Mercoledì, 16 Novembre 2016 16:12
Lo ha detto Giorgio Calabrese, presidente del Cnsa, il Comitato nazionale di sicurezza alimentare, a margine del simposio internazionale “Il ruolo della carne nell’alimentazione umana” che si è svolto ieri a Roma. “L’Oms è stata bacchettata – ricorda ancora Calabrese – perché ha posizionato 800 lavori che lo dicevano e ne ha dimenticati 80mila che dicevano esattamente l’opposto. Mangiare la giusta quota carne, con la giusta tecnica di cottura, con pochi condimenti se non quelli vegetali, significa far crescere meglio i bambini, aiutare gli adulti ad essere più forti e soprattutto ad essere più longevi in piena qualità di vita”.
“La carne – ha aggiunto- è un elemento alimentare che fa parte da sempre in quella che noi chiamiamo Dieta Mediterranea”. Il mondo vegano e della soia “hanno dato alternative non equipollenti ma rassomiglianti”. Quanto riguarda, invece, il ruolo dell’informazione sui social network, il presidente del Cnsa ha dichiarato: “Il mondo evolve, c’è internet, oramai siamo tutti a casa nostra ma anche a casa di altri. Ma attenzione, perché tutti parlano ma pochi hanno la competenza per poter dire o anche consigliare”.
Secondo Calabrese, “uno dei grandi problemi della società è che all’interno di questi mass media molto elettronici e tecnologici non c’è più controllo nei confronti di quelli che parlano ed educano, diseducando, coloro che sono più deboli nella preparazione”. “Prima – continua Calabrese – si diceva ‘lo ha detto la televisione’, poi ‘lo ha detto il giornale’, oggi si dice ‘lo ha detto internet’. Noi abbiamo bisogno, specialmente sul fronte della salute, di ridare esclusivamente agli uomini di scienza il timone del passaggio di ciò che studiamo a ciò che dobbiamo seguire. Oggi la scienza trova al suo interno dei Giuda che per carenza di preparazione, o per preferenze economiche e convenienze, hanno cambiato il nostro mondo comunicativo da serio e scientifico a falsamente personale. Ma il ‘secondo me’ – conclude – in scienza non funziona”. (fonte)
Annunziata Di Palma, primario del reparto di Pediatria dell’Ospedale Santa Chiara di Trento, che lancia un vero e proprio Sos sugli impatti nella crescita e il rischio di ritardo neuroevolutivo nei lattanti sottoposti a restrizioni alimentari. “Ogni giorno – ha dichiarato all’ANSA- assistiamo con sconcerto agli errori delle diete estreme. Siamo in mezzo a due epidemie: i casi di obesità infantile da una parte e il riemergere di rachitismo nei lattanti”. Intervenuta al imposio internazionale sul ruolo della carne nell’alimentazione umana, l’esperta ha dichiarato: “C’è sconcerto tra noi medici in prima linea – ha concluso Di Palma – nel veder riemergere quadri clinici antichi: con nuovi poveri, false informazioni abbiamo problemi di solito appartenenti Pvs perché i neonati bevono solo latte adattato. Riemergono malattie accantonante, come la denutrizione da carenza di B12 perché i genitori stanno riducendo il potenziale genetico dei loro figli. Contro il dilagare di diete estreme, serve il controllo sociale sulla podestà genitoriale”