Un operatore ecologico guida il suo furgoncino. Sulla sua strada trova un cane randagio. Non rallenta, non tenta di evitarlo. Anzi, tira dritto a tutta velocità e lo investe lasciandolo agonizzante a terra. Spillo, così si chiamava il cane, morirà, tra atroci sofferenze, fra le braccia disperate del suo proprietario che si era allontanato per poco tempo. Era il 10 luglio 2014 a San Severo, in provincia di Foggia.
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A incastrare il gesto crudele dell’uomo le telecamere di una telecamera di sicurezza. A tre anni di distanza arriva la sentenza: l’uomo è stato condannato in primo grado a mesi 6 di reclusione (pena sospesa) per uccisione dell’animale, al rimborso delle spese legali e la risarcimento della parte civile OIPA, costituitasi parte civile dopo aver sporto denuncia nel 2014, quando avvenne il fatto.
«È un precedente importantissimo e raro da un punto di vista legale – commenta l’avvocato Claudia Taccani, responsabile Sportello Legale OIPA – in quanto la condanna, anche se di primo grado, è per uccisione di animale e non per la violazione del Codice della strada, quindi è stata riconosciuta la responsabilità penale. Una grande vittoria […] che vede riconosciuta la gravità della condotta di un uomo che ha volutamente causato la morte di un essere vivente».
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