Il brivido felino è salito appena è arrivata la diagnosi del veterinario: quel costosissimo micio aveva «una cataratta nucleare bilaterale congenita» e problemi alla palpebra che avrebbero infettato un’intera stirpe. I proprietari dell’allevamento di gatti di Corte Franca, The Guardian, hanno querelato una collega ucraina: mesi fa, hanno scambiato uno dei loro preziosissimi cuccioli, Forest The Elf, con un esemplare con un manto rarissimo in Italia.
Si sono accorti che aveva una patologia trasmissibile alla discendenza appena è arrivato in Franciacorta, dopo una congiuntivite sospetta: con passo felino e i referti dei veterinari in allegato, hanno chiesto alla signora di prenotare un biglietto di ritorno per l’Italia al loro Forest e riprendersi il suo micio. Lei ha fatto il gatto di marmo: «Palesemente indispettita e aggressiva», ha rifiutato di restituire il cucciolo, tacciato i colleghi italiani di «aver omesso le doverose cure dell’animale» e scritto vari insulti in cirillico su Facebook. Li hanno tradotti con la funzione translate: per fare un esempio, ha postato la foto dei due allevatori con la didascalia «truffatori». Il danno e pure la beffa. Le disdette dei clienti esteri sono arrivate nel giro di qualche settimana: la reputazione dell’allevamento, i cui gatti hanno vinto premi internazionali di bellezza, è stata distrutta da miagolii al cianuro. Il cat fight arriverà in tribunale: gli allevatori franciacortini hanno firmato una querela. E guai a chi dice «gatto» prima di averlo nel sacco.