ANIMALI – L’associazione Argo interviene su di una iniziativa del comune di Mogliano volta al contrasto del randagismo
Incentivi per adottare un cane abbandonato, ma non si può fare. Il comune di Mogliano per combattere il fenomeno del randagismo «ha lanciato un’iniziativa di sostegno all’adozione dei cani in carico all’ente, concedendo contributi in denaro all’adottante» spiega Barbara Vittori, presidente dell’associazione Argo. «Ci congratuliamo per l’attenzione che il Comune ha posto al problema – continua Vittori –, ma è necessario ricordare che l’attuale normativa regionale vieta espressamente la possibilità di incentivare gli affidi di cani ricoverati nei canili mediante contributi in denaro all’affidatario». L’associazione cita l’articolo dove si legge: «Per prevenire il sovraffollamento presso le strutture di ricovero temporaneo e permanente, le amministrazioni locali possono prevedere incentivi all’adozione o all’affidamento, consistenti in una forma di assistenza veterinaria convenzionata o in fornitura di alimenti o in altri tipi di servizi; tali incentivi non possono, comunque, consistere nella concessione di contributi in denaro all’adottante». «Finalmente, possiamo gioire del fatto che tanti comuni hanno compreso un concetto che noi associazioni animaliste invochiamo da decenni: è molto più conveniente – dice Vittori –, anche da un punto di vista economico, incentivare l’adozione di un cane, piuttosto che mantenerlo a vita in un rifugio. Ma l’incentivo deve anche e soprattutto essere finalizzato al benessere animale ed evitare la tentazione per qualcuno di mercificare il gesto dell’adozione. Ecco perché la Regione, con una norma, all’epoca lungimirante, ha scelto di vietare la concessione in denaro a chi adotta un cane, prevedendo, invece, altre forme di assistenza e sostegno a chi davvero ha già deciso di adottare un cane». Per tale motivo «la nostra associazione ha già rivolto una specifica richiesta al comune di Mogliano affinché modifichi con urgenza la natura del contributo offerto all’adottante, nel rispetto della suddetta normativa regionale di riferimento, così come altri comuni in passato incorsi nello stesso errore, hanno fatto».