettera pubblica al suo vicino di casa, nel tentativo di fargli capire che sbaglia.
«Quando hai incontrato il mio cane, hai fatto finta di essere un amante dei Pit Bull. Hai addirittura detto che ne avevi avuto uno anche tu e che il mio era molto dolce. Poi, però, il nostro rapporto si è incrinato e mi hai detto che eri spaventato all’idea di lasciare tua figlia uscire di casa, perché “un pit bull cattivo la avrebbe attaccata”. Hai ragione, il mio cane fa paura: il suo sguardo mette i brividi anche a me», poi ha allegato immagini del suo cane, che parlano da sole su quanto sia un animale dolcissimo.
Il cane con “la tendenza ad attaccare puntando al volto” è accovacciato accanto a un bambino e gioca insieme a un altro cane, oppure indossa un costume da elfo.
La società, però, continua a giudicare in modo negativo questi cani solo per la razza a cui appartengono, senza condannare invece il modo in cui gli umani li addestrano. Cani che non hanno mai fatto un combattimento in vita loro vengono tenuti a distanza e addirittura messi fuori legge.
L’uomo, infine, ha ricordato che il vero problema è una discriminazione razziale fondata sul nulla, anche perchè alcuni cani si comportano differentemente con i membri della loro famiglia e con gli estranei, a prescindere da a quale razza appartengono. Non tutti i Golden Retriver sono immediatamente socievoli, ma nessuno si sogna di discriminarli per questo, e lo stesso vale per i Pit Bull. Ogni cane è diverso, il punto è come viene addestrato e quanto amore gli regala la famiglia che lo adotta.
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