11/12/2016

Abitano con noi, nelle nostre case, ci tengono compagnia e sono a tutti gli effetti considerati membri della famiglia, viziati e coccolati da mamma e papà: stiamo parlando di Fido e Fufy. In regione, dove la natalità continua a diminuire, ci sono più cani che bambini in età pediatrica. Basta guardarsi in giro, mentre si passeggia in città o nei centri commerciali. Sempre più musetti pelosi fanno capolino da appositi passeggini per cani, spinti da quelle che si considerano ‘diversamente mamme’, tra un pizzico di autoironia e forse troppa serietà.
All’anagrafe canina regionale, secondo i dati Insiel aggiornati a settembre, sono iscritti 190.268 cani (record per l’Aas5 con 51.435 esemplari e l’Aas2 che ne conta 41.309) contro i 151.892 bambini da 0 a 14 anni (dati Istat). Per rendere meglio l’idea, in Fvg – in linea con la media nazionale – c’è un cane ogni 6,4 abitanti.
Impossibile, invece, quantificare il numero dei gatti, poiché al momento in Fvg   soltanto i membri delle colonie sono dotati di microchip. A livello nazionale, però, si stima che i felini siano 7,5 milioni.  

Se i single prediligono i gatti, gli over 65 convivono più frequentemente con i cani.  Il 9,3% degli italiani accoglie due animali in casa, mentre il 7,4% ne possiede più di tre (fonte Eurispes 2016). Nelle nostre case abitano anche 3,2 milioni di piccoli mammiferi e rettili come furetti, tartarughe, canarini e conigli, mentre i pesci sono 30 milioni.  
In totale un esercito di 60 milioni di pet: un numero che non è destinato a diminuire, contrariamente a quello dei bambini nati nel nostro Paese, che dal 2008 a oggi è sceso di 91mila unità.

Petshop, un business senza crisi
Nel 2015 in Italia per l’alimentazione di cani e gatti si sono spesi 1.914 milioni di euro (+4,1% rispetto al 2014). Il Nord Est, che mobilita un giro d’affari pari al 20,6% del totale, cresce dello 0,6% mentre il resto del Paese rimane fermo al 2014. Trend negativo, ma solo in termini di volumi e non di vendite, per i petshop tradizionali a tutto vantaggio delle catene. In Fvg, infatti, sono circa una quindicina per provincia i punti vendita dedicati agli animali. Oltre a cibo specializzato che avvicina un pubblico attento alla salute e all’alimentazione dei cuccioli, il pezzo forte sono gli accessori: dal passeggino per cani alla cuccia imbottita, dal guinzaglio tempestato di Swarovski alla ciotola in ceramica pregiata.

Nei canili i più anziani ci rimangono a vita
Non appena un carico di cuccioli di razza viene intercettato dalle Forze dell’ordine scatta la corsa all’adozione. Ma nei canili sono tanti, troppi, gli esemplari che aspettano invano qualcuno che li accolga nella propria casa. Il Comune di Udine conta 30 cani ricoverati in più canili, e anche se nel corso dell’anno ne sono stati affidati 32: i cani adulti o di taglia grande purtroppo nessuno li vuole. Palazzo D’Aronco mette a disposizione anche un contributo economico per chi si prende in carico un cane anziano. Non sempre adottare e crescere un cucciolo è semplice, specie se alle spalle c’è un vissuto difficile che ha lasciato il segno. Al contrario, un cane anziano, cresciuto in famiglia e rimasto senza padrone, può essere  mansueto e regalare ancora tanto affetto e amore.
Per adozioni: https://anagrafecanina.regione.fvg.it/adottaunamico/ e www.comune.udine.gov.it/index.php/aree-tematiche/ambiente-ecologia-animali/vita-col-cane/adotta-un-cane.

L’ultimo saluto
Perdere un amico con cui si è vissuto per tanti anni, cane, gatto, pesce o uccellino che sia, è molto doloroso. Lo sanno bene i proprietari di animali domestici che, sempre più numerosi, scelgono di deporre le spoglie di Fido e Micio in un luogo a loro dedicato. A Cassacco sorge ‘Il giardino dei ricordi’ (nella foto), mentre pochi giorni fa a Cervignano ha aperto i battenti la struttura di Muscoli. Nell’Isontino da anni si parla di realizzare un cimitero per animali, ma per ora il progetto è rimasto lettera morta. In Fvg c’è anche chi sceglie la cremazione per il proprio cucciolo a quattro zampe, così da poter custodire le ceneri dell’animale in casa. A Trieste nel 2010 è stata creata la prima agenzia funebre per animali. La normativa attuale, però, consente di seppellire il proprio animale anche all’interno del proprio giardino.

Spese: alimentazione, veterinario e parrucchiere
Le spese che incidono sul bilancio famigliare, oltre a quelle alimentari, sono quelle per la salute, le cure mediche e di bellezza di cani e gatti. Si stima che in media gli italiani spendano tra i 45 e 50 euro al mese per gli amici pelosi. Più economico il gatto (315 euro annui: 50 di veterinario e 265 per il cibo), mentre per i cani è questione di taglia. Se Fido pesa meno di 20 chili si spendono circa 360 euro in cibo, mentre per un cane di grossa taglia fino a 575 euro. Le spese veterinarie, invece, si attestano attorno ai 210 euro. Un cane, quindi, costa in media 65 euro al mese, contro i 26 euro di un micio. Ci sono poi le spese di toelettatura, perchè tenere pulito il manto di un animale che vive in casa è una buona norma igienica, oltre che una moda fiorente. In questo caso, si calcola una media annua di 30 euro, considerando che molti preferiscono la toelettarura casalinga.

Consigli per gli “acquisti”
La convivenza, si sa, necessita di cure e attenzioni, di impegno e dedizione. Quella tra uomo e animale non è da meno, al contrario, può essere persino più impegnativa di quella di coppia. “Prima di adottare un cane o un gatto – spiega Laura Diracca, veterinaria comportamentalista – è necessario informarsi attentamente sull’etologia dell’animale, porsi domande per affrontare serenamente e preparati la convivenza con un essere vivente ‘diverso’. Il cane, a differenza del gatto, ha necessità di uscire e di esplorare il mondo. Costringerlo in casa solo per 8-10 ore senza poter andare a passeggio è contrario alla sua natura”. Fido, proprio come noi umani, ha bisogno di socializzare, di esplorare il mondo, di annusare e conoscere i suoi simili. In poche parole, il giardino di casa non basta: un cane ha bisogno di stare all’aperto. Se in questo caso ‘umanizzare’ il proprio cane non è del tutto sbagliato, lo è decisamente quando lo si porta a spasso sul passeggino come fosse un bebè o si elimina il suo naturale odore con shampoo profumati, ledendo la sua identità.
“Il veterinario comportamentalista – conclude Diracca – si occupa della sfera emotiva dell’animale. All’origine di alcuni comportamenti, per esempio un’eccessiva aggressività, ci possono essere delle alterazioni biologiche che vanno risistemate per riacquistare serenità. Questo tipo di medicina, però, è impegnativa sia per l’animale, sia per il proprietario, che si deve mettere in gioco e affrontare un lungo percorso di ‘riabilitazione’ e ricostruzione del rapporto”.

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