A giudicare da quello che si vede nel traffico cittadino, molte persone non hanno idea di cosa dica il codice della strada per quello che riguarda il trasporto dei nostri amici animali.
Spesso vedo persone lasciare il cane libero di girare nell’abitacolo e di affacciarsi al finestrino. Alcuni hanno l’abitudine di guidare con il cane sul grembo e altri lo fanno accomodare affianco al posto di guida. Tutti questi comportamenti sono scorretti. L’Art. 169 del nuovo codice della strada proibisce il trasporto di più di un animale domestico e in ogni caso vieta comportamenti pericolosi per la guida, come l’lasciare il cane libero di girare per l’abitacolo, condizione considerata come possibile impedimento alla guida.
È consentito il trasporto di soli animali domestici, anche in numero superiore a uno, purché custoditi in apposita gabbia o contenitore o nel vano posteriore al posto di guida appositamente diviso da rete od altro analogo mezzo idoneo che, se installati in via permanente, devono essere autorizzati dal ufficio competente.
Questa norma aveva lasciato spazio ad interpretazioni scorrette, così molti hanno considerato come “altro analogo mezzo idoneo” la cintura di sicurezza per cani. Questa interpretazione è stata stigmatizzata dal ministero delle infrastrutture e dei trasporti con il parere n°4372 del 13 Luglio scorso reso al corpo della polizia municipale in risposta ad un quesito posto il 15 Giugno.
Nella nota si chiedeva di ricevere notizie circa la possibilità di poter legittimamente montare a bordo dei veicoli cinture di sicurezza destinate agli animali. La locuzione “altro analogo mezzo idoneo”, dice il MIT va interpretata facendo riferimento alla rete di separazione del vano posteriore al posto di guida, e non già alla possibilità di collocare per tale fattispecie altri sistemi di sicurezza.
Per cui le cinture di sicurezza non possono essere ritenute legittime.
Ci aggiorniamo alla prossima settimana e ricordate sempre che …
“il benessere del Vostro animale dipende dalla consapevolezza delle Vostre azioni.”
A cura del Dr Dario Garofalo